Le pagelle strane: ovvero tutto quanto fa spettacolo, non solo i giocatori in campo
4 alla manata di Dossena ad Adli nel finale. E' un po' il simbolo del momento del Como. C'è frustrazione in casa Fabregas, anche se fa bene il tecnico a ricordare a tutti che 5 anni fa questa società non esisteva neppure. E' chiaro però che le quattro sconfitte nelle ultime 5 gare preoccupano. La panchina dell'allenatore spagnolo non traballa ma le prossime due con Monza e Venezia sono da non sbagliare.
6 al Sinigaglia. Con una capienza di poco più di 10.000 spettatori, lo stadio lariano è il più piccolo della serie A. Ne hanno fatto le spese anche i tifosi viola, che volevano essere in molti di più dei 700 che gremivano il settore ospite. Poiché però anche l'occhio vuole la sua parte, gli scorci con il lago alle spalle, sono così suggestivi da far passare quasi in secondo piano questi dati.
7,5 al ritorno alla difesa a 3. Alzi la mano chi credeva davvero che in alcuni frangenti si sarebbe rivisto il sistema difensivo di inizio campionato che i giocatori viola proprio non digerivano. Palladino lo sosteneva, ma pareva "calcese". E invece gli capita anche di tornare ai 3 centrali: a Como appena ha cambiato modulo, è arrivato tra l'altro il raddoppio di Kean. Il tocco magico del tecnico? O forse è solo una casualità?
8 al triplo intervento di De Gea. "Una parata così non si vedeva da anni", per dirla con Fabregas. In assoluto il portiere spagnolo da quando è a Firenze ne ha fatte anche di più belle, ma la particolarità degli interventi in rapida successione su Goldaniga, Barba e ancora Goldaniga è la reattività dell'ex Manchester. Alla faccia dell'età e dell'anno di inattività.