VIOLA NEWS esclusive gli opinionisti Un bacio a Celeste, 3-4-1-2 affascinante ma complicato. Kean: serve ancora tempo
L'imbucata

Un bacio a Celeste, 3-4-1-2 affascinante ma complicato. Kean: serve ancora tempo

Matteo Magrini
Pioli deve essere supportato dal mercato mentre per Kean non è tutto così semplice

Ciao Celeste

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Prima di tutto, e pur con ritardo, un pensiero a Celeste e alla famiglia. Non ho avuto occasione di farlo fino ad ora, e sentivo la necessità di partire da qua. Perché quello che è successo ha sconvolto tutti. Perché Celeste era un uomo che stava tutto nei suoi occhi. Buoni, sinceri, pieni di pace. Talmente belli, e apparentemente specchio di totale serenità, da averci totalmente ingannato. Ed è inutile adesso, in particolare per chi come tanti di noi non andava oltre una semplice e graditissima conoscenza, star qua a domandarsi “perché”. Ed è vigliaccamente auto assolutorio chiedere retoricamente a Celeste “come mai non hai parlato”... Sta a chi sta fuori, aiutare chi è divorato da dentro a farsi aiutare. Una storia triste, che dovrebbe tra le mille altre cose spingere chi “gioca” con l'animo delle persone (bulli da web, leoni da tastiera ecc ecc ecc...) a riflettere su quanto possano essere delicati e fragili testa e anima. Un abbraccione a chi vuol bene a Celeste, comunque, sperando che sia anche un minimo di conforto.

Il ruolo di Dzeko

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Dura parlar di calcio ora, ma siamo qua (soprattutto) per questo e in fondo siam sicuri che anche Celeste, che trovava probabilmente nella Fiorentina e nel microfono quella pace che non aveva altrove, vorrebbe che lo facessimo. E' dura anche trovar qualche spunto realmente concreto da queste primissime uscite estive eppure, ripartendo dallo 0-3 sul Grosseto, qualcosa si può dire. Il ruolo di Dzeko, per esempio. Son sempre più convinto che in questa sua ultima versione (vista l'età) sia destinato ad esser sempre meno centravanti e sempre più regista offensivo. Un catalizzatore di attenzioni (altrui) e di palloni da distribuire poi a chi gli sta accanto o a chi si butta dentro da dietro. Un'idea interessante, per un numero 10 travestito da 9, ma che andrà rivista quando i ritmi si alzeranno e quando gli spazi, sulla trequarti, saranno molto ma molto ridotti. A proposito. Pioli ha scelto di ripartire da una soluzione vintage. Quasi scomparsa: il rifinitore puro alle spalle di due attaccanti. Roba che, ad alti livelli, non si vede da un pezzo. Perché la qualità è stata spostata sugli esterni, e perché è dura potersi permettere tre uomini (o due e mezzo) di talento purissimo, ma di poca quantità.

Certo, vedere insieme Gudmundsson, Dzeko e Kean affascina tutti. La domanda è: riuscirà il mister a convincere uno come l'islandese a lavorare in fase di non possesso? E ancora: reggerà il fisico di Edin? E Moise, saprà fare quella pressione ultra aggressiva che Luis Enrique pretende e ottiene, giusto per citare un esempio utile, da Dembelè? Dubbi leciti, e dai quali credo non si possa sfuggire. Nel calcio di oggi infatti non ci sono tante certezze e lo spazio per inventare soluzioni non si esaurisce mai, ma una cosa è evidente ormai a chiunque: nessuna squadra può permettersi più di un giocatore (e forse nemmeno quello) che non lavori quando il pallone lo hanno gli altri. Di sicuro, per poter dare continuità a quel tipo di progetto, Pioli là davanti ha bisogno di ricambi di grandissima qualità. E se Fazzini può essere un vice Gud all'altezza (seppure con caratteristiche diverse) Beltran ha dimostrato di non poter garantire un rendimento all'altezza mentre un bomber vero, di scorta, proprio non c'è.

Il centrocampista

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L'altro tema bollente riguarda il centrocampista, anche se ormai la scelta mi pare sia stata fatta: l'organizzatore di gioco (chiamiamolo regista) sarà Fagioli e proprio per questo, e per supportare quei tre là davanti, serve un giocatore che abbia struttura e che, più che altro, copra tanto campo. Kessie è il primo in lista ma trovare la quadra sull'ingaggio è complicatissimo, Hugo Larsson è un calciatore leggermente diverso ma che avrebbe tutto per diventare un top assoluto. Si vedrà. Di certo, sul mercato, c'è ancora tanto da fare. In entrata e, missione antipatica ma fondamentale, in uscita.

Il rinnovo di Kean

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Chiusura sul rinnovo di Kean. La proposta concreta la Fiorentina l'ha fatta, e va salutata con soddisfazione perché mettere sul piatto 4,5 milioni netti fino al 2030 significa dar corpo alle proprie ambizioni. Il “problema” è che la richiesta di Moise e del suo agente è più alta (circa 5,5 milioni) e che sulla clausola ci sarà da “battagliare” parecchio. Sensazioni? Io resto abbastanza ottimista ma la partita è più complessa di come qualcuno la voleva dipingere...