Champions: sogno o son desto?
—E così veniamo al vero punto interrogativo di questi giorni: la Fiorentina può sognare addirittura la Champions? La prima risposta è che i tifosi non solo possono, ma devono sognare. Pure lo scudetto, se vogliono. Anche perché se la città si infiamma (in positivo) non può che dare un'ulteriore spinta alla squadra. L'importante è che il sognare non si trasformi in pretendere (vorrebbe dire mettere inutili e immeritate pressioni) e, soprattutto, che la squadra stessa e tutti quelli che le stanno attorno invece mantengano grande equilibrio. Benissimo entusiasmo e (sana) autostima quindi, ma senza che questi diventino euforia e presunzione. Per questo, sarà fondamentale il lavoro della società. Nell'immediato nel saper tenere sempre alto il livello dell'attenzione e della tensione e pensando al prossimo futuro invece, ed ogni riferimento all'anno scorso non è puramente casuale, nel dare al gruppo il giusto supporto. Per intendersi: se a gennaio i viola (esattamente come dodici mesi fa) si troveranno ancora lì sarà obbligatorio (altrimenti sarebbe la definitiva certificazione di una scarsa ambizione) intervenire con i rinforzi necessari.
A noi invece, e per noi intendo la stampa, il compito di stare nel mezzo tra tifosi e squadra. Possiamo e dobbiamo dar fiato all'entusiasmo e ai sogni della gente, ma senza perdere contatto con la realtà quando andiamo ad analizzare prestazioni, risultati e possibilità. Se si parla di Champions quindi, è dura considerare i viola alla pari delle altre: Napoli, Inter, Juventus, Milan e Atalanta restano decisamente superiori e la stessa Roma, in teoria, ha una qualità media più alta. Solo la Lazio, parlando di potenziale, si può considerare sostanzialmente al pari dei viola. Ciò non significa che sia impossibile. Al contrario. Tante volte i valori sono stati ribaltati e del resto è quello che è successo in queste prime 10 giornate. Andando nel dettaglio dell'undici “tipo” comunque, possiamo finalmente dire che qualche giocatore da Champions c'è: De Gea, Dodò e Gosens sicuramente, con Gudmundsson e Kean seriamente candidati e Adli che in fondo, in quel contesto, c'è già stato.
Brava società, ma adesso continuare
—Tutto questo per dire e sottolineare il bel lavoro che è stato fatto in estate (nonostante i ritardi e le criticità ancora aperte, vedi vice Kean) e, soprattutto, per ribadire che si può far bene calcio anche senza avere a disposizione mezzi illimitati. Certo è più difficile, ma si può. L'importante, da ora in poi, sarà continuare su questa strada. Magari, piantando il prima possibile qualche certezza e quindi trasformando in acquisti definitivi alcuni dei (tantissimi) prestiti. Per il momento comunque, va benissimo così.
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