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Sul mercato un silenzio inquietante. A pensar male si fa peccato ma spesso…

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Nomi tanti, ma movimenti concreti pochi: non è che la società sta aspettando il risultato del match di domenica sera?
Matteo Magrini

Chi va piano – dice il saggio – va sano e va lontano. Chi va forte – invece – va incontro...Beh. Fermiamoci qua, ed evitiamo pure il macabro. Tanto, come finisce il proverbio, si sa. Vi domanderete cosa c'entri tutto questo con la Fiorentina ma la risposta, in realtà, è semplicissima. Parliamo di mercato, ovviamente, e di un andazzo tremendamente sinistro. Sia chiaro. L'acquisto di Folorunsho è stato tempestivo e tutto (in particolare le sue primissime uscite) lascia pensare che possa rivelarsi molto utile alla squadra. Perché ha caratteristiche che gli altri non hanno, perché può ricoprire un sacco di ruoli, perché può riportare un minimo di equilibrio e perché, soprattutto, è arrivato con fame ed entusiasmo.

Ecco. Vale la pena soffermarsi proprio su questo concetto: entusiasmo. Vi siete chiesti come mai, pur senza far niente di straordinario eh, tra lo spezzone di Monza e la gara col Torino sia stato proprio l'ex Napoli il migliore (o meno peggio) dei viola? Sarà forse perché a differenza dei compagni non si è portato in campo ansie, paure, preoccupazioni e tutto il peso per l'ormai lunga serie di risultati negativi ma, al contrario, ha giocato con lo spirito libero e la voglia tipica di chi inizia una nuova avventura? Pensateci. In fondo, e in parte, è quello che era già successo all'inizio del campionato.


Allora furono Gosens, Cataldi, Adli e Bove (oltre ovviamente a mettere nel motore della Fiorentina tutte le loro qualità) a portare in dote leggerezza e buon umore. Tutto questo per dire, o meglio per ribadire, un concetto sul quale non ci stancheremo mai di “picchiare”. Lo facciamo dal gennaio dell'anno scorso e, fino a quando non arriveranno segnali in direzione contraria, continueremo a farlo. In certi momenti il gruppo (allenatore e giocatori) hanno bisogno di un segnale forte da parte del club.

Ricordate quanto ci dicevamo un anno fa? Ricordate quando avvertivamo del rischio di rivivere quanto già visto nel famoso inverno di Paulo Sousa, Mammana e Benalouane? Grida cadute nel vuoto con la storia (ahi noi) che ci ha dato puntualmente ragione. Oggi, più o meno, ci risiamo. E se è vero che da un punto di vista tecnico questa squadra ha valori superiori a quella dello scorso anno e che quindi non sia stata costretta ad andar clamorosamente fuori giri per portarsi in quelle zone di classifica è altrettanto innegabile che, per un motivo o per l'altro, ad un certo punto si è sgonfiata.

Per questo, e perché il gruppo si è comunque meritato una “pacca sulla spalla” per quanto fatto fino ad oggi, sarebbe importante aiutarlo. Come? La risposta, è fin troppo banale. Con il mercato. E così torniamo a Folorunsho, e a quello che ha portato con sé. In un momento nel quale i suoi compagni sono intristiti, impauriti e (sportivamente) depressi metter dentro qualcuno che al contrario porti una ventata d'aria fresca farebbe tutta la differenza del mondo e allo stesso tempo, per tornare alla nostra “fissazione”, manderebbe allo spogliatoio e al mister un segnale preciso: noi siamo con voi, ci crediamo, e vogliamo alimentare l'ambizione.

Al contrario, concludere un mercato senza altri acuti particolari, farebbe passare un messaggio contrario e, quindi, pericolosissimo. Certo, nel frattempo, giocatori e allenatore devono aiutarsi da soli e dare risposte completamente diverse rispetto a quanto fatto nelle ultime settimane. Resta da capire come mai, il mercato, stiano vivendo una così lunga fase di stallo. Questione di opportunità, di difficoltà nel far cassa, nei problemi nell'individuare i nomi giusti o c'è dell'altro? Qualcuno direbbe che a “pensar male si fa peccato ma molto spesso ci s'azzecca” e noi, sinceramente, non vorremmo assolutamente fare cattivi pensieri.

Eppure, a voler essere cattivi e maligni, qualche riflessione sul fatto che si stia aspettando di vedere come andrà la partita con la Lazio prima di intervenire si potrebbe fare. Della serie: inutile spendere o fare acquisti/cessioni col rischio che poi la situazione degeneri ulteriormente e che, quindi, si decida di cambiare allenatore. Perché (informalmente) il club ha ribadito la massima fiducia in Palladino, ed è giusto sottolinearlo, ma quel silenzio nel post Torino rimbomba ancora e con i fatti, tutto questo supporto, per il momento non c'è stato. Non sarà sicuramente così ma il dubbio, come minimo, è lecito. Da parte mia comunque, e lo dico nonostante la valanga di critiche che ho mosso al mister, legare il suo futuro alla partita dell'Olimpico sarebbe follia. E non c'è bisogno di spiegare il perché...

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