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Palladino, una panchina non rovente ma tiepida. Mancano punti di riferimento

Palladino, una panchina non rovente ma tiepida. Mancano punti di riferimento - immagine 1
La panchina di Raffaele Palladino comincia a salire di temperatura. In campo mancano i punti di riferimento
Massimo Sandrelli

Quando è che una panchina si “scalda”? In genere quando i risultati non arrivano e si cominciano a notare nelle dichiarazioni dei protagonisti o dei comprimari vere e proprie sbavature. Il neo dg della società viola dice: abbiamo fatto un bel lavoro. Gli fa eco l’allenatore che (non dimenticando che alcune delle sue richieste di mercato non furono esaudite): bisogna che vi abituate a molti cambi di modulo (?). E’ un consiglio rivolto a noi? Forse farebbe meglio a rivolgerlo alla squadra o magari alla società. Kouamè, promosso capitano quasi nel sottopassaggio, che ammonisce i suoi compagni di reparto a passar la palla e non essere egoisti. Uno sbotto educato quanto maldestro: ai compagni si parla in campo o negli spogliatoi.

Intanto la formazione cambia tradendo la mancanza di precisi punti di riferimento. Di solito un allenatore sceglie dei giocatori base su cui far affidamento. Sono i suoi “fedeli” quelli che meglio comprendono il progetto tecnico e si fanno cura che anche i vari compagni perseguono la linea prefissata. Biraghi c’è poco e nulla, Mandragora appare e scompare, Cataldi non sembra essere il leader che il suo ruolo richiederebbe. Gli unici davvero brillanti sono Dodò in difesa e Kean davanti. Poi c’è la questione Colpani. Che sia stato una scelta di Palladino sembra sicuro. Il tecnico lo impiega con continuità (come ahimè fa con Ikonè) purtroppo senza riscontro. Colpani appare come alla ricerca di un ricordo. Inoltre c’è la questione della difesa. Meglio giocare a tre o a quattro? La discussione, che pure appassiona molti, non mi sembra la si possa evadere con la geometria. Gli schemi, le tattiche sono invenzioni che i Grandi Allenatori escogitarono per esaltare le qualità dei giocatori a disposizione o nasconderne i limiti. Il problema vero è abbiamo buoni difensori?


Il presidente Rocco Commisso, almeno pubblicamente, appare occuparsi di stadio ma c’è da giurarci che tutta questa storia gli pesi e non poco. Quando gli è stato chiesto se avessero mai parlato con Sarri, ha risposto di sì. Perchè? Nel calcio ogni scelta è preceduta da varie ipotesi e molti contatti, però una volta deciso, tutto il resto passa nel dimenticatoio, come se non fosse mai successo. Ed ad ogni domanda in proposito la risposta è perentoria quanto ufficiale: il nostro allenatore è il nostro allenatore. Allora si può dire che Palladino sia già a rischio? Come si diceva all’inizio dipende tutto dai risultati. Fonseca sembrava sull’uscio e dopo il derby è diventato un profeta. Checchè ne dicano il calcio sono i risultati che ottieni, tutto il resto son chiacchiere. E allora la panchina viola è “calda”? Magari non siamo al rovente ma si può dire almeno che per il momento è tiepida.

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