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I primi acquisti viola di gennaio? Sono in casa. E se arriva un tesoretto…

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La priorità della Fiorentina, per il momento, è recuperare e rilanciare alcuni calciatori che nella prima parte di stagione hanno deluso

Enzo Bucchioni

Si parla tanto di mercato, ma in attesa della “fiera dei sogni” che riaprirà fra un mese, le società che fanno bene calcio prima devono cercare di recuperare e valorizzare il patrimonio che hanno già in casa. E’ questo, credo, il grande tema che dovrà affrontare in queste settimane anche la Fiorentina alla faccia di quelli che parlano di calcio solo perché hanno la lingua in bocca (cit. nonna) e hanno fatto facili ironie sugli acquisti di gennaio, che come sempre saranno smentite dai fatti. E’ chiaro che anche in casa viola ci sono delle situazioni più facili, altre complicate, altre ancora forse irrisolvibili. Cerchiamo di capire.

I primi veri acquisti di gennaio

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Il primo caso da affrontare è sicuramente quello di Nico Gonzalez. L’apporto nella prima fase della stagione è stato praticamente zero, anche un asino capirebbe che essendo un giocatore di qualità alta rispetto alla media della rosa viola, recuperare l’argentino vorrebbe dire avere una sorta di nuovo acquisto in rosa. Chiamiamolo riacquisto. Il problema muscolare accusato nel ritiro dell’Argentina è in via di risoluzione, ci vorranno ancora due-tre settimane, ma trattasi di tempi tecnico-riabilitativi. Per il resto il grande lavoro andrà fatto sulla testa, nel senso del recupero delle motivazioni, degli stimoli, della voglia di lavorare e dimostrare per tornare uno che fa la differenza e non sarà facile dopo la grande delusione mondiale. A breve Nico tornerà a Firenze, a disposizione dell’allenatore, e sia il tecnico che la società dovranno essere bravi a trovare una strada per entrare nella sua parte più inconscia. Il giocatore deve ritrovare il carattere per tornare a essere un numero uno e la gioia di giocare a calcio. Tutti devono essere bravi a fargli ritrovare un ambiente-nido chiedendo in cambio, naturalmente, un Nico diverso da quello degli ultimi mesi a Firenze. Un altro recupero da fare, un altro riacquisto di gennaio si chiama Dodò. Apporto nella prima parte? Molto basso. Colpa, naturalmente, degli infortuni, della troppa assenza dai campi di gioco, ma anche delle difficoltà di inserimento. Il Dodò vero, mai visto per ora a Firenze, potrebbe diventare un altro elemento fondamentale nelle ventitre partite che restano in campionato e in Conference. Ci sono poi altri due giocatori dai quali mi aspetto molto di più e parlo di Barak e Mandragora. Nell’ultimo mese prima della sosta s’era rivisto un po’ del dinamismo e della capacità di far gioco dell’ex veronese, della solidità e della visione di gioco dell’ex torinista, ma anche questi sono giocatori che nei primi tre mesi hanno faticato ad arrivare alla sufficienza mentre il loro valore tecnico è da 6,5-7, se vogliamo dare una valutazione sintetica. Centrare questi quattro obiettivi alla ripresa del campionato vorrebbe dire alzare il livello tecnico già da subito, ripartire con un potenziale superiore ancora prima di pensare al mercato.

Il solito dubbio sul centravanti

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Ci sarebbero da recuperare anche Jovic e Cabral, ma qui il discorso è più difficile. Più che da recuperare questi sono giocatori ancora difficili da valutare e ancora più complicato è capire se ci sono margini per centrare l’obiettivo oppure trattasi di una causa persa. La Fiorentina non ha ancora deciso se cercare un attaccante a gennaio, il fatto che sia stato fatto un sondaggio per Arnautovic mi fa pensare di sì, ma il problema andrà risolto. Cabral fa fatica anche con la sua grande volontà, non sembra adatto al nostro campionato e al calcio di Italiano. Jovic invece fa fatica mentalmente. Non riesce a tornare con i piedi per terra, sembra non abbia capito che la Fiorentina è un’occasione da sfruttare per ritrovarsi. Mi viene voglia di dirgli ora o mai. Il confine fra un giocatore forte e un giocatore perduto è sempre più difficile da individuare. Fra i due, comunque, se devo provare un recupero lo provo con Jovic che tecnicamente è di livello superiore. Cosa deciderà la Fiorentina? Non avrei dubbi, ma qui aspettiamo le decisioni che verranno prese nei prossimi giorni. Ho la sensazione che la posizione di giocatori scontenti o che vogliono giocare di più come Zurkowski, Benassi, Maleh, Ranieri, Duncan, ma anche Gollini che ha chiesto di andar via come già anticipato, alla fine possa trasformare il mercato in un giro di scambi e in un tesoretto da reinvestire. Non ho parlato, poi, di Sottil che potrebbe essere un altro grande recupero (manca da settembre) soltanto perché il suo non è un infortunio calcistico con tempi e modi codificati dalla scienza medico-sportivo e un conto è parlare di recupero dall’operazione all’ernia, un altro vedere quanto tempo sarà necessario per il ritorno a una buona forma agonistica. Se davvero dovesse tornare a fine gennaio, ecco un altro semi-acquisto. Resta Castrovilli. E anche qui mi fermo perché il giocatore sta stupendo tutti per i tempi di recupero, ha ricominciato con le partitelle, giocherà probabilmente i primi minuti nelle amichevoli pre-natalizie, ma infortuni così gravi hanno bisogno di cautela e attenzioni alla massima potenza. Se dovesse tornare in rosa anche lui i recuperi sarebbero tanti e tali da far cambiare faccia (o quasi) alla squadra. Ma non si può pensare soltanto a questo.

Gli obiettivi di Pradè

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Quasi sicuramente dal mercato arriveranno un centrale difensivo e un portiere di riserva al posto Gollini, forse un centrocampista se Maleh e Duncan vogliono giocare di più. Resta, come detto, l’incognita attaccante. Non sarà facile, anche volendo, trovare una soluzione che accontenti Cabral e non crei minusvalenze alla Fiorentina. Anche il prestito è complicato. Vedremo cosa saranno capaci di ideare i dirigenti viola, ma nel mercato di gennaio non mi faccio illusioni. Chi ha i giocatori buoni se li tiene e in genere per un colpo invernale servono troppi soldi. Vediamo e speriamo. Resta il capitolo Amrabat. Il giocatore è incedibile e la Fiorentina lo sta urlando a tutti. E’ un’operazione che in questo momento non avrebbe senso e che la Fiorentina non ha mai neppure preso in considerazione. Trattasi di ovvie, normali attenzioni, pensieri e parole per accompagnare le prestazioni di altissimo livello in Qatar che hanno acceso i riflettori sul marocchino. I procuratori e gli intermediari sono in Qatar apposta, per suggerire nomi e soluzioni, ma il Mondiale in inverno complica notevolmente gli affari. La Fiorentina è tranquilla, attorno ci sono gli squali, ma Amrabat è in una vasca di cristallo. Protetto dal contratto. Come già detto, la Fiorentina ha un’opzione fino al 2025 che a tempo debito potrà fare scattare. Tre anni sono tanti. E anche volendo, una cessione oggi di un giocatore di 26 anni che hai pagato 20 milioni e sta rendendo molto, è assolutamente sconsigliata. Transfermarkt lo valuta dieci milioni e anche se arrivasse un “amatore”, mettiamo il Liverpool, per essere attraente dovrebbe mettere sul piatto 40-50 milioni, cifra fuori logica. Pensate che il Barcellona chiede dieci milioni per Kessie preso a zero l’estate scorsa dal Milan. Quindi tranquilli, non date retta ai soliti noti che raccontano di appartamenti comprati a Londra, di affare possibile e altre amenità. Anche se il giocatore (ipotesi assoluta) dovesse tornare dal Qatar con l’idea di andar via, la Fiorentina risponderebbe mostrando il contratto che, come detto, lo vincola fino al 2025. In queste situazioni al massimo, ma con calma, si potrebbe pensare a un allungamento di un altro anno, fino al 2026 quando il giocatore avrà 30 anni, al massimo due, portando l’ingaggio da 1,5 a due e poi gradualmente a 2,5 fra i massimi per la viola. Ma, ripeto, sono ipotesi e il giocatore ha sempre mostrato attaccamento al viola e senso di appartenenza. Come avrete capito, in pratica non c’è niente di nuovo. E’ tornato Burdisso, Barone è andato in Qatar, la Fiorentina sta semplicemente analizzando tutte le situazioni, comprese quelle scritte qui sopra, prima di prendere decisioni e focalizzare gli obiettivi. E’ un momento di empasse e riflessione, ma non può essere che così con questo mondiale piazzato in mezzo alla stagione, che sta al calcio come un gatto attaccato dove volete voi e immagino abbiate capito…

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