Va bene tutto insomma, e quando si racconta una vicenda il dovere di un cronista è sempre quello di dar conto di tutte le voci e di tutte le posizioni. Comprese quelle, mi si perdonerà, come minimo curiose e difficili da sostenere. Detto tutto questo, resta da capire quello che accadrà da qua alla fine del mercato e soprattutto resta da capire come reagirà Nico Gonzalez se, davvero, gli venisse imposto di restare. Accetterà serenamente e si metterà a disposizione di Palladino (al quale rinnoviamo la “solidarietà” per l'incertezza nella quale è costretto a lavorare) oppure, e non sarebbe il primo, punterà i piedi e cercherà la rottura? Sarebbe, giusto sottolinearlo, un comportamento fastidioso e non condivisibile ma purtroppo ogni valutazione di tipo moralistico ha poco senso quando si parla di calcio. E così veniamo ad una questione ormai affrontata mille volte: conviene tenere un calciatore controvoglia?
La risposta, per me, è sempre la stessa: no. Dovrà pensarci molto bene insomma il presidente prima di prendere questa decisione. Sarebbe importante, se non l'ha già fatto, che parlasse personalmente con Nico per capire davvero quali siano i suoi pensieri. Se stesse a Firenze felice e contento, ovviamente, ne saremmo tutti felici. Perché, pur con tutti i limiti dei quali abbiamo discusso spesso, resta per distacco il miglior giocatore della Fiorentina. Quello più incisivo e, più che altro, l'unico che in questi tre anni ha segnato con una discreta continuità. Al contrario però, se confermasse la sua voglia di andare, non avrebbe senso tenerlo. Ovvio, ma mi pare scontato dirlo, solo davanti a proposte all'altezza e soltanto se si è in grado di sostituirlo degnamente. Eccolo, il nodo. Perché è vero che a “pensar male si fa peccato” ma, come diceva qualcuno, “molto spesso ci si azzecca”. Il sospetto insomma è che il “niet” di Commisso sia casualmente coinciso con le difficoltà nell'arrivare a Gudmundsson. Maligni noi? Forse.
Nel frattempo, ed è questo ciò che più conta, l'esordio ufficiale della stagione si avvicina e la Fiorentina resta una squadra piena di dubbi. Che ne sarà di Nico? Cosa succederà con Amrabat? E se lo United si presentasse soltanto a pochi giorni dalla fine del mercato e il marocchino si impuntasse di nuovo? E ancora. Se Valentini restasse al Boca fino a gennaio come si muoverebbero i viola? Intanto, contro il Parma, uno dei tre centrali (vista la squalifica di Ranieri) sarà Biraghi. Un sacco di questioni aperte, pochissimi punti fermi. Non resta che aspettare, sperando che a fine mercato tutto torni e che, come promesso, questa Fiorentina possa legittimamente pensare di far meglio degli ultimi anni.
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