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Pablo Marì un bel segnale per Palladino. Ma il mercato è al punto di partenza

Pablo Marì
L'acquisto di Pablo Marì suscita varie riflessioni. Palladino può sorridere, ma il mercato della Fiorentina non si deve fermare qui
Matteo Magrini

E venne il giorno di Pablo Marì. Atteso, voluto, quasi preteso dall'allenatore e, per questo, acquisto da accogliere comunque con piacere. Abbiam scritto piacere, e qua ci fermiamo, nel senso che stiamo parlando sicuramente di un buonissimo difensore, ma certo non di un campione o di uno capace di spostare gli equilibri. Detto questo però, e lasciando da parte qualsiasi altra considerazione su età, prospettive, progettualità o robe simili (che mi e ci stanno particolarmente a cuore, ma che a gennaio possono e in qualche caso devono contare un po' meno) è giusto, appunto, prendere il buono di questa operazione.

Dove stia, questo buono, è presto detto. Il fatto che sia stata un'esplicita richiesta di Palladino e che la società lo abbia accontentato porta con sé infatti due considerazioni. La prima: il club è davvero (e non solo a parole) al fianco del mister e continua a lavorare per provare a metterlo nelle migliori condizioni possibili per portare avanti il suo percorso. La seconda: il mister si conferma uno molto bravo a farsi comprare i giocatori. Qualità fondamentale, quasi quanto le competenze tecniche, tattiche, di lettura o di gestione. Del resto, sarebbe (è) dura pensare di far carriera senza poter allenare calciatori forti o, comunque, adatti alla propria idea di calcio. Da questo punto di vista insomma, bene così. Starà a lui poi decidere se tornare alla difesa a tre (sarebbe la spiegazione più convincente all'acquisto di Marì) o se utilizzare l'ex Monza nella linea a quattro e, quindi, al posto di uno tra Comuzzo e Ranieri.


La domanda è: e adesso? La risposta è complicatissima e l'unica certezza (non una novità) è che la Fiorentina è arrivata a ridosso della chiusura del mercato con il taccuino ancora pieno di appunti sulle cose da fare. Conosco l'obiezione, e la accetto: così fan (quasi) tutti. Basta darsi un'occhiata attorno infatti per accorgersi di come funzioni praticamente ovunque così. Soltanto la Juve, forse, ha fatto in tempi più rapidi gran parte di quello che aveva o ha in mente di fare. Ha preso un attaccante e un difensore e ora, da qua a lunedì, ne cercherà un altro. Per il resto, e fino ad oggi, tanto rumore per nulla. Il Napoli cerca ancora il post Kvara, il Milan un centravanti e chissà che altro, la Roma almeno una punta, e potremmo andare avanti. Il problema vero, o comunque quello più serio, è un altro.

Pensiamoci insieme. La Fiorentina ha “perso” un sacco di tempo dietro ad un attaccante esterno (Luiz Henrique), ha poi provato a prendere Man e nel frattempo si è messa a cercare, anche qua su precisa indicazione di Palladino, un “centrocampista forte fisicamente”, che avesse gamba, corsa e la capacità di coprire tanto campo. Un Frendrup, per intendersi, un Bondo, o qualcuno del genere. Allo stesso tempo però, girava e gira il nome di Cristiante (struttura fisica ok, ma corsa e copertura del campo molto molto meno) al quale in queste ore si è aggiunto quello di Fagioli. Un regista puro o, al massimo, una “mezzala d'ordine” per usare un linguaggio vintage. Ora, le spiegazioni possibili sono un paio. Una mi farebbe un gran piacere, e sarebbe quella che vorrebbe la Fiorentina decisa a prendere sia l'uno (il giocatore di sostanza) che l'altro (il regista) perché, a questo gruppo, mancano da morire entrambi visto che Adli non ha un'alternativa. L'altra ipotesi, è che non ci sia tutta questa chiarezza di idee e che si proceda così, un po' a tentoni, sperando prima o poi di portare a casa qualcosa/qualcuno.

Ognuno la pensi come vuole tanto, alla fine, saranno come sempre i fatti. Di certo c'è che dopo essere sparito nel nulla, è tornato prepotentemente di moda anche il tanto chiacchierato (in autunno) vice Kean. Ecco allora le voci su Arnautovic (personaggio bizzarro eh, ma perché dovrebbe venir via dall'Inter per mettersi in panchina alla Fiorentina?) e quelle su Tzimas. Due profili all'opposto: un usato più o meno sicuro e un giovanissimo di enormi prospettive buono soprattutto per il futuro, più che per l'immediato. Evidentemente, se si provano a spendere oltre 20 milioni per lui, vuol dire che si è messa improvvisamente da parte l'idea di fare l'investimento sull'attaccante esterno. Un'indicazione di Palladino? Una decisione della società vista la difficoltà nell'arrivare alle prime scelte? Chissà. Di sicuro, a cinque giorni dal gong, si ha la sensazione che i primi 30 giorni di trattative (Folorunsho a parte) siano trascorsi senza aver lasciato niente e che, sul rettilineo finale, si sia ripartiti praticamente da zero.