Un Assis al Barça
—Con il passaggio al Gremio, squadra più blasonata, Arthur ha cominciato a dominare il Brasile grazie alle sue geometrie, vincendo tutto quel che c'era da vincere e guadagnandosi il soprannome di "collezionista di titoli". Naturale allora l'interesse dei top club europei, tra i quali l'ha spuntata il Barcellona, non senza polemiche. Un venerdì d'estate, infatti, sui social è apparsa una foto con Arthur che indossava la maglia blaugrana in compagnia del padre, del fratello, di un emissario catalano e di Diego Assis, figlio del fratello-agente e quindi nipote del grande Ronaldinho, anche lui stella di Gremio e Barcellona in carriera. Solo che il Gremio non ne sapeva nulla, è stato aggirato e non ha potuto fare altro che difendersi in sede di trattativa strappando 40 milioni di euro.
La plusvalenza madre
—Tutti conoscono il caso plusvalenze e le conseguenze che sta portando alla Juventus. Ci limitiamo a ribadire come, dopo due anni assai deludenti in Catalogna, Arthur sia stato pagato 72 milioni in quattro esercizi con un massimo di 10 di bonus, mentre Pjanic, che ha fatto il percorso inverso, ha fruttato 60 milioni sempre in quattro rate più 5 di eventuali bonus, per un effetto positivo a bilancio di 41,8 milioni di euro al netto del contributo di solidarietà e degli oneri accessori. Allo scoperto, insomma, luce del sole. Adesso Arthur arriva a Firenze per ritrovare se stesso e soprattutto un po' di pace...
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