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Beltran, no Kean-no party. La convivenza con Gud lo ha penalizzato: e a giugno?

Niccolò Meoni
Niccolò Meoni Redattore 
Beltran sembra aver trovato il suo partner perfetto, ed un ruolo adatto. Ma cosa fare con lui e Gudmundsson?

Sembra una vita fa, ma nell'estate del 2023 Beltran arrivava a Firenze con lo status di numero 9. Il grande colpo in arrivo dal Sudamerica in grado di sostituire Vlahovic, dopo gli esperimenti falliti di Piatek, Cabral e Jovic. Adesso la situazione si è capovolta. Il nativo di Cordoba è tornato a fare da riferimento avanzato nella ripresa contro il Como, con risulati pessimi. In mezzo a Dossena e Goldaniga sembrava di un'altra categoria, una sofferenza fisica chiara. Dal suo sbarco in Italia Beltran non è mai riuscito a trovare la continuità giusta, a capire quale sia la sua posizione, tranne in una occasione.

No Kean no party

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Con Italiano aveva ricoperto un po' tutti i ruoli, come la mezz'ala nel 4-3-3 ultra offensivo del tecnico. Questa stagione aveva trovato la svolta a Lecce, come sostituto di Gudmundsson. Possiamo ormai dire che il suo ruolo sia quello di seconda punta dietro a Kean. Quello è il suo spot, dove può combinare con l'ex Juventus. Beltran è un giocatore rapido e sveglio fronte alla porta. Vi ricorderete tutti i gol del numero 20 contro Roma e Verona, proprio su assist di Beltran. Lì può far ripartire la squadra con appoggi rapidi. Ma il suo paradosso è proprio questo. Essere etichettato come giocatore duttile, ma riuscire ad esprimersi solo in un ruolo.

Il sacrificio come "svantaggio"

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Inutile dire che come seconda punta la Fiorentina ha (ma non avrà più per un mese) anche Albert Gudmundsson. L'islandese da quando è tornato ha costretto Beltran a scalare a sinistra. Tutto questo grazie alla sua applicazione difensiva, in grado di aiutare la squadra. Ma è inutile girarci attorno, sulla fascia l'ex River non rende. Se escludiamo la gara contro la Lazio, Beltran largo soffre spesso. Non ha lo spunto necessario per saltare l'uomo. Contro il Como non è quasi mai riuscito a tenere il pallone contro Smolcic. Le sponde di Kean non c'erano, e i lanci per l'argentino sono finiti nel vuoto. Palladino ancora non è riuscito a trovare un modo di fare coesistere i due (ammesso che ci sia). Senza il suo Kean, Beltran sembra spaesato, e il dualismo con Gudmundsson lo sta (o almeno fino ad ora è stato così), penalizzando.

Che fare a giugno?

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In estate la Fiorentina dovrà fare una scelta proprio sull'ex Genoa, riscattarlo o no. Inoltre la prestazione di domenica ha chiarito una volta per tutte cosa sappia fare Beltran in campo. Gudmundsson sta avendo continui problemi fisici, ma la speranza su di lui è l'ultima a morire. Mentre Beltran è difficile incasellarlo in un ruolo che non sia quello di seconda punta (quasi estinto nel calcio moderno). Dei limiti che porranno la Fiorentina a degli interrogativi in estate, tenerli entrambi? Puntare solo su uno dei due? Oppure affidarsi ad un trequartista più affidabile e puro? Questi mesi saranno cruciali per i due, e per capire se possono davvero giocare assieme.