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Il business prima di tutto

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La società sembra aver messo in secondo piano il lato sportivo. E ora la Fiorentina rischia seriamente di perdere il treno per l'Europa

Stefano Niccoli

C'era una volta la febbre del sabato sera. A ballare, però, è solo la Lazio che annienta la Fiorentina con un rotondo 3-0. Una sconfitta pesante, pesantissima. Che non può e non deve lasciare indifferente Vincenzo Italiano. Il tecnico ha le sue colpe. Come quella di aver schierato Nastasic al centro della difesa. Il serbo ci ha messo lo zampino, in negativo purtroppo, sul secondo e terzo gol della Lazio. Perché farlo giocare titolare, per di più contro una vecchia volpe come Immobile, visto il poco feeling col campo? Scelta controproducente, per usare un eufemismo.

La débâcle contro la squadra di Sarri complica, e non poco, il cammino della Fiorentina in ottica Europa (CLASSIFICA). Obiettivo che, però, forse non interessa più di tanto alla società. Vendere il capocannoniere della Serie A alla fine di gennaio alla Juventus è la testimonianza della messa in secondo piano del lato sportivo, cioè l'aspetto che più dovrebbe interessare a un club di calcio. La Fiorentina non si sarebbe potuta permettere di perdere Vlahovic a costo zero: ragionamento che non fa una grinza da un punto di vista economico. Ma la riscossione dei 70 milioni derivanti dalla cessione del classe 2000 nell'arco di tre esercizi ci lascia alquanto perplessi.

E poi ci sarebbe il campo, giudice supremo. E il campo dice che la Fiorentina rischia seriamente di perdere il treno per l'Europa (e meno male che la Roma è stata fermata dal Genoa). Le squadre diventano forti e si migliorano con in rosa i giocatori migliori. Il business, però, viene prima di tutto.

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