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L'editoriale del martedì

Il bicchiere è mezzo pieno, manca solo il risultato giusto

Enzo Bucchioni
L'editoriale di questa notte è incentrato ovviamente sulla partita Fiorentina ha giocato contro l'Atalanta. Bicchiere mezzo pieno perché la squadra ha giocato bene e manca solo il risultato
Enzo Bucchioni Editorialista 

Di sbagliato c’è solo il risultato. La Fiorentina non è riuscita a battere l’Atalanta, ma continua nella sua striscia di partite positive (siamo a quattordici e non succedeva da sedici anni), continua soprattutto a giocare un calcio fatto di velocità, dinamicità e personalità. Un gran calcio. Una grande squadra.

E allora perché non ha vinto, a questo punto si chiederà qualcuno. Perché davanti c’era una signora Atalanta che quando serve, e ieri sera serviva, è molto brava e organizzata nel difendersi, sa fare anche la gara fisica, spesso molto sporca, di contenimento e di chiusura degli spazi, con centrocampisti e difensori che creano una doppia barriera prima davanti e poi vicino all’area. Merito anche del portiere Sportiello che ha salvato il risultato in almeno tre occasioni, l’ultima miracolosa nei minuti finali su un colpo di testa di Bonaventura.

Una partita dominata

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Questa è la storia della partita che la Fiorentina ha sempre condotto, a tratti dominato, è stata costretta a rincorrere solo per un gol frutto dell’unica incertezza di un paio di giocatori (Barak e Terzic) in una delle poche azioni offensive dell’Atalanta, ma ha sempre tenuto saldamente in mano con un unico obiettivo: vincerla. I numeri a favore della Fiorentina sono prove provate. Sessantacinque per cento di possesso palla, quindici tiri, otto dei quali nello specchio della porta, cinque angoli e ben venti calci di punizione frutto dei tanti, troppi falli, soprattutto su Gonzalez, in un’altra serata da Nico, quello vero. E tutto questo nonostante pochi allenamenti e la stanchezza di una trasferta e di una partita in Polonia giocata appena giovedì sera.

Italiano ha in mano una squadra e un gruppo costruiti al meglio. Fra rotazioni mirate e una condizione atletica invidiabile, un’idea di gioco che funziona, è arrivato a gestire una dopo l’altra tante gare con il pilota automatico. E questa squadra gli automatismi li conosce bene. Anche ieri sera le rotazioni dall’inizio sono state cinque rispetto a Poznan con l’ingresso di Quarta, Terzic, Castrovilli, Barak e Ikonè. Qualcosa in alcune prestazioni s’è perso, ma l’armonia di squadra ne ha risentito poco e la gestione delle risorse a questo punto della stagione è fondamentale.

Qualcosa di migliorabile c'è...

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Se vogliamo trovare qualcosa di migliorabile ieri sera e in assoluto, qualcosa c’è. La Fiorentina ha giocato poco sugli esterni, non è riuscita a sfondare, e invece la difesa dell’Atalanta perfetta centralmente, sarebbe stato meglio cercare di muoverla attaccandola di più sui lati. Ikonè, sempre raddoppiato, ha faticato a trovare lo spunto giusto. Nico ha giocato benissimo in tutte le zone del campo, anche in difesa, ma neppure lui è riuscito a sfondare sui lati. Anche Terzic, al rientro dopo l’infortunio, ci ha provato a spingere, ma senza l’energia e il coraggio necessari. Sulla destra s’è spinto poco nel finale dell’azione, ma anche Dodò che ha giocato un’altra grande partita delle sue, soprattutto in fase difensiva e in appoggio al centrocampo, ma sull’esterno ha trovato davanti un muro e continui raddoppi. Non era facile far muovere la difesa dell’Atalanta eppure la Fiorentina c’ha provato e quando c’è riuscita le occasioni sono arrivate e nette. E s’è provato anche il tiro da fuori che ha costretto Sportiello a interventi complicati.

Quando nell’intervallo Italiano s’è giocato la carta Brekalo per cercare la superiorità numerica sull’esterno, è arrivata la sfortuna: ko dopo pochi minuti. Sottil ha regalato solo un paio di numeri, ma più il tempo passava più l’Atalanta ha saputo chiudersi utilizzando De Roon da centrale aggiunto e allargando la difesa a quattro. Come detto, oltre che da Terzic qualcosa in più mi sarei aspettato da Barak, ma anche da Ikonè. Ma la squadra funziona, è cresciuta tanto, è maturata al punto da sapere gestire al meglio anche gare come questa che sono insidiosissime perché Gasperini ha difeso con otto giocatori, ma ha sempre tenuto alte due punte per cercare di ripartire. La Fiorentina ha chiuso bene, ha fatto marcature preventive, ha gestito i momenti tenendo sempre alta la lucidità. Pareggio sì, ma da squadra matura. Importante.

Il gruppo conta

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E certi risultati arrivano anche dalla gestione complessiva del gruppo, altro merito di Italiano. C’è intesa, c’è complicità, c’è sintonia fra tutti e si vede in qualsiasi frangente, bello o difficile, della partita. Nico Gonzalez che lascia battere il rigore a Cabral è un gesto di grande significato. Questa squadra vuole lasciare il segno, ci sono giocatori che possono crescere ancora (mi viene in mente Milenkovic), altri da rivedere come Jovic e non solo, c’è un mese mezzo decisivo e tutti sanno che la doppia finale è l’obiettivo da centrare. E’ possibile, ma anche probabile. Toccando ferro, ovviamente, ma i valori ci dicono questo.

Giovedì c’è il ritorno dei quarti e dopo il 4-1 dell’andata, con la dovuta concentrazione e le giuste rotazioni, la partita si può gestire pensando a una semifinale con il Basilea o il Nizza. Rotazioni quali? Dodò, Amrabat e Milenkovic sono diffidati, quindi non giocheranno. Dalle semifinali tutti i cartellini si azzerano. Al loro posto penso a Terzic a destra, Igor e ancora Castrovilli come ieri sera. Davanti, a proposito di Jovic, il serbo avrà la sua occasione, magari con Saponara sull’esterno e poi Kouamè. Ma ne parleremo. Intanto, se vogliamo tornare al pareggio di ieri sera, resta comunque calda anche la corsa al settimo posto con la Juve e il Bologna a due punti. Il bicchiere del pareggio è mezzo pieno, da qualunque parte si guardi. E la Fiorentina è carica…

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