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Una settimana al via con il sogno di partire con una Fiorentina già fatta
Sette giorni. Tanto manca, per la Fiorentina, al via della stagione. Dalla vittoria di Udine con annessa “festa” (ma davvero c'è qualcuno che ha festeggiato?) per la qualificazione alla Conference League, passando per la conferenza stampa di Commisso, Ferrari e Pradè, le incredibili dimissioni di Palladino (strano che un “predestinato” come lui sia rimasto a piedi...), la ricerca rapida ed efficace di un nuovo allenatore per arrivare alle prime mosse di mercato. In 43 giorni (tanto è passato dal 25 maggio, data in cui si è chiuso il campionato) è successo tutto e il contrario di tutto e del resto “noi siamo la Fiorentina” e di vivere tranquilli e sereni proprio non ne vogliamo sapere.
Poco più di un mese, si diceva, eppure pare una vita fa. E chissà. Magari da tutto quel caos ne verrà pure fuori qualcosa di buono. Di certo, come ci siamo già detti, l'avvio di mercato è stato confortante: il rinnovo di De Gea, l'arrivo di Dzeko, gli acquisti di Fazzini e Viti, il riscatto di Gudmundsson a prezzo scontato. Raramente, negli ultimi anni, si era vista una Fiorentina così pronta e reattiva. Non solo. Forse per la prima volta dopo diverso tempo si ha la sensazione che si possa costruire su una base già esistente e che, finalmente, esista la possibilità di aggiungere, e non di sostituire. Speranze, per il momento. Con qualche pezza di appoggio concreta, ma pur sempre speranze.
Ad oggi infatti ci sono ancora troppe partite aperte. E tutte decisive. La prima, va da sé, riguarda il solito Kean. E se è vero che la prima settimana con la clausola attiva è filata via liscia è altrettanto evidente che sia la seconda (al via oggi) quella più pericolosa. Previsioni? Per quanto mi riguarda, a costo di apparire pavido e para..., siamo sempre al 50 e 50. L'unica certezza, piaccia o no, è che Moise non ha già scelto di restare. Altrimenti, e appare superfluo ribadirlo, lui o chi per lui lo avrebbe già fatto sapere o comunicato ufficialmente. Se non lo ha fatto è perché nella sua testa c'era e c'è l'ambizione di andare in un club più importante. Niente di strano né di scandaloso, così come è assolutamente comprensibile che su “partite” come questa la Fiorentina (Pradè dixit) sia costretta a “giocare in seconda battuta”. Non resta che aspettare quindi, sperando che il valzer degli attaccanti che sta per partire non coinvolga il bomber viola e che lui e il suo agente, semmai qualcuno bussasse dopo il 15 luglio, mantengano la parola data. “Andremmo via solo con la clausola”, hanno garantito alla società. Ai fatti, il compito di verificarne la serietà.
E poi Dodò. Un altro titolare e punto di forza col futuro più che in bilico. La sua vicenda ormai è nota e pure nel suo caso la Fiorentina è “vittima” del suo status da club non di prima fascia. Un esempio? L'Inter rischia di perdere Dumfries (ha una clausola da 25 milioni) e se l'olandese se ne andasse il brasiliano diventerebbe in automatico un obiettivo di Marotta. Alla fine è come in natura, e nella catena alimentare: c'è sempre qualcuno che sta più in alto di te. E quindi l'Inter non ha le armi per difendersi da squadre come Barcellona, Ciyt o Psg, la Fiorentina ha pochi strumenti per opporsi all'assalto dei nerazzurri e via così...Certo, si può lavorare per crescere e risalire qualche posizione in quella catena, ed è quello che (da anni) chiediamo a Commisso e ai suoi dirigenti.
Torniamo alla strettissima attualità, comunque, e all'avvicinarsi del raduno e dei primi allenamenti. Se davvero Kean alla fine restasse, avremmo una Fiorentina che pronti via, parlando dell'undici “titolare”, sarebbe quasi pronta. Mancherebbe il regista (e non a caso si sta lavorando per prenderlo il prima possibile) e, di fatto, resterebbero da chiarire il caso Dodò e quello relativo a Mandragora. Per il resto, incredibile ma vero, la formazione tipo sarebbe pronta: De Gea, Comuzzo, Pongracic (o Pablo Marì), Ranieri; Dodò?; Fazzini/Mandragora; X, Fagioli, Gosens; Gudmundsson, Kean. Ora, si può discutere sul valore della squadra (per me per esempio sui centrali ci sarebbe amplissimo margine di miglioramento) ma poter partire così, e non con una banda di ragazzini della Primavera o solo con gente che già sa di dover partire, mi pare un enorme passo in avanti.
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