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Viola, che fatica. Ecco quanto tempo avrà Palladino per dare un gioco alla Fiorentina

Viola, che fatica. Ecco quanto tempo avrà Palladino per dare un gioco alla Fiorentina - immagine 1
Dall'inizio della stagione ufficiale è la difesa il reparto ad essere in maggiore difficoltà, anche perché Pongracic sta tremendamente deludendo
Enzo Bucchioni Editorialista 

Nessuno è contento di questa Fiorentina pareggiosa, ma questa non può essere la Fiorentina. L’estrema sintesi delle prime cinque partite ufficiali e di tutto ciò che abbiamo visto in Conference e in campionato, credo si possa racchiudere in questi pochi concetti molto chiari. Ma l’analisi non deve essere superficiale, cerchiamo di andare oltre le solite invettive contro Biraghi e i suoi errori o l’incomprensibile esclusione di De Gea che nessuno ha accettato, ora che il mercato è finito e il campionato si ferma per due settimane, cerchiamo di capire che squadra è stata costruita e se l’allenatore la potrà portare all’obiettivo dichiarato dell’Europa League. Torno così a un concetto tanto caro a Silvio Berlusconi che amava parlare della stoffa (la squadra) e del sarto (l’allenatore). La stoffa per me è buona, sulla carta questa squadra è più forte di quella dell’anno scorso. Non sarà fatta di cachemire, ma dopo tanta sofferenza, decine di nomi, incertezze e ritardi, sono arrivati undici giocatori non banali che hanno un denominatore comune: tutti hanno scelto Firenze per rilanciarsi o per lanciarsi definitivamente. Le motivazioni non mancheranno a nessuno e siccome l’età media dei nuovi è bassa (ci sono tanti giovani) può nascere un buon gruppo, carico di ambizioni. La Fiorentina ha messo in atto una sorta di rivoluzione che può ricordare quella dell’era Montella. Finalmente ci sono anche un centravanti che sa fare gol (Kean) e un portiere (De Gea) di livello internazionale (magari li avesse avuti Italiano). Gudmundsson è un talento, a centrocampo Bove nella Roma di Mourinho aveva un ruolo importante, Cataldi era titolare nella Lazio di Sarri, Adli viene dal Milan, ha giocato in Champions, Richardson è un ragazzo interessante. Gosens è l’esperienza. Fino ad oggi non ci è piaciuto Colpani, ma non può essere questo. E non è piaciuto neanche Pongracic e qui vengo a quello che si poteva fare meglio e non si è fatto: rinforzare la difesa.

In difesa serviva altro

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L’ex Lecce finora è stato un vero disastro, vengono in mente i tanti affari di Corvino alla Felipe Melo. Speriamo di sbagliare. Alla Fiorentina serviva un giocatore di personalità, capace di guidare la difesa a tre, in grado di fare ripartire l’azione, se hanno pagato Pongracic quasi diciassette milioni (con bonus) credo lo abbiano seguito tante volte e analizzato bene. Ha bisogno di tempo per inserirsi? Non è in forma? Non riesce a digerire la difesa a tre? Non ho risposte. Spero solo che sia un giocatore diverso da quello che abbiamo visto e si riprenda presto perchè se non sarà così in rosa non restano che Quarta, Ranieri e il giovane Comuzzo. Non oso pensare a tanto. C’è anche il giovane Moreno, ma l’esperienza è relativa e lui sì che andrà aspettato per fargli capire il calcio italiano. Non ho parlato di Biraghi a sinistra e Kayode a destra perchè sono soluzioni d’emergenza e l’emergenza non deve essere la norma. Biraghi ha sempre fatto fatica a difendere, anche nelle diagonali della difesa a quattro spesso chiudeva in ritardo. Il suo forte non è la fase difensiva, proporlo come centrale di sinistra può produrre i danni visti con il Monza. Concludendo, per la difesa si doveva e si poteva fare meglio, con i soldi di Pongracic c’era in vendita Sutalo. Ma anche Theathe. E’ stato ceduto Milenkovic che non aveva fatto benissimo, perchè non è stato venduto anche Quarta discusso da sempre? Che fare adesso a mercato chiuso? Non ci resta che parlare del sarto, di Raffaele Palladino. Siamo delusi? Inutile nasconderlo. Dopo un mese e mezzo di lavoro la Fiorentina non ha ancora un’identità, disastrosa nella fase difensiva, non gioca da squadra. E’ evidente che l’allenatore inesperto abbia commesso molti errori, anche dialettici. Il mercato aperto c’è per tutti, vedo squadre in costruzione come la Fiorentina con allenatori che hanno già saputo dare una bella personalità. E allora? Non dobbiamo meravigliarci di quello che succede o pensare a soluzioni drastiche. Palladino è arrivato alla Fiorentina con un’esperienza minima, poco più di un anno e mezzo di panchina in un ambiente senza pressioni come Monza e con un tutor eccezionale come Adriano Galliani. L’esperienza non ce l’ha, se la sta facendo. E’ talmente evidente che formazioni come quella dell’andata con il Puskas o l’esclusione di De Gea di domenica, ma anche tante altre situazioni gestite in modo discutibile, ci fanno capire che Palladino è in salita. Non voglio dire che non è pronto per una piazza come Firenze, ma la sua continua richiesta di tempo è la dimostrazione che sta faticando a trasmettere i suoi concetti calcistici alla squadra.


Non è ancora tempo di processi

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C’era da aspettarselo? Forse sì. Nessuno nasce imparato, come dice qualcuno. Vanoli al Torino ha fatto prima, ma allena da anni, è stato anche in Russia. Anche D’Aversa a Empoli ha dato subito tanto, ma ha esperienza. Gli esempi sarebbero molti, ma siccome tutto il mondo del calcio (Coverciano in primis) ci ha sempre detto che Palladino è un talento della panchina, a questo punto va aspettato e accompagnato nel suo percorso di crescita. Con una sola domanda: di quanto tempo ha ancora bisogno per dare un gioco alla Fiorentina e correggere i difetti? La risposta deve arrivare in fretta, i tempi del calcio sono più veloci dell’orologio. Ho sempre pensato che un periodo ragionevole potesse essere il 15 settembre, alla ripresa del campionato dopo la sosta. Quella deve essere la dead-line, oltre non si può andare. Attenzione però, il 15 non mi aspetto la Fiorentina perfetta, contro l’Atalanta vorrei soltanto vedere una squadra crescere, cominciare a fare le cose giuste, muoversi in maniera armonica, consapevole di quello che fa. Nelle cinque partite giocate fino ad oggi la prima è uguale all’ultima, non c’è stato un miglioramento e questa è la cosa che più deve far pensare. Un po’ meglio soltanto la condizione fisica, ma poca roba. Le difficoltà si notano anche nelle scelte: Palladino ha ruotato venticinque giocatori. Quando si fa così a inizio stagione vuol dire che le idee non sono chiare, che si fanno esperimenti. Tutto questo deve finire in fretta, c’è bisogno di una squadra-base sulla quale lavorare per trovare continuità, per poi partire con un turn over mirato. E anche sull’assetto tattico ci sarebbe molto da dire. E’ evidente che la fase difensiva non funzioni. Palladino vuol continuare con la difesa a tre? Legittimo. Ma anche i giocatori vogliono continuare così? Sono adatti a quel calcio? Immagino che fra loro si parleranno. E poi comunque la difesa a tre, buona o scarsa, va protetta centralmente, i meccanismi del centrocampo invece non ci sono e non ci possono essere, l’allenatore ha cambiato in continuazione gli interpreti. Non voglio suggerire moduli, ma il 3-5-2 potrebbe essere una soluzione con Kean e Gud (quando tornerà) seconda punta. E poi De Gea in porta, Quarta, Pongracic e Ranieri in difesa in attesa di Moreno. In mezzo Dodò, Bove, Cataldi, Adli e Gosens. A naso vedo equilibrio, qualità e muscoli. In questo momento andrei sulle certezze e sulla ricerca dell’equilibrio. E su questo ancora una volta applaudo i tifosi veri che hanno capito come i pareggi con Parma e Venezia neopromosse, ma anche il Monza, siano dolorosi, ma in questo momento vadano accettati. Non è ancora tempo di processi. La Fiorentina è una squadra bambina, va tenuta per mano e accompagnata.

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