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Preso anche Fagioli, Sottil via. È un grande mercato: voto 7,5

Nicolò Fagioli
Tocca a Palladino trovare il bandolo di una formazione che unisca personalità, identità ed equilibrio
Enzo Bucchioni Editorialista 

Nicolò Fagioli è della Fiorentina. E’ viola l’ultimo grande colpo del calciomercato, l’ultima mossa che piazza un tassello decisivo nel centrocampo e con gli altri quattro acquisti di gennaio fa crescere ancora di più una squadra già forte che adesso è davvero competitiva per un posto in Champions.

Per Fagioli è stata una trattativa durissima e complicata dopo un giorno caotico nel quale era tornata forte a galla anche l’ipotesi Cristante, e si è chiusa a meno di due ore dalla fine delle trattative, giusto il tempo di scrivere i documenti e mandarli in Lega .


La Juventus ha dato il via libera ma soltanto all’acquisto definitivo del cartellino del giocatore che adesso è tutto della Fiorentina per sedici milioni di euro più tre di bonus e il quindici per cento della futura rivendita. Segno che la Juve crede ancora fortemente in questo grande talento del suo vivaio che ha soltanto bisogno di giocare e di sentirsi centrale in un progetto calcistico, deve ritrovarsi dopo un periodo prima personalmente e poi calcisticamente non facile.

Nicolò Fagioli, 24 anni fra pochi giorni, è un centrocampista che pensa, di qualità, dal lancio e dalle intuizioni, ma anche dotato di buona gamba. Spalletti quando l’ha portato agli Europei nel giugno scorso ha detto “ha una rapidità di pensiero straordinaria, vede il gioco dove gli altri non lo vedono”. E’ da qui che bisogna ripartire per rilanciare completamente quello che può diventare, dopo Kean, un altro grande acquisto giovane, capace di diventare un punto fermo della squadra ambiziosa promessa da Rocco Commisso.

Nelle ultime ore, fatto Fagioli, dopo un tira e molla durato un’intera giornata, è stato ceduto Sottil al Milan, un altro che aveva bisogno di cambiare aria e Firenze era stanca di aspettare. Con lui non ce l’ha fatta neanche Palladino. A rilanciarlo proverà Conceicao, al Milan è costato il prestito, più dieci milioni in caso di riscatto con una percentuale sulla eventuale rivendita per la Fiorentina.

In mattinata Valentini appena arrivato, è andato in prestito secco al Verona e Biraghi era passato al Torino in prestito con riscatto fissato a un milione. Triste fine per un capitano.

Dunque, la Fiorentina esce notevolmente rafforzata da un mercato invernale incredibilmente ricco di operazioni in entrata e in uscita.

Per me il voto è alto: 7,5. E per capirci e andare al sodo, per valutare senza discorsi, ma fatti, vi propongo subito una formazione viola con il 3-4-2-1, modulo sul quale quasi sicuramente tornerà Palladino.

Eccola: De Gea; Comuzzo, Pablo Mari, Pongracic (Ranieri); Dodò, Fagioli (Adli), Folorunsho (Cataldi), Gosens; Zaniolo e Gudmundsson dietro a Kean.

E’ una squadra sulla carta molto forte, qualità, quantità ed esperienza non mancano.

Ma proviamo anche con il 4-2-3-1 giocato di recente.

De Gea; Dodò, Comuzzo, Pablo Mari (Pongracic), Gosens; Fagioli, Adli (Cataldi); Zaniolo, Gudmundsson, Folorunsho (Beltran); Kean.

Diciamolo, è una una gran bella Fiorentina che oltre ai cinque acquisti invernali avrà la possibilità nel girone di ritorno di far tornare ad alto livello giocatori come Gudmundsson e Pongracic che fino ad oggi in pratica non si sono mai visti. E poi non ho citato Ndour, un altro dei nuovi arrivati, giovane azzurro di grande prospettiva.

Quello che la Fiorentina aveva programmato è riuscita a fare, ovvero completare il rinnovamento della rosa, togliere dallo spogliatoio tutti quelli che giocavano poco, mai entrati in sintonia con l’allenatore, e avevano il muso lungo, e immettere al loro posto nuove energie con giocatori capaci di portare qualità, muscoli e centimetri.

Mi sento di dire che l’operazione programmata dalla Viola e annunciata in esclusiva proprio da Violanews il due gennaio scorso, è ampiamente riuscita, sempre sulla carta naturalmente. Obiettivo centrato.

Il mercato vale 7,5 , se volete un voto. E lo posso anche alzare a 8 se penso alla mancata cessione di Comuzzo al Napoli che a 35 milioni tutti avrebbero fatto. Tutti meno uno: Rocco Commisso. Ma ne parlerò più avanti.

Dei cinque nuovi, di Folorunsho abbiamo già detto tutto il bene possibile e l’ha già dimostrato in campo. Ma anche di Pablo Mari, giocatore esperto, carismatico, buoni piedi, nuova guida per la difesa viola. Lo vedrete presto.

Domenica scorsa sono arrivati Zaniolo, 26 anni, e Ndour vent’anni.

L’operazione Zaniolo, già provata in estate, assomiglia molto a quella che ha portato Kean in viola. Se l’ex Roma, prodotto del settore giovanile della Fiorentina, è tornato a casa con umiltà e la voglia di rilanciarsi, se ha in testa l’obiettivo di riprovare a diventare quel campione che avrebbe potuto essere, Zaniolo è un giocatore che sa fare la differenza. All’occorrenza gioca pure da centroavanti, un vice Kean c’è.

All’Atalanta non è scattato il feeling con Gasperini, la palla ora passa a Palladino, un compito difficile, ma stimolante.

Ndour è un centrocampista capace di giocare in diversi ruoli, gran fisico, ha fatto tutto il percorso delle nazionali giovanili fino all’under 21 dove ha giocato una quindicina di partite. Passato dal Brescia e dall’Atalanta, è stato al Benfica e al Psg, quest’anno in Turchia dove ha giocato poco. Forse l’errore è stato proprio questo, farlo girare troppo da ragazzino.

Ora è tutto della Fiorentina che potrà farlo crescere con serenità per sviluppare il talento e le qualità che dimostra da quando era giovanissimo.

Di Fagioli ho appena detto. Per tutti era il talento più limpido del calcio italiano, può tornare ad esserlo.

Ma tenere Comuzzo è l’altro grande affare della Viola in questo mercato. Dico la verità, come sempre. Ragiono di calcio in senso stretto e vi dico che a 35 milioni, un difensore di 19 anni con appena una ventina di gare in serie A, andava venduto. Rocco invece ha ragionato con altri parametri che sono la passione, il cuore, il senso di appartenenza. Se volete questo è un grande segnale lanciato a tutto il mondo viola, ma anche al calcio. Commisso ha fatto capire che vuole crescere, ha detto chiaro e tondo che questa squadra ha degli obiettivi e a gennaio non si tocca, ma si rafforza. Pure Comuzzo ha fatto quello che ci aspettavamo da lui: il giovane-vecchio e maturo. Se avesse puntato i piedi, se avesse chiesto forte e chiaro di andare al Napoli (modello Vlahovic), trattenerlo sarebbe stato complicatissimo. E’ felice qui, è felice di fare il calciatore, il mestiere che ama, e Firenze è la dimensione che oggi sente sua. Non ha pensato alla carriera o all’ingaggio, ha messo in campo altri valori e questo è straordinario.

Così è nata la nuova Fiorentina, in pochi mesi è stato smantellato, non c’è più quel gruppo che era arrivato a tre finali senza vincerle, un gruppo che comunque era andato oltre il suo valore tecnico. Per crescere era giusto tagliare con il passato.

E’ nata una Fiorentina più forte, per me molto più forte. Una Fiorentina così forte che si riallaccia a quella del 2016, l'ultima di Sousa.

Ora la palla passa a Palladino. La società ha fatto tutto per supportarlo, ha ceduto i giocatori che non trovavano spazio e forse ostacolavano il suo lavoro, per sostituirli con profili di alto livello.

Tocca a Palladino trovare il bandolo di una formazione che unisca personalità, identità ed equilibrio.

Fino ad oggi sono arrivati i punti, tanti, al di sopra delle aspettative, e per questo dobbiamo dirgli bravo, ma per rimanere a quel livello ora serve molto di più.

Nei giorni scorsi Palladino ha detto più o meno “Non mi piace vincere nel modo visto contro la Lazio”, neppure a noi. Si può dare e fare di più, una volta lo cantavamo. Ora ce lo aspettiamo.

Purtroppo però, intanto giovedì sera contro l’Inter sarà durissima. Nel recupero della gara maledetta per Bove, senza i sei ceduti (Sottil al Milan, Quarta al River, Biraghi al Torino, Ikonè al Como, Kouamè all’Empoli, Kayode al Brentford), senza la possibilità per regolamento di far giocare i nuovi, con Colpani e Cataldi in dubbio, i giocatori sono contati. Mi aspetto un 4-4-1-1 con De Gea, Comuzzo, Pongracic, Ranieri, Gosens; Dodò, Adli, Mandragora, Beltran; Gudmundsson e Kean. Vedremo.