Dalla Serie A alla Terza Categoria, passando per le giovanili fino ai Pulcini. Chiunque abbia mai fatto parte di una squadra, a prescindere dalla categoria, avrà sentito l'allenatore pronunciare la seguente frase: "Per me non esistono titolari e riserve". Un evergreen, che si accompagna a molte altre massime radicate nella trazione calcistica (non sempre supportate alla riprova dei fatti). Ecco, non so se Stefano Pioli l'abbia detto nello spogliatoio, ma nelle scelte il tecnico ha già delineato gerarchie abbastanza chiare. Quasi un ritorno all'antico rispetto a chi prova, almeno nel precampionato, a tenere tutti sulla corda. Forse un modo per guadagnare tempo visto che l'esordio stagionale (leggi playoff Conference) sarà subito da dentro/fuori.

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“Titolari” e “riserve”, Pioli va controcorrente e gioca a carte scoperte
Fin dalla primissima amichevole contro la Primavera, dove spesso e volentieri gli allenatori mescolano le carte, lui ha schierato una Fiorentina molto più che verosimile: De Gea in porta, Comuzzo-Marì-Ranieri in difesa, Dodò e Gosens sulle fasce con Fagioli e Mandragora in mediana, Gudmundsson alle spalle della coppia Kean-Dzeko. E le amichevoli successive hanno confermato, pur con qualche piccola variazione, quale Fiorentina ha in testa Pioli. Sarà così anche stasera, dopo che contro il Leicester sono state invece schierate nella formazione iniziale le (nessuno si offenda) seconde linee.
Uno dei pochi ballottaggi da sciogliere riguardava il centrale della difesa a 3, con Pongracic che ha superato Pablo Marì. E qualcosa va ancora definito a centrocampo, con Sohm da collocare e Ndour che scalpita e per stasera è titolare. Il tutto ammesso, e non concesso, che l'assetto più offensivo con Gud e due punte di ruolo possa davvero essere quello di riferimento per la Fiorentina 2025/26. Di certo non si può scartare l'opzione con i due trequartisti (e Fazzini sarebbe il primo ad approfittarne) dietro ad una punta.
Poi, attenzione, è ovvio che sarà il campo a dare le risposte nel corso della stagione. I vari Parisi, Viti, Richardson e gli altri che (sembra) partono in seconda fila, possono e devono provare a ribaltare le gerarchie. E se dimostreranno di meritare il posto, certamente un allenatore attento e adattabile come Pioli non rimarrà rigido nelle sue preferenze. Ma ai nastri di partenza c'è da scommettere che la Fiorentina si presenterà con un undici molto molto simile a quello dello scorso 20 luglio contro la Primavera.
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