Non è ancora tempo di processi
—C’era da aspettarselo? Forse sì. Nessuno nasce imparato, come dice qualcuno. Vanoli al Torino ha fatto prima, ma allena da anni, è stato anche in Russia. Anche D’Aversa a Empoli ha dato subito tanto, ma ha esperienza. Gli esempi sarebbero molti, ma siccome tutto il mondo del calcio (Coverciano in primis) ci ha sempre detto che Palladino è un talento della panchina, a questo punto va aspettato e accompagnato nel suo percorso di crescita. Con una sola domanda: di quanto tempo ha ancora bisogno per dare un gioco alla Fiorentina e correggere i difetti? La risposta deve arrivare in fretta, i tempi del calcio sono più veloci dell’orologio. Ho sempre pensato che un periodo ragionevole potesse essere il 15 settembre, alla ripresa del campionato dopo la sosta. Quella deve essere la dead-line, oltre non si può andare. Attenzione però, il 15 non mi aspetto la Fiorentina perfetta, contro l’Atalanta vorrei soltanto vedere una squadra crescere, cominciare a fare le cose giuste, muoversi in maniera armonica, consapevole di quello che fa. Nelle cinque partite giocate fino ad oggi la prima è uguale all’ultima, non c’è stato un miglioramento e questa è la cosa che più deve far pensare. Un po’ meglio soltanto la condizione fisica, ma poca roba. Le difficoltà si notano anche nelle scelte: Palladino ha ruotato venticinque giocatori. Quando si fa così a inizio stagione vuol dire che le idee non sono chiare, che si fanno esperimenti. Tutto questo deve finire in fretta, c’è bisogno di una squadra-base sulla quale lavorare per trovare continuità, per poi partire con un turn over mirato. E anche sull’assetto tattico ci sarebbe molto da dire. E’ evidente che la fase difensiva non funzioni. Palladino vuol continuare con la difesa a tre? Legittimo. Ma anche i giocatori vogliono continuare così? Sono adatti a quel calcio? Immagino che fra loro si parleranno. E poi comunque la difesa a tre, buona o scarsa, va protetta centralmente, i meccanismi del centrocampo invece non ci sono e non ci possono essere, l’allenatore ha cambiato in continuazione gli interpreti. Non voglio suggerire moduli, ma il 3-5-2 potrebbe essere una soluzione con Kean e Gud (quando tornerà) seconda punta. E poi De Gea in porta, Quarta, Pongracic e Ranieri in difesa in attesa di Moreno. In mezzo Dodò, Bove, Cataldi, Adli e Gosens. A naso vedo equilibrio, qualità e muscoli. In questo momento andrei sulle certezze e sulla ricerca dell’equilibrio. E su questo ancora una volta applaudo i tifosi veri che hanno capito come i pareggi con Parma e Venezia neopromosse, ma anche il Monza, siano dolorosi, ma in questo momento vadano accettati. Non è ancora tempo di processi. La Fiorentina è una squadra bambina, va tenuta per mano e accompagnata.
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