Sia chiaro però. Ciò non vuol dire che l'annata sia stata fallimentare (termine orrendo) o che sia tutto da rifare. Il sesto posto per esempio, e l'essersi messi dietro una squadra sicuramente superiore come il Milan e una più o meno dello stesso livello come la Lazio, va sicuramente sottolineato. Che poi stavolta sia valso solo la Conference non è certo colpa né della dirigenza né dell'allenatore. Questo sì, è un (piccolo) passo avanti dal quale ripartire. Non mi si parli invece dei 65 punti, dei record o di robe del genere. Nel calcio si corre con gli altri, non da soli, altrimenti si fa come la Ferrari. “Abbiamo guadagnato due decimi rispetto all'anno scorso” – dicono ad ogni presentazione della nuova macchina – salvo poi arrivare ai test e alle prime gare e accorgersi di essere la terza, quarta o magari quinta forza. Per questo, ripeto, il sesto posto (rispetto ai settimi o agli ottavi) vale come miglioramento. I punti no. Perché conta la concorrenza (appunto), perché ogni campionato fa storia a sé (altrimenti cosa dovremmo dire della Fiorentina di Borja, Pepito, Pizarro, Aquilani, Cuadrado, Gonzalo e soci...l'ultima a fare 65 punti...che raccolsero molto meno di quanto valevano...?) e perché, se come ci siamo sempre detti questa è “la miglior Fiorentina dell'era Commisso”, far più punti dei precedenti tre campionati era il minimo sindacale.
Non si gridi al trionfo o a chissà quale capolavoro, quindi. Semplicemente, parlando strettamente di risultati, credo si possa dire che la Fiorentina in campionato ha fatto quello che le si chiedeva mentre nelle coppe (senza voler minimamente calcare la mano sulla Coppa Italia vista la circostanza in cui si è giocata la gara con l'Empoli) il cammino è stato al di sotto delle aspettative/potenzialità. Vogliamo per forza tradurre quest'analisi in un voto? Diciamo 6. Né più, né meno. Di certo, per come si era messa, resta un enorme rammarico per quello che poteva essere e non è stato. E ci sarà sicuramente una componente di sfortuna (vedi infortuni, ma chi non ne ha...?) ma resto convinto che si siano persi tanti punti e tanto tempo a causa delle difficoltà (legittime, s'intende, anche comprensibili) di un allenatore troppo poco reattivo nel trovare la quadra e incapace di dare un marchio chiaro, alla squadra. O pensate (visto che si parla di record di punti) che tra 15 o 20 anni qualcuno si ricorderà di questa Fiorentina? Al massimo, ci si ricorderà dei gol di Kean e delle parate di De Gea.
A proposito. La vera, grande differenza rispetto la recente passato speriamo venga fatta in estate. Il riferimento è ovviamente al mercato, e alla speranza che stavolta non venga smontato e ricostruito tutto (quasi) da capo ma che si edifichi sulle fondamenta. L'ha detto Palladino (a lui l'enorme merito di aver voluto e valorizzato Moise) e non si può che essere d'accordo con lui. “Dobbiamo ripartire da una base di 10-12 calciatori forti e attorno a loro crescere ancora”. Traduzione pane al pane e vino la vino: trattenere i big (Kean, De Gea, Dodò, Gosens, Fagioli, Gud...) e investire su pochi giocatori, mirati, forti e funzionali alle idee di un allenatore sul quale si è deciso di puntare ancora. Altrimenti, saremo di nuovo alle solite. E poi il mister. Ha fatto tantissimi errori (e li abbiamo sempre rimarcati), ha gestito in modo discutibile la rosa (ne parleremo nei prossimi appuntamenti) e non ha dato un gioco ma ha avuto il merito di crederci sempre, di dare motivazioni forti al gruppo, di risollevarsi dai momenti duri (e ce ne sono stati) e, particolare mica da poco, si è fatto accontentare in tutto e per tutto sul mercato. In estate, e a gennaio. Crescerà, ci auguriamo, e chi lavora con lui magari non lo lasci in balìa delle onde come fatto più volte in questi mesi.
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