Nessuna valutazione negativa dunque...
—Non credo, non ha arbitrato benissimo ma nemmeno malissimo. C'è solo quell'episodio lì che è un concorso di colpe tra La Penna e l'assistente che si trova dall'altra parte del campo. Se togliamo l'episodio dell'errore sulla palla fuori di Bastoni, non ha diretto male, la valutazione va fatta complessiva. Il rigore non lo aveva visto dal campo, ma è stato richiamato al Var. La Penna sicuramente è stato male per quella decisione sbagliata, è amareggiato. L'unica cosa che posso imputargli è che un arbitro di esperienza, ha 41 anni. Non ha colto la recriminazione di quattro giocatori per un semplice calcio d'angolo. Poteva supplire subito dopo fischiando un fallo in attacco.
E sul protocollo di utilizzo del Var invece?
—Il problema più grande come sappiamo è relativo al protocollo di utilizzo del Var. La sua applicazione deve essere inerente a quanto stipulato dall'Ifab. Non si poteva chiamargli il calcio d'angolo perché non è previsto, non rientra tra le fattispecie. Lì c'è un errore del direttore di gara e dell'assistente, però purtroppo è una svista arbitrale. Sul discorso del protocollo c'è poco altro da dire, la realtà è quella lì.
Oggi c'è stata l'apertura di Zappi, presidente dell'AIA ad una sua modifica...
—Ne ho parlato anche con i vertici dell'Aia e domani ho un incontro proprio con loro. Loro sono aperti a cambiare, perché è giusto quello che dicono i tifosi. Ci sono sessanta telecamere, è impensabile che non si possa intervenire per cambiare una decisione sbagliata. Anche gli arbitri sono d'accordo su questo. Quello che sottolineo sempre è che il direttore di gara fa rispettare il regolamento su cui vige un protocollo. È come un vigile urbano che fa rispettare il codice della strada: se tu passi a 51 km/h col limite a 50 scatta la contravvenzione, però te la fa perché è il codice che lo impone. Sono aperti a tutti i dialoghi.
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