Ora che la Fiorentina vince sono tutti meravigliati e sorpresi, stanno a chiedersi “ma cosa sarà mai successo?”, perché quando si vive di catastrofismi è dura accettare la positività.
L'editoriale del martedì
I segreti della ripartenza viola. Ecco perché il Braga non fa paura
Ma visto che conta soltanto la Fiorentina e la Fiorentina è tornata, solo questo ci interessa. Lasciamoli con il solito cerino in mano sperando si brucino una volta per tutte, naturalmente. Non si può essere buonisti con quelli in malafede, quelli che vedono sempre il male dappertutto, quelli che sperano che Rocco se ne vada, quelli che vogliono esonerare Italiano, quelli che il mercato è un fallimento…
Dunque, quattro vittorie di fila con una media di oltre due gol a partita cominciano a essere un dato sul quale riflettere. La Fiorentina sembra davvero avere ritrovato una sua dimensione molto più vicina alle aspettative e al valore della squadra. E’ davvero la svolta? Cosa è successo?
Una rinascita nel segno di Italiano
—Una cosa molto semplice: i problemi si stanno risolvendo. All’interno della società c’è stato un grande lavoro dialettico e pratico per arrivare a capire come uscire da una situazione complicata, per ritrovare la via del gol, tornare a giocare e a vincere.
Il regista della rinascita, si chiama ovviamente Vincenzo Italiano. L’allenatore ha pagato sulla sua pelle l’inesperienza delle tre partite a settimana, è stato il primo a doversi rimettere in discussione, a cambiare e modificare le sue idee, le sue convinzioni, le sue abitudini nella gestione del gruppo, ma alla fine con l’umiltà, il lavoro e le idee, ha ritrovato la strada. C’è stato anche un intenso confronto con i giocatori per capire come scrollarsi di dosso negatività ed errori, ripartire su un terreno diverso.
Non è nata una nuova Fiorentina, ma una Fiorentina che ha saputo modificare e modificarsi per adattarsi alla nuova situazione delle tre gare a settimana, sfruttare meglio le caratteristiche dei giocatori e per aggirare gli avversari che avevano preso le misure al gioco viola dell’anno passato.
Il calcio è in continua evoluzione e tutti devono evolvere, studiare e lavorare. E’ questa la grande forza di Vincenzo Italiano che qualcuno ha definito integralista e invece integralista non è visto che la Fiorentina di oggi è diversa da quella dell’anno scorso ed è stato lui a cambiarla. Ma certe cose non si fanno da un momento all’altro, c’è il rischio di far saltare tutto in aria. In un gruppo servono discussioni, confronti e condivisioni, le strade vanno percorse assieme. Gli allenatori che vogliono imporre le loro scelte, il loro calcio, senza avere dietro la squadra durano poco e in genere fanno una brutta fine. Italiano ha modificato la Fiorentina in base alle sue idee, ma dopo essersi a lungo confrontato con chi ha avuto dei problemi di inserimento come Barak (tanto per dirne uno) o con quelli che non riuscivano a esprimersi come Ikonè, ma con tutti. Non s’è rinnegato il possesso palla e il gioco orizzontale, semplicemente s’è lavorato per acquisire altri concetti, per percorrere strade tatticamente diverse.
E’ nata così l’altra Fiorentina, quella che quando serve sa giocare più verticalmente, sa essere pratica e concreta. Soprattutto sono cambiati molti movimenti della fase offensiva che uniti a una maggiore verticalizzazione del gioco hanno riportato velocità di esecuzione, hanno ridato imprevedibilità e fatto trovare più spazio alla manovra.
Il modulo che muta
—Il 4-3-3 non è stato rinnegato come scrive qualcuno, è sempre la base di partenza, ma muta durante la partita, come già spiegato diverse volte. Uno dei due esterni, a volte anche entrambi, entrano più dentro il campo. In altri frangenti un centrocampista (spesso Bonaventura, tornato a livelli altissimi), si sgancia, va a fare il trequartista e gli altri due restano bloccati per contrastare eventuali ripartenze. Proprio il movimento dei centrocampisti è una novità. Si vede una sorta di rotazione. Contro la Samp più spesso è rimasto Duncan a fare il perno basso e Mandragora è stato il compagno che l’ha affiancato di più, ma a volte s’è sganciato anche Mandragora ed è stato protetto da Bonaventura. Anche Duncan ha avuto modo di attaccare gli spazi e alle sue spalle allora sono andati subito Bonaventura e Mandragora. Non si vogliono dare punti di riferimento e il movimento senza palla deve essere costante.
I recuperi importanti
—Uniti al cambiamento tattico ci sono i recuperi di giocatori fondamentali che sono stati troppo tempo fuori come Milenkovic, la crescita di qualcuno dei nuovi (Mandragora sta tornando con il suo lavoro di qualità, ma anche muscoli e corsa) o di vecchi viola come Quarta che anche ieri ha fatto un gran primo tempo. Sta crescendo pure Ikonè forse perché senza Nico e Sottil ha avuto più spazio, ma anche per i cambiamenti tattici. Di sicuro verticalizzando di più e tenendo la difesa più bassa gli spazi aumentano e Ikonè ha bisogno di spazi per esaltare la tecnica in velocità.
Quello che è cambiato però, è anche l’atteggiamento mentale. Questa squadra ha capito che doveva reagire alle critiche eccessive, che dai momenti di difficoltà si esce con la grinta, la rabbia, il carattere e la compattezza. Sottolineo ancora una volta gli abbracci e i gesti di tutti, la vicinanza all’allenatore: avanti così. Gruppo solido.
E’ chiaro che si potrà e si dovrà giocare anche meglio, nelle ultime vittorie spesso hanno prevalso la rabbia e la voglia alla qualità delle giocate, ma ora interessano i punti, interessava lo spirito: c’era da ritrovare la Fiorentina e da recuperare posti in classifica.
Ma c’è ancora tanto da lavorare
—E la Fiorentina sembra tornata. Resta tanto lavoro da fare, dal recupero di Nico e Sottil eterni infortunati a quello di Dodò che è forse il meno in forma di tutti. Per molti saranno benedetti i due mesi di stop per i mondiali, Italiano e il suo team potranno lavorare serenamente sulla forma fisica e sui concetti tattici. Per altri come Nico e Jovic sarà importante giocarlo il mondiale.
Ecco Jovic, a Genova è tornato indietro. Forse complice un guaio fisico, s’è mosso meno, ha perso la grinta mostrata nelle ultime gare che ci avevano fatto sperare nella ripresa. Forse è davvero un ragazzo ultra-sensibile e le ultime polemiche seguite alla sua intervista-scivolone devono averlo un’altra volta turbato. Non lo so. Certo, lo dico per l’ennesima volta, il tema Cabral-Jovic deve avere delle risposte. Non mi immagino da gennaio altri cinque mesi di campionato a parlare di chi è meglio quando nessuno dei due è completamente funzionale. Naturalmente se restano a questo livello di rendimento. E allora che facciamo? Il mercato qualcosa dovrà suggerire, ma avremo tempo e modo per riparlarne.
Occhio alla Salernitana
—Intanto domani c’è da battere la Salernitana che, a sorpresa, in classifica è davanti alla Fiorentina. Squadra tosta, gioca molto sulla riconquista palla e contropiede. Se ha campo può far male e la Fiorentina il campo non lo dovrà dare. Il sorpasso sarebbe cosa gradita anche per vendicare la sconfitta dell’anno scorso a Salerno, una delle partite più incredibili dell’era Italiano. Con qualche storia da rimuovere.
Un sorteggio sfortunato, ma…
—Nel frattempo il sorteggio per i sedicesimi di Conference non è stato fortunatissimo. Il Braga era sicuramente la più forte fra quelle nell’urna. Ma forse è meglio così, rigiriamo la frittata.
Ritrovare squadre tipo Riga (e c’erano) avrebbe dato poco o niente in termini di esperienza e di idea europea alla viola. Certe partite dure servono a crescere e a farti capire cosa fare nel tuo percorso di crescita, se hai ambizioni. Il Braga è una squadra organizzata, terza in campionato, ha la qualità del palleggio dei portoghesi, buoni giocatori e un ottimo allenatore. E’ alla portata della Fiorentina? Certamente che sì, immaginando anche che a febbraio la Viola sarà cresciuta ancora e abbia ritrovato pure l’alta qualità del gioco.
E poi, diciamola tutta, la Fiorentina soffre quando trova squadre chiuse che non fanno giocare mentre il Braga la partita la vuole fare e la Fiorentina potrà rispondere con le sue armi che non sono poche. Un bel test, basta brutte partite come quelle del girone con la consapevolezza che la Fiorentina il meglio lo dà quanto l’asticella si alza e l’ambizione aumenta. Ora sai che devi essere al top per passare, ma l’Europa è questa, quando fai calcoli e godi per qualche sorteggio rischi di non trovare stimoli giusti e vai fuori. Il girone facile è un fresco esempio, la Fiorentina l’aveva già vinto prima di giocare e invece è finita seconda. Viene avanti Braga…
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