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Il tifoso

Il minuto mancato e le sconfitte con… dignità

Il minuto mancato e le sconfitte con… dignità - immagine 1
Il nostro opinionista tifoso ricorda la figura di Bruno Pizzul e commenta il momento della Fiorentina certo non positivo
Leonardo Vonci

Bruno Pizzul

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Ricordo una volta di averlo incontrato fuori dallo stadio, un uomo gigantesco nella struttura fisica, ma soprattutto umana. Mi dedicò due-tre minuti. Ascoltare la sua voce dal vivo mi emozionò, poi lo chiamarono dei colleghi all'interno della tribuna e mi salutò con grande signorilità. Un uomo che non aveva nessun problema in qualsiasi stadio fosse chiamato a lavorare, amato da tutti i tifosi e dirigenti del calcio. Ha accompagnato per tanti anni le telecronache della Nazionale italiana e le partite dei club nelle coppe europee. Mai una parola fuori posto. Se dovessi paragonarlo ad un altro grande giornalista come lui, mi viene subito in mente il nostro Paolo Valenti. Entrambi prima di essere ottimi professionisti erano UOMINI DI CATEGORIA SUPERIORE.

Il mondo del calcio ha perso un'altra grande occasione, dedicare un minuto di silenzio per questo Signore era il minimo che si potesse fare, una riconoscenza per chi ha fatto star bene tanti calciofili con la sua voce e la sua professionalità. I tifosi di qualsiasi squadra di serie A avrebbero gradito con grande partecipazione. Ormai noi tifosi siamo solo anime da prosciugare a livello economico, il resto per questi signori non conta. Se andate su Google e digitate Italia-Messico, giocata a Firenze, capirete la classe e la flemma di un grande telecronista nel saper gestire una serata difficile. Lui capiva che quei cori erano contro un sistema malato che aveva fatto male alla città di Firenze, lo stesso sistema non mi sembra ancora guarito. CIAO GRANDE BRUNO. R.I.P.


Fiorentina in alto mare

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Siamo a celebrare le sconfitte con dignità, si parla del nulla cosmico, abbiamo sperperato l'ennesimo campionato per la mancanza di una struttura societaria che prima ha affidato la squadra ad un giovane tecnico per poi lasciarlo nella mota alta due metri. Siamo alla vigilia di due partite contro Panathinaikos e Juve che disegneranno il futuro in coppa e campionato. Dopo sei anni di picche e discorsi fuori luogo molti tifosi hanno abbandonato emotivamente il mondo Fiorentina, anche la partita contro la Juve, che per le nostre generazioni rappresentava un mese di passione, adesso è diventata una partita normale. Paragono questi anni come quei ricchi che comprano abiti firmati, pagandoli fogli da 100 euro ma non gli sanno portare, arriva il povero con un jeans e una camicia bianca che lo svernicia nell'eleganza.

Speriamo che i giocatori si estraneino da tutte queste paturnie e regalino a Firenze qualcosa di importante. Uomini come De Gea, Gosens, Kean, ottimi calciatori con grande carisma possano infondere nel resto del gruppo la voglia di arrivare a qualcosa di importante. Chissà quanto soffre in panchina il buon Edoardo nel vedere certe prestazioni, lui ragazzo dalla generosità infinita, dalle capacità ottime abbinate alla voglia di aiutare il compagno vicino, questa vicenda non ci voleva proprio. La Fiorentina senza Bove si è spenta lentamente, non abbiamo più ritrovato un filo logico. Paragono la grandezza di Edoardo a due centrocampisti della mia gioventù che non erano fuoriclasse ma senza di loro Napoli e Milan erano pesci fuor d'acqua: Nando De Napoli e Angelo Colombo... il calcio ha mille sfaccettature.

Bove Franchi