Vorrei che la risposta la dessero quelli che continuano a parlare male di Italiano. Poi l’allenatore deve migliorare, ovvio, l’esperienza in Europa lo ha già convinto a fare cose diverse, è più duttile, ma che sia centrale in questo progetto tecnico e che per i giocatori lui sia la guida assoluta dovrebbe essere chiaro. La Fiorentina è a un punto dalla Champions per il grande lavoro dell’allenatore. Comunque, ognuno pensi quel che vuole, la Fiorentina quinta con il Napoli è un dato, non un’opinione. E i dati sono tanti, ma non li ripeti. Proverbio della campagna toscana: non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. E allora, visto che invece il calcio va letto e le indicazioni vanno ascoltate, proprio perché è evidente che questa squadra stia andando sopra il suo valore tecnico e la differenza la fanno gente come Nico e Bonaventura, ma anche Dodò che manca moltissimo nonostante Kayode, una riflessione andrà fatta.
La società aveva già intenzione di andare sul mercato per prendere un paio di giocatori di livello, l’esterno sinistro e il centrale difensivo sempre sinistro, ora l’idea è diventata un’esigenza. L’infortunio di Nico è un allarme, Bonaventura ha 34 anni e Dodò tornerà forse in primavera. Serve soprattutto un esterno alto, perché Sottil, Kouamè, Brekalo e purtroppo anche Ikone non sono quasi mai decisivi. Non incidono sulle partite, non segnano, sbagliano spesso i momenti nelle scelte e nei gol. E’ il vero problema. Lo so che Berardi è solo un modo di dire e per dire, ma negli ultimi dieci anni (statistiche alla mano), fra gol e assist ha inciso in duecento reti. Duecento. Nessuno come lui. Lo racconto perché servirebbe uno così per sostituire Nico o per giocare con Nico quando l’argentino tornerà. Serve un giocatore capace di essere determinante, è l’unica strada per crescere e uscire dalle solite speranze. Ma uno come Ikonè, con le sue qualità tecniche, cosa aspetta a diventare un giocatore vero? È giusto quel che dice Sacchi, i piedi li puoi allenare e migliorare, la testa intesa anche come personalità, è molto più difficile.
La società e l’allenatore stanno parlando, si confrontano tutti i giorni, dal due gennaio probabilmente si stringerà su un paio di nomi con la consapevolezza che il mercato di gennaio è difficile, chi ha i giocatori buoni non li vende. Ma qualche occasioni o qualche scambio potrebbe nascere e allora la Fiorentina ci sarà.
Capitolo Franchi. Ma dove giocherà la Fiorentina? Il tormentone prosegue. All’unica vera domanda alla quale dovrebbe rispondere il sindaco per rispetto della Fiorentina e dei suoi tifosi, Nardella non risponde. Ogni giorno ormai sbandiera la sua verità, sempre lontana dalla verità-vera e storica, e le sue cifre (ma dove sono i soldi?) non tornano, riparla di cause allo Stato, l’operazione è fallimentare. Mancano tre mesi alla dead line per dire alla Lega calcio in quale stadio giocherà l’anno prossimo la Fiorentina. Dove dovranno andare i tifosi? Per quanto tempo? Domande concrete, risposte evasive che hanno il sapore di Babbo Natale. C’è chi ci crede perché deve, chi ci crede per convenienza politica e chi non ci crede proprio più a niente, ormai la stragrande maggioranza.
Ma allora dove giocherà la Fiorentina? Non chiedetelo a Nardella. Non lo sa. Comunque, al di là della facciata e della faccia da salvare, dell’aggiudicazione dei primi lavori per 150 milioni, sottotraccia qualcosa si sta muovendo per trovare una soluzione vera, oltre l’ottimismo nardelliano. Il comune dovrebbe finalmente scrivere al ministro per cercare di far dilatare i tempi dell’utilizzo del finanziamento e della fine lavori per cercare di centrare due obiettivi possibili, come suggerivo l’altro giorno: rallentare i lavori per andare oltre il 2026, farli a step per continuare a far giocare la Fiorentina al Franchi come fa l’Atalanta, e nel frattempo cercare intese con il governo o con la stessa Fiorentina, per reperire i soldi che mancano per fare la copertura e finire il restauro completo. Oltre ai 55 negati dall’Europa ne mancherebbero almeno altri cinquanta per completare il restauro.
È l’unica strada, la speranza è che anche Nardella l’abbia capito. E pazienza se non sarà lui a dare il primo colpo di ruspa, l’importante è che la Fiorentina e i suoi tifosi non siano costretti a migrare chissà dove, per due o tre anni o forse più, con la Viola penalizzata economicamente e sportivamente. Rimettiamo la Fiorentina e i suoi tifosi al centro, la politica può attendere.
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Fiorentina senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Violanews per scoprire tutte le news di giornata sui viola in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA