Parafrasando e ribaltando Ennio Flaiano potremmo dire che “la situazione è seria, ma non grave”. Inutile girarci tanti attorno: quanto successo sabato sera al Franchi ha lasciato tutti con un senso (appunto) di seria preoccupazione addosso. Perché è vero, il Napoli è una squadra che c’entra poco con questa serie A per valori tecnici, fisici e di consapevolezza, ma la Fiorentina gli si è offerta e consegnata come raramente ci era capitato di vedere. Basta pensare all’avvio di partita. Uno si aspetta l’approccio feroce, magari anche sgangherato, ma pieno di foga da parte di chi giocava per la prima volta davanti ai propri tifosi e che sapeva di dover colmare il gap col proprio avversario mettendoci qualcosa in più sul piano della cattiveria… e invece... 40”… e il Napoli era già sulla bandierina… 3’… ed era in vantaggio. Per non parlare del secondo tempo. Uno pensa: i viola partiranno fortissimo anche solo per provare una reazione. Risultato: immediato 0-3 e Napoli in totale controllo.

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Una Fiorentina al buio e alla ricerca di se stessa. Sta a Pioli accendere la luce
Tutto questo per dire che è prima di tutto questo a dover preoccupare. La totale assenza di vita/luce/agonismo con la quale la Fiorentina si è presentata in campo. E per fortuna che se non altro, nel finale, un minimo di scossa c’è stata. Un timido segnale al quale aggrapparsi, ben sapendo che tanto ha contribuito l’atteggiamento del Napoli (non vorremmo essere stati nei panni dei giocatori, alla ripresa, perché abbiamo visto Conte in faccia nel post gara…) e che non può certo bastar quello per consolarsi.
Stentano in tante
—Come dicevamo però, sarebbe sbagliato lasciarsi andare ad ansie e disfattismo. Per diversi motivi. Il primo: guardatevi attorno. La Roma che pareva già il tipico rullo compressore made in Gasp non ha fatto un tiro in porta e ha perso in casa col Toro. Il Como travolgente della prima giornata ha perso a Bologna e pareggiato col Genoa. L’Inter ingiocabile all’esordio ha infilato due sconfitte di fila… il Milan perde in casa con la Cremonese poi mette insieme due vittorie. Insomma… è un avvio di campionato molto strano e secondo me condizionato dai tantissimi cambi di allenatore i quali, quindi, hanno bisogno di un minimo di tempo per trovare la quadra.
Pioli deve trovare la quadra
—E così veniamo a Stefano Pioli. Ero e resto convinto che sia lui quel valore aggiunto che può permettere ai viola di alzare il livello. Detto questo, alcune scelte sinceramente non le ho capite. Parolo dell’insistenza su Comuzzo, da tutti descritto come confuso dopo le vicende di mercato, di Fagioli regista, di Dzeko titolare col Napoli, dell'esclusione di un Fazzini che ogni volta che ha messo piede in campo ha dato la scossa. Lascio in sospeso invece almeno per il momento la questione difesa a 3 perché mi sto convincendo che quei giocatori vadano tremendamente in crisi non tanto per il “modulo”, ma per la filosofia. Se chiamati a giocare, a fare scelte coraggiose e di qualità col pallone tra i piedi, si perdono. Per questo e l’azione non parte mai nei modi e nei tempi giusti. Non è un caso insomma, né un mistero, che il mister avesse chiesto (almeno) un difensore con caratteristiche diverse… Questi sono, però, e tocca a lui e a loro adesso trovare una strada per venir fuori da questo avvio così complesso. Magari, anche attraverso scelte forti e difficili. Del resto, questo tecnico se lo può e se lo deve permettere.
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