Eppure, volendo restare al parallelo con il passato, e tanto per attirarmi la quotidiana dose di improperi, non si può non notare che proprio per far fronte al caos del dopo Gattuso Daniele Pradè fece la migliore delle scelte della sua seconda esperienza fiorentina: scegliere Vincenzo Italiano. Chissà quindi. Magari anche stavolta riuscirà a tirar fuori un coniglio dal cilindro, portando a Firenze un allenatore capace di riaccendere nella piazza (almeno) un minimo di entusiasmo. Da questo punto di vista, ho già detto come la penso: benissimo Pioli, bene Farioli. E qua veniamo alla questione principale.
L'attesa
—La Fiorentina infatti ha fatto la sua scelta e, da qualche giorno ormai, sta facendo di tutto per convincere Pioli a tornare. Missione difficile, ma non impossibile. E sia chiaro: non è soltanto una questione di soldi. Anzi. Quello è il nodo più semplice da sciogliere e del resto, chi conosce Stefano, non poteva avere il minimo dubbio. Sono altre le priorità: garanzie di natura tecnica e, altro aspetto al quale tiene particolarmente, di "qualità" di rapporti. Traduzione del secondo aspetto: chiarezza dei ruoli, confronto continuo (ma costruttivo) con la dirigenza e, se possibile, avere vicino una figura di fiducia che possa far da tramite con la proprietà senza troppi filtri. Chiamatelo bischero....
Per questo quello che accadrà nei prossimi giorni (se fosse nelle prossime ore sarebbe meglio) sarà determinante per capire cosa ne sarà o potrebbe essere della Fiorentina. Per questo seguire la trattativa tra Stefano e la società è importantissimo. Perché il mister è sicuramente innamorato di questi colori e di questa città ed è disposto a rinunciare a barche di soldi pur di tornare ma questo non significa che si farebbe andar bene qualsiasi cosa. Al contrario. E' un allenatore scudettato, seguito anche da club di prima o primissima fascia (Juve, Atalanta...) e, proprio perché conosce e rispetta come pochi questa piazza, si siederebbe sulla panchina del Franchi solo se sicuro di poter dare il meglio di sé e di poter provare a regalare alla gente qualcosa di bello.
Per intendersi. Dovesse decidere di accettare, potremmo stare abbastanza tranquilli e guardare con discreta fiducia al prossimo futuro. Dovesse rifiutare invece, non potremmo far altro che preoccuparci. Pioli insomma, ora come ora, vale come una sorta di cartina tornasole. Un "garante", qualora tornasse, oppure un "indizio sinistro" se rifiutasse. Non ci resta che aspettare, quindi, sperando che il caso si risolva in fretta e che, un po' come accadde dopo la fuga di Gattuso, la storia possa ripetersi.
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