01:34 min
VIOLA NEWS esclusive gli opinionisti Pioli e la massima di De Zerbi: Gud e Fagioli non possono nascondersi nella massa

esclusive

Pioli e la massima di De Zerbi: Gud e Fagioli non possono nascondersi nella massa

Matteo Magrini
Se i singoli non ci mettono del loro (soprattutto quelli bravi) diventa quasi impossibile mirare alla luna: un concetto che emerge dalle parole di entrambi i tecnici

“Meglio essere fischiati per un errore che nascondersi nella massa”. Parole, e dal mio punto di vista musica, di Roberto De Zerbi nella bella e interessante intervista concessa ieri al Corriere della Sera. Avrei potuto sceglierne diverse, di frasi, ma ho scelto questa perché viene utile per parlare della Fiorentina e del complicatissimo momento che sta vivendo. In fondo, quel concetto, è sostanzialmente lo stesso espresso da Stefano Pioli dopo la partita di Pisa. “Siamo arrivati tante volte vicini a creare i presupposti per essere pericolosi e a quel punto servono personalità, voglia di determinare e di rischiare”. Parole diverse, appunto, ma identico significato.

Vale la pena sottolinearli, questi pensieri, anche e soprattutto in una città che per anni si è spaccata attorno ad un allenatore (Vincenzo Italiano) perché considerato “talebano”, eccessivamente legato a schemi e/o soluzioni predeterminate e innamorato più di se stesso che della squadra o dei risultati. Critiche ed etichette, guarda un po', appiccicate addosso anche allo stesso De Zerbi, a Sarri, addirittura a Guardiola. Tutti allenatori con idee e personalità forti, ovviamente, convinti che sia più semplice arrivare alle vittorie attraverso il gioco e che hanno sempre lavorato (riuscendoci) per dare alle proprie creature un'identità marcata, riconoscibile, chiara. Il tutto, partendo da una convinzione feroce, che posso tranquillamente mettere tra virgolette: “E' sempre il singolo che esalta l'idea”. Nessuno di loro insomma, tanto per esser chiari, pensa che lo schema, il modulo o la soluzione studiata in allenamento prevalga sulla qualità individuale. Molto semplicemente: un'organizzazione può e deve mettere l'individualità nelle migliori condizioni per esprimersi e l'individualità, se si esprime al massimo della sua qualità, può rendere geniale una buona idea. Un esempio? Quarta che diventa attaccante (per stare alla Fiorentina), o Mertens trasformato in centravanti parlando di Sarri.

Gudmundsson e Fagioli

—  

Torniamo all'oggi, quindi, ai viola e alle parole di Pioli a Pisa. Il riferimento, nemmeno tanto velato, era ai giocatori di maggior tasso tecnico che potrebbero e dovrebbero far la differenza. Si torna sempre a lui. O meglio. Soprattutto a lui: Albert Gudmundsson. Uno che avrebbe le qualità per alzare davvero il livello della Fiorentina (così come Fagioli) ma che si è infilato in un tunnel del quale non si vede la fine. Un fantasma, purtroppo, e quanto successo contro la Roma è quanto di peggio si possa vedere: mai un tentativo, ma una giocata difficile, mai un rischio, un uno contro uno, un tentativo fuori dalle righe. Anzi. Una mezza cosa buona l'ha fatta: il pallone in verticale per il taglio di Fazzini dal quale è poi nata l'azione (toh, le combinazioni) che ha portato al palo di Kean. Un'altra dimostrazione, semmai ce ne fosse bisogno, di come tante delle ambizioni di questo gruppo passino proprio dall'islandese. 

Pioli lo sa, e fin dal primo giorno se lo è coccolato e ha provato a metter su un impianto di gioco che ne esaltasse le caratteristiche: gli ha garantito massima libertà di movimento, gli permette di abbassarsi perché tocchi più palloni possibili, chiede ai suoi di costruire dal basso e con palla a terra per “portare” il gioco dalle sue parti senza che, come succedeva anno scorso, la palla gli voli costantemente sopra la testa. Il problema è che Gud continua a non metterci niente di suo. Anzi. Si “nasconde nella massa”, tanto per tornare alle parole di De Zerbi, e come lui Fagioli. E' l'unico che vede e pensa calcio in verticale, ma non lo ha mai messo in pratica. Capisco il mister insomma, se da qualche gara ha fatto a meno dell'ex Juve e se domenica dopo 45' ha lasciato il 10 negli spogliatoi: perché se si nascondono, due così, non hanno ragione di essere. 

E quindi? E quindi non si può che sperare che pungolo dopo pungolo, con le buone o con  le cattive, in un modo o nell'altro, alla fine Pioli trovi la chiave per entrare in questi due ragazzi così evidentemente complessi e farne sgorgare tutto il calcio che hanno dentro. Altrimenti, per la Fiorentina, sarà molto ma molto complicato tirarsi fuori dal baratro o, comunque, dar corpo almeno a parte delle ambizioni sbandierate in estate. Perché "è l'interprete a esaltare l'idea” e l'allenatore può fare tutta la differenza del mondo (e io sono convinto che gli allenatori contino, eccome, e che possano alzare o abbassare il livello di un gruppo) ma se i singoli non ci mettono del loro (soprattutto quelli bravi) diventa quasi impossibile mirare alla luna.