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L'imbucata

Piedi buoni, talento, fantasia. Adesso la qualità al potere

Raffaele Palladino
Il mercato di gennaio ha cambiato il volto alla rosa della Fiorentina. Adesso sta a Palladino cercare alternative al gioco della sua squadra.
Matteo Magrini

Qualità dai nuovi

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Classe, tecnica, talento. In una parola: qualità. L'abbiamo invocata a lungo, soprattutto gli anni scorsi, e alla fine siamo stati decisamente accontentati. E basta dare un occhio alla rosa della Fiorentina, soprattutto dopo il mercato di gennaio, per rendersi conto di cosa stiamo parlando: Pablo Marì, Folorunsho, Ndour, Fagioli e Zaniolo. Cinque acquisti, tra i quali si fatica a individuarne uno che non porti nulla e che, più che altro, non alzi il tasso tecnico dei viola. Pensateci, pensiamoci: l'ex Monza ha personalità e capacità di far ripartire l'azione che gli altri centrali non avevano; Folo ha quello che era venuto a mancare con l'assenza di Bove e porta anche forza, muscoli, strappi; discorso abbastanza simile per Nodur, anche se nel suo caso parliamo probabilmente di un arrivo buono soprattutto in prospettiva; di Zaniolo e Fagioli, non c'è molto da dire. Uno ha giocate sconosciute a chi lo ha preceduto, al secondo son bastati 20' a San Siro per far capire come mai possa essere un punto di riferimento assoluto. Anzi. Per quanto ci riguarda: deve esserlo. 

E così veniamo al vero nocciolo della questione. Del resto, del mercato appena andato in archivio avevamo già ampiamente parlato. Quello che ci interessa oggi insomma, dopo aver visto la Fiorentina a Milano con l'Inter, è concentrarci su quella qualità dalla quale siamo partiti. Senza polemica, e consapevoli di come parlar dopo sia sicuramente più semplice, ma non vorremmo più assistere ad uno “spettacolo” del genere. E sia chiaro, per l'ennesima volta: qua non si sostiene che ci sia una sola strada per arrivare ai risultati. Si può preferire un'altra filosofia (e per me è così) ma va benissimo anche una squadra che lascia agli altri il possesso e, una volta recuperata la palla, si catapulta in avanti e con tre/quattro passaggi va in porta. E' successo per esempio nel primo tempo di Roma con la Lazio e quei 45', a mio modo di vedere, rappresentano la massima espressione di quel tipo di calcio. Quello che non si può vedere, è una Fiorentina che rinuncia completamente a giocare come fosse una provinciale qualsiasi e onestamente, ormai da qualche stagione, è dura perfino vedere squadre che stanno in fondo alla classifica (non) giocare così. 


Un nuovo modo di giocare

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La speranza è che sia stato un caso. Il sogno, invece, è che da ora in poi il mister lavori ad un'idea diversa. Ed è stato proprio quel finale di gara a San Siro a farci vedere un po' di luce. Una Fiorentina quasi padrona del campo, capace di spostarsi nella metà campo dell'Inter senza che questo comportasse una perdita di equilibrio, un baricentro più altro. Più che altro, con una serie di passaggi palla a terra che non si era praticamente mai vista. E poi quelle soluzioni improvvise e in verticale di Fagioli, la personalità palla al piede di Zaniolo. Roba da lucciconi agli occhi. Un modo di giocare nuovo, rispetto a quanto fatto vedere fin qua, naturale (almeno in teoria) conseguenza dei calciatori che sono appena arrivati. Sarebbe un delitto insomma (al fatto che possa star fuori non ci vogliamo nemmeno pensare) non provare a cambiare. Il rischio altrimenti, è fare quello che è stato fatto con Gudmundsson. Inseguito e corteggiato per mesi salvo poi costruire un impianto di gioco che, con lui, non c'entra assolutamente niente. Ovvio, lui deve metterci molto ma molto di più. La sensazione però, è che fino ad ora sia stato sacrificato sull'altare del calcio super diretto e a palle alte giocato fin qua. 

Vogliamo ripeterci con Fagioli, Zaniolo e compagnia? Non credo sia così, e anzi sono convinto che Palladino stesso stia lavorando a una Fiorentina diversa. Tra l'altro, sarebbe anche un modo per sorprendere un campionato che ormai ha capito (o almeno dovrebbe) come affrontarla. Vedremo. Di sicuro, il potenziale c'è. Probabilmente, mai così alto. Pensateci: De Gea; Dodo, Comuzzo, Ranieri, Gosens; Fagioli, Cataldi (Adli), Folorunsho; Zaniolo, Gudmundsson; Kean. Classe, tecnica, talento, personalità. In una parola: qualità. Tantissima qualità.