Giocare sui difetti del Betis
—In una notte come questa bisogna andare oltre la sconfitta e vedere i limiti e i difetti del Betis sui quali la Fiorentina potrà lavorare ancora di più nella gara del Franchi. Gli spagnoli sono una buona squadra nella costruzione del gioco con Isco soprattutto e nello sviluppo delle azioni sugli esterni, ma non sono mai sembrati compatti, grintosi e determinati. Lasciano spazi e lasciano giocare, la fase difensiva non è quasi mai perfetta, la Viola ha avuto le sue buone occasioni.
Senza Kean e Dodò...
—Ovviamente servirà una gara al massimo delle possibilità, non si dovranno ripetere gli errori difensivi visti ieri sera, serviranno intensità e carattere, non è mai facile recuperare un risultato, ma il Betis che poteva essere uno spauracchio uno spauracchio non è. E adesso che lo conosce meglio, che l’ha visto da vicino, la Fiorentina ne ha capito ancora meglio il reale valore e le possibilità di andarlo a colpire nei punti deboli che ci sono. Sperando anche nel recupero a tempo pieno di Kean, ovviamente imprescindibile, ma anche di Dodò che manca tremendamente.
Alla fine poi Kean, come avete visto, non è partito titolare e Palladino ha preferito Parisi a Folorunsho per sostituire Dodò. L’inizio è stato difficile, lo stadio che premeva, il Betis velocissimo, difficoltà nel posizionamento in difesa, hanno fatto temere che dopo il gol del settimo minuto ne potessero arrivare altri. E invece la Fiorentina ha sbandato, ma ha tenuto. Con il carattere e le sue tante individualità. Con Gosens che dalla sua parte ha vinto tutti i duelli, con Gudmundsson fra le linee che per mezza partita ha messo in difficoltà il Betis, con De Gea (altra parata-partita), con Ranieri e Mandragora.
Comuzzo e le difficoltà nella disposizione a tre
—Meno bene Comuzzo, ma la colpa sul primo gol non è solo sua. Ci chiediamo da sempre come mai un ragazzino di 19 anni, anche se bravo, faccia la guida della difesa a tre. Oltre l’età, non ha proprio le caratteristiche tecniche per fare quel ruolo. Non mettere Pablo Mari in lista è stato un errore, ma Pongracic non è una alternativa migliore? Non benissimo neppure Fagioli dal quale ci si aspetta sempre qualcosa di più. E pure Beltran, tatticamente non era la sua serata e ha pagato la solitudine. L’infortunio di Cataldi ha condizionato, Adli non è entrato benissimo, ma alla lunga ha cercato di dare una mano. Parisi si è battuto, vinto e perso dei duelli. Ma la differenza l’hanno fatta la personalità e il carattere, anche la capacità di tenere il campo. Insomma, luci e ombre, ma le sensazioni complessive, come detto, sono positive.
Viola, ora senza limiti
—Il sogno della terza finale continua e domenica a Roma, a proposito del capire, sapremo anche se oltre alla Conference, la Fiorentina può continuare a puntare tutti i posti europei rimasti. E’ uno spareggio, contro i giallorossi senza Ranieri squalificato e senza Dodò ancora convalescente, serviranno un buon turn over e un’altra impresa. Ma questa strana e granitica Fiorentina ormai ci ha detto chiaramente che i limiti ci sono, ma nessuno dei viola si pone limiti. Non è una contraddizione, ma una piacevole realtà.
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