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Kean, c’è grande ottimismo. Se resta sarà una super Fiorentina

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I segnali che arrivano sul fronte Kean sono positivi. I consigli di Lucci e il ruolo di Pioli. Più difficile sciogliere il nodo Dodò
Enzo Bucchioni Editorialista 

Si respira un grande ottimismo al Viola Park e dintorni, oggi e per quindici giorni scatta la clausola rescissoria da cinquantadue milioni per Moise Kean, ma la possibilità che decida di restare a Firenze sta diventando ogni giorno più concreta.

O almeno i contatti continui che ci sono stati nelle ultime ore con il suo procuratore Lucci e con lui direttamente, si stanno orientando in una direzione favorevole. Di ufficiale non c’è ancora nulla, ma quando ti poni tanti interrogativi e poi ricevi una risposta del tipo “l’ottimismo è il profumo della vita”, credo sia una sintesi filosofica, ma anche molto significativa.


L’orizzonte è rosa, se non c’è ancora la firma, un accordo per restare in maglia viola per almeno un’altra stagione con rivalutazione dell’ingaggio, potrebbe essere in dirittura d’arrivo. Ovviamente sappiamo benissimo che il clima nel calcio cambia più velocemente di quello atmosferico, ma Kean e il suo entourage stanno riflettendo da alcuni mesi e adesso siamo arrivati al momento delle decisioni.

E poi, a corroborare l’ottimismo, anche lo stesso Kean nei giorni scorsi aveva postato una frase sui social, fra la libertà di fare e la felicità da raggiungere. Forse andava letta in questa direzione: i quindici milioni che mi offrono gli arabi non danno la gioia. E anche andare al Manchester United, a rimettersi in gioco ad alto livello, con tanta concorrenza in attacco e tante aspettative su di lui, potrebbe essere un altro tritacarne da evitare.

Se Kean ha davvero deciso di restare è perché sa che in questo momento Firenze è il suo mondo ideale, gli regala cose che da nessun’altra parte gli possono dare. In Viola si sente coccolato, è un idolo assoluto, può gestire la sua vita con pressioni relative, può allenarsi con tranquillità e con i suoi ritmi. Anche i colloqui con Pioli dovrebbero averlo orientato in questo senso. Kean sa che avrà la squadra che gioca per lui, come succedeva con Palladino. Anzi, il gioco veloce, il pressing, le ripartenze alte potrebbero favorirlo ancora di più, non dovrà più battersi da solo contro un’intera difesa. E Pioli è pure un grande gestore di uomini, è un allenatore della comprensione, non un sergente delle regole, ha sempre avuto un grande rapporto con i giocatori.

Il procuratore Lucci in questi anni ha fatto molto per Kean, deve averlo aiutato anche lui a capire che forse è meglio consolidarsi a Firenze con un’altra stagione ad alto livello per prepararsi meglio anche al mondiale americano. Poi l’anno prossimo, a ventisei anni, ci sarà ancora il mondo davanti se Kean avrà fatto un’altra stagione alla grande.

Insomma, sono ore decisive, ma le preoccupazioni dei giorni scorsi quando sono arrivate le proposte degli arabi e non solo, stanno lasciando il posto ai sorrisi. Tocchiamo ferro naturalmente, ma il puzzle ci porta verso una fumata bianca. E se Kean dovesse restare, sarà Grande Fiorentina.

Lo dico perché l’anno scorso la squadra c’era ed è mancato l’allenatore. Quest’anno l’allenatore di prima fascia c’è e la squadra potrebbe essere anche più forte. Aspettiamo Kean, ovviamente, ma intanto è stato riscattato Gudmundsson che rispetto all’anno scorso può fare solo meglio. Sono rimasti De Gea e Gosens, due valori veri. La difesa era già forte con Comuzzo, Pongracic, Pablo Mari e Ranieri, s’è aggiunto Viti, forse Valentini. In mezzo c’è da rilanciare il talento di Fagioli e Fazzini ha grande talento.

Servono un regista (Bernabè?) e un uomo di gamba, ma li compreranno. Mancano pure alcuni giocatori per completare la rosa, penso a uno come Zortea. Ma queste sono operazioni di contorno. L’ossatura della squadra c’è, è forte.

L’unico problema che resta da risolvere si chiama Dodò. Ci proverà anche Pioli a convincerlo, ma se dietro c’è davvero il Barcellona, non la vedo messa bene. Comunque, risolta la vicenda Kean tutto il resto diventa una passeggiata e restano due mesi di mercato per completare la squadra, cedere gli esuberi e reinvestire. Aspettiamo fiduciosi e se l’ottimismo è davvero il profumo della vita, lo sapremo presto.