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Kean pronto per Lecce, Palladino non cambia. Ora Gud faccia la differenza

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L'editoriale di Enzo Bucchioni per Violanews. Lecce si avvicina, per Palladino è il momento delle scelte
Enzo Bucchioni Editorialista 

Raramente una sosta del campionato è stata monotona e insopportabile come questa: sembra un secolo che non si gioca, non se ne può veramente più.

L’unica cosa buona di questi giorni senza serie A è stata il recupero di Moise Kean. Il mal di schiena che gli ha impedito di andare in Nazionale è tornato sotto controllo e da ieri il centroavanti viola si allena con il gruppo. Il recupero è straordinariamente importante perché in rosa una vera alternativa non c’è, Kouamè ci prova, ma non è Kean, mentre Beltran della prima punta non ha praticamente nulla. E in questo periodo con la squadra ancora in costruzione, con i meccanismi da consolidare, cambiando il riferimento in attacco i problemi sarebbero ancora maggiori.


E poi Kean ha bisogno di alimentare questo suo ritorno ad alto livello, l’autostima va coltivata, sarebbe stato un peccato fermare il ritrovato senso del gol. Insomma, Kean è uno dei pochi insostituibili e le sue condizioni fisiche preoccupavano, non nascondiamolo. Non so ora come stia fisicamente, ma anche un Kean non al cento per cento è comunque fondamentale per questa squadra che ha bisogno di un terminale offensivo molto fisico e rapido, capace di far salire la manovra, ma anche di sprigionare potenza nelle ripartenze e negli spazi.

Il recupero di Kean credo faciliterà anche le scelte di Palladino che alla ripresa ha davanti due impegni, domenica Lecce e giovedì il San Gallo, sui quali ragionare e programmare le inevitabili rotazioni.

Nel Salento andrà in scena l’undicesima partita ufficiale della stagione e dopo la prima vittoria convincente conquistata contro il Milan penso sia il caso di andare avanti su questa strada. La squadra ha bisogno di trovare certezze, in assoluto serve continuità di prestazioni e soprattutto di risultati.

Chi al Via del Mare?

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Se non ci sono particolari problemi, se anche i due Under 21 (Bove e Comuzzo) che tornano oggi non sono stanchi, la squadra che ha battuto il Milan sarebbe da confermare.

So bene che non è facile tenere in panchina per diverse partite gente come Biraghi, Quarta o Beltran, tanto per dirne qualcuno, ma nelle ultime gare l’allenatore ha fatto delle scelte coraggiose che hanno funzionato, tornare indietro sarebbe assurdo. Del resto c’era bisogno di rinnovamento, il ciclo triennale con Italiano ha portato via molte energie e visto che il mercato è stato abbondante e funzionale, giusto dare grande spazio ai nuovi.

Se leggiamo con attenzione la probabile formazione ci rendiamo conto della rivoluzione in atto. Il portiere De Gea è nuovo. In difesa Dodò e Comuzzo è come se fossero nuovi, il brasiliano l’anno scorso ha giocato poco per il lungo infortunio al ginocchio e il giovane Pietro, 19 anni, ha solo quattro presenze. E se Gosens è uno dei grandi acquisti, l’unico dei reduci è Ranieri.

A centrocampo (Cataldi, Adli e Bove) e in attacco (Colpani, Kean e Gud) sono tutti nuovi. In sostanza i vecchi rimasti sono solo tre, due dei quali l’anno scorso impiegati poco.

Una rivoluzione totale che diventa anche la dimostrazione di un concetto espresso più volte e non accettato da tutti: questa squadra è la più forte dell’era Commisso. Sicuramente vale più di quella dell’anno scorso.

Strada tracciata

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Avanti, allora. E’ il tempo di dimostrare, di prendere un passo spedito e consapevolezza nei propri mezzi. Il periodo di rodaggio è finito, quasi tre mesi di lavoro sono tanti, ora mi aspetto davvero il calcio di Palladino e una crescita continua partita dopo partita. Nessuno vuole rivedere nuove cadute o amnesie come quelle del primo filotto di partite, molte delle quali calcisticamente imbarazzanti.

Ho parlato spesso delle qualità di Adli e finalmente gioca: può solo crescere. Bove e Cataldi sono certezze e l’hanno già dimostrato. Colpani l’ho visto meglio, per svoltare forse gli manca una grande prestazione che lo consolidi, probabilmente un gol.

Ma l’uomo che può far crescere la manovra, che può cucire il gioco come nessun altro è Gudmundsson. Tre gol sono soltanto un antipasto, un assaggio. Per chi non conoscesse a fondo questo giocatore, Gud sa fare tutto e quando sta bene fisicamente è in tutte le parti del campo, dal centrocampo all’attacco. Un moto perpetuo che regala soluzioni per i compagni e quando va in proprio sa anche saltare l’uomo e vedere la porta.

Ora che sta bene, che i suoi problemi sono finalmente finiti, ora che è carico di energia positiva, tocca a Gud, più a qualsiasi altro schema, dire al campionato che la Fiorentina c’è.

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