Come domenica?
—Sono molto curioso, una scelta o l’altra farà capire altre cose sul modo di lavorare di questo giovane allenatore che fino ad oggi non ha sempre seguito un filo logico tattico e spesso il gioco è sembrato “palla a Kean e pedalare”, con la difesa bassa e la verticalizzazione come arma principale.
Se dovessi scegliere ripartirei dal secondo tempo con la Lazio per tante ragioni tecniche, tattiche, ma anche psicologiche. Ripartire dalla squadra che ha vinto è sempre buona norma, sfruttare l’entusiasmo, l’energia e l’inerzia positiva di un gruppo è sempre consigliabile. E poi lo schieramento del secondo tempo ha dato maggiore equilibrio e consentito di occupare meglio gli spazi aiutando così anche una difesa ballerina.
Stiamo ragionando di un 4-4-1-1 visto spesso in fase di non possesso, che contro la Lazio diventava 2-4-3-1 nello sviluppo del gioco offensivo. Ripartirei da qui, ma soprattutto ripartirei da Gudmundsson. Mi dispiacerebbe se prevalessero ragionamenti del tipo “non ha ancora i novanta minuti nelle gambe”, oppure “meglio che entri quando gli altri sono stanchi”.
Gudmundsson avrebbe già dovuto giocare dall’inizio domenica scorsa, adesso non va tolto più. Lui è gasatissimo, la sua carica aiuta la squadra in autostima e personalità. I tifosi lo aspettano, lo pretendono in campo.
E’ chiaro che cambiare modulo sul quale s’è lavorato anche in sede di mercato impone delle scelte dolorose, ma l’allenatore c’è anche per questo. Poi, quando la squadra starà meglio, quando la classifica sorriderà, nell’ottica della duttilità, si potrà tornare alle vecchie idee. E per me ci potrebbe essere anche una soluzione per salvaguardare Biraghi, il capitano punto fermo di Palladino.
L'undici probabile
—Mi dicono che Pongracic e Mandragora non stanno benissimo, potrebbero non farcela e questo potrebbe aiutare proprio nella scelta della formazione.
Nella difesa a quattro Dodò basso gioca meglio, ha più campo davanti, riesce a mettersi in moto e superare l’avversario in velocità. In mezzo alla difesa visto il Quarta di questi tempi, andrei su Comuzzo-Ranieri con Biraghi nel suo ruolo di esterno sinistro. E Gosens? Per me può giocare davanti a Biraghi, nell’Atalanta partiva più o meno da quella posizione. In mezzo Bove e Cataldi, a destra Colpani dove anche lui si è trovato meglio nella catena con Dodò. In attacco, ovviamente, Kean e Gudmundsson.
Ricapitolando giocherei con De Gea; Dodò, Comuzzo, Ranieri e Biraghi; Colpani, Cataldi, Bove e Gosens; Gudmundsson e Kean.
Piccole idee, è sempre un divertimento fare la formazione. Lascio molto volentieri le decisioni a Palladino che sa benissimo che domenica servirà occupare gli spazi e non lasciare buchi in mezzo al campo. L’Empoli difende bene, sta compatto, il 3-4-2-1 lo gioca bene e lo sviluppa ancora meglio con gamba e velocità anche grazie al lavoro davanti di Esposito e Colombo.
Se invece Palladino tornerà alla difesa a tre avrà le sue buone ragioni. Intriga anche me un attacco con Kean-Gudmundsson e Colpani nel 3-4-2-1, ma con la difesa a tre la Fiorentina fino ad oggi non è sembrata solida e se continuerà a mancare Pongracic (come sembra), dovremmo rivedere il giovane Comuzzo a guidare Quarta e Biraghi. Per me anche no.
E comunque Palladino, nella sua duttilità, dovrà cominciare a utilizzare meglio tutta la rosa perché non vedere quasi più Beltran e Kayode lascia perplessi. Adli deve giocare di più. Mettere Ikonè fra i primi cambi è accanimento: sono tre anni che Ikonè è impalpabile.
Comunque mancano quattro giorni e le riflessioni dureranno almeno fino a sabato. E poi prima dei moduli contano l’atteggiamento mentale, il coraggio, la voglia di andare oltre e pure una sana rabbia che fino ad oggi ho visto in poche occasioni: il derby di Empoli è l’ideale per tutto questo. La continuità va trovata subito, poi arriverà la Conference e sarà più complicato.
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