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Iko Iko a né

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Stiamo forse cominciando ad andare a tempo con Jorko?

Federico Targetti

Lo diciamo incrociando le dita e un po' sottovoce, giusto per non rischiare di rompere il ritmo e di venir gettati via dalla finestra di Palazzo come il povero vecchietto all'inizio de Le follie dell'Imperatore, ma è da un po' di tempo che ci sembra che Ikoné non sia più un corpo stonato all'interno dello spartito viola. E questo non perché il francese abbia cambiato chissà cosa nel suo modo di giocare, bensì per via di quegli accorgimenti tattici apportati da Italiano. 4-2-3-1 o meno - non siamo teorici, Allegri può stare tranquillo - qualcosa è cambiato per davvero e l'ex Lille è uno di quelli che vanno più d'accordo col nuovo ritmo.

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Dal Reggae all'R&B

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E' un po' come se Italiano avesse dato un tempo diverso. Prendiamo Iko Iko, la canzone di Justin Wellington diventata virale su TikTok un anno abbondante fa: un po' tutti l'hanno conosciuta nella versione più recente in salsa Reggae, ritmo rilassato, quasi chillin', per una Fiorentina che gestiva con calma il pallone in attesa di trovare il passaggio giusto. Ma l'originale delle Dixie Cups risale al 1965 ed è R&B, con un ritmo travolgente che si addice di più a Ikoné e ai suoi cambi di direzione, dribbling e passaggi (e il ritornello diventa, da Iko Iko a nae, Iko Iko a né). Ascoltare per credere, magari lo ha fatto anche Italiano per prendere ispirazione...

Italiano come Galtier

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Nel Lille stagione 2020-21 allenato dall'attuale tecnico del Psg Christophe Galtier, Ikoné giocava più o meno come nella nuova Fiorentina: largo a destra, con licenza di spaziare per fare posto sulla fascia al terzino (Celik ieri, Dodò oggi) e servire i due giocatori che attaccano la porta (Osimhen e Remy ieri, Cabral o Jovic e Bonaventura oggi). E ogni tanto anche fare gol, ma quello è assolutamente secondario, o almeno così pare. Ikoné è interessante come giocatore perché, esattamente come Kvaratskhelia, ma in tono chiaramente minore, non punta la porta con la chiara intenzione di segnare, ma segue il flusso del gioco e, appena vede un compagno meglio piazzato, dà la priorità al gol, non importa se non suo. Si veda il quasi gol di Kouamé salvato da Ferrari a Marassi, un picco di altruismo da parte del numero 11 ma forse in quel momento la soluzione più "sicura". Un assist e mezzo, dunque, nelle ultime due partite, aspettando i rientri di Gonzalez e Sottil, Jorko ci sta portando nella sua Funkytown a suon di guizzi e commenti sui social tradotti... un po' alla buona. E' lui, adesso, che ci dà speranza, come Jo Anna la dava a Eddy Grant, in vista del Milan, la cui fascia sinistra è devastante ma qualche spazio lo lascia sicuramente in difesa. Chiudere con sei vittorie di fila, in casa di un Milan in condizioni non ottimali, darebbe un gran bel sapore alla sosta.

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