Potremmo dire che “sarà il campo a giudicare” ma faremmo la figura di quegli allenatori che “tanto prima o poi le dobbiamo affrontare tutte” nel giorno del calendario o quella dei calciatori e del classico “gioco dove vuole il mister, l'importante è la squadra”. Ovvietà, oltre che verità. Certo, quindi, che l'unico voto o giudizio che conta arriverà dal Dio Risultato. Sarebbe troppo facile però rifugiarsi dietro a questo scudo e, soprattutto, il direttorissimo Saverio non lo potrebbe accettare. E così, in attesa che da lunedì ci sarà la squadra al completo (visto che nel recupero i nuovi non potranno giocare) eccoci ad analizzare questo iper movimentato mercato di gennaio. La prima considerazione, la più importante quando si parla di una campagna acquisti/cessioni, deve partire da una domanda: la squadra/rosa è più forte, equivalente o più debole rispetto a prima? La risposta in questo caso, e ovviamente dal mio punto di vista, non può che essere una: la Fiorentina si è rinforzata. Era successo in estate, ed è successo anche a gennaio. Si può non esser d'accordo, e ci mancherebbe, ma ci vuole impegno. Sono usciti Kayode, Biraghi, Quarta, Valentini (arrivato e prestato), Kouamé, Ikoné, Sottil e Christensen, e sono entrati Pablo Marì, Fagioli, Ndour, Folorunsho e Zaniolo. Ripeto: bisogna metterci tanta buona (o cattiva) volontà per pensare che oggi i viola non siano migliorati. Soprattutto, e qua veniamo alla seconda considerazione da fare, perché tutte le operazioni sono state fatte per assecondare indicazioni, desideri e necessità dell'allenatore. “Sono molto contento”, ha detto il mister, e lo capiamo. Questioni tecniche e tattiche, ma non solo. E pazienza se sia lui che la società si innervosiranno ma in realtà (ed è assolutamente normale) gli scontenti, quelli col “mal di pancia”, c'erano e, Richardson escluso, son stati ceduti tutti. Meglio così, perché quando dentro ad un gruppo c'è qualcuno col muso lungo e inevitabilmente intristito il rischio è che in qualche modo ne risentano tutti. Adesso invece regnano e regneranno sorrisi, entusiasmo e buon umore e il rendimento non può che trarne beneficio. C'è poi il lato tecnico, e in questo caso mi pare evidente come il livello complessivo sia aumentato.


esclusive
La Fiorentina esce più forte (e più sorridente) dal mercato. Un bel passo avanti
E' vero, si è perso qualcosa in difesa (manca una vera alternativa a Dodo), ma per il resto la qualità si è alzata: Zaniolo, pur con qualche incognita, è meglio di Ikoné e (forse) pure di Colpani; Fagioli offre un'alternativa (probabilmente qualcosa in più) ad Adli in termini di caratteristiche, mentre Folorunsho e Ndour portano quella forza e quella struttura fisica che tanto mancavano. Qualcuno, giustamente, ha avuto e ha da ridire su tempi e programmazione. Considerazioni corrette, perché la Fiorentina (come ad agosto) si è ridotta agli ultimi giorni e alle ultimissime ore per completare il lavoro ma, piaccia o no, ormai funziona (quasi) sempre così e (quasi) per tutte le società. I motivi sono tanti e semplici (condizioni che cambiano, prezzi che calano, opportunità che si creano dal nulla ecc ecc...) ed è il “prezzo” che gli allenatori devono pagare alle loro richieste. A proposito, e per parlare anche della programmazione. Spesso, e per quello che abbiamo capito è successo anche in questo gennaio, capita che siano proprio loro (i mister) a partire con un'idea salvo poi cambiarla strada facendo. Del resto è un mercato fatto mentre si gioca e, quindi, è più che evidente come partite, analisi, prestazioni e situazioni magari improvvise (infortuni o simili per esempio) possano incidere. In questo caso la Fiorentina e Palladino erano partiti convinti di dover prendere un sostituto di Bove, un mediano “muscoloso” e un attaccante esterno e invece, alla fine, si è deciso di cambiare completamente strada. Via le ali, e dentro tanti centrocampisti. Facile quindi (ma occhio a darlo per scontato) immaginare un passaggio al 4-3-2-1 ma comunque, altro pregio, stiamo parlando di calciatori che offrono al mister almeno tre soluzioni: quella appena citata, il classico 4-2-3-1 e il 3-4-2-1 messo per il momento da parte. Manca un vice Kean? Sicuramente sì (ma sinceramente se doveva essere Rafa Mir meglio così) ma, all'occorrenza, lo può fare Zaniolo. Ci sono tanti prestiti? Verissimo, ma in alcuni casi c'è l'obbligo di riscatto a determinate condizioni (vedi Fagioli) e comunque l'intento sia in estate che adesso mi è parso chiaro: puntare tanto sul presente, e provare a centrare il bersaglio grosso. Inutile girarci attorno. E' solo quella (la Champions) la strada per fare un vero, e magari definitivo, salto di qualità. E se in passato (almeno in due occasioni) questa società ha clamorosamente rinunciato a giocarsela stavolta, se non altro, ha deciso di provarci.
© RIPRODUZIONE RISERVATA