L’anno scorso la squadra aveva maggiore personalità, quest’anno sono stati immessi giocatori funzionali, ma devono crescere, il loro status “da Fiorentina” dovranno acquisirlo sul campo, un po’ di tempo ci vuole e s’è già visto in queste prime due giornate.
La Fiorentina ha speso le maggior energie, anche economiche, a confermare i giocatori migliori dell’anno scorso, convincendoli a restare aumentando l’ingaggio o riscattandoli come Gud, Gosens e Fagioli. Era complicato immettere altri giocatori di “prima fascia” proprio per il monte ingaggi già molto alto, hanno optato per giocatori che guadagnavano poco nelle loro squadre.
Alla fine, messo tutto in conto, fra uscite totali (circa 90 milioni) e entrate totali (circa 30 milioni), il disavanzo è di circa sessanta milioni.
Non è poco
—Lo sforzo più grosso è stato quello di conservare quelli top dell’anno scorso, gli altri sono buoni giocatori, funzionali, che dovranno dimostrare a Firenze e sicuramente cresceranno giocando con colleghi bravi e con un allenatore come Pioli fra gli italiani top.
Ecco, questo è un altro punto della strategia adottata quest’anno, la decisione di andare a investire sull’allenatore nella speranza che in mano a un tecnico di questo livello la squadra cresca e vada oltre la somma del valore tecnico.
Ecco perché per me il mercato è da sei e mezzo, ma se guardiamo la squadra nel suo complesso compresa la bravura dell’allenatore, la Fiorentina vale un bel sette. Davanti ci sono quattro-cinque squadre più forti, ma questa Viola può e deve battersi per tutti gli obiettivi. Le potenzialità ci sono.
E’ chiaro che Kean deve fare il Kean, De Gea deve fare il De Gea, Gud deve tornare quello del Genoa e Fagioli quello della Juve, Gosens e Dodò devono continuare a fare il loro. Da questi giocatori si deve ripartire, quelli arrivati quest’anno dal mercato dovranno inserirsi nel nuovo meccanismo di gioco e questo richiederà un po’ di tempo.
Comunque la Fiorentina non ha speso poco. Se i dieci milioni di Fazzini sono un investimento su un talento, per altri come Piccoli venticinque milioni stridono un po’, ma il mercato delle punte è impazzito. E poi Pradè non è certo il direttore sportivo che scopre talenti o ha intuizioni, lavora con procuratori amici che suggeriscono operazioni e quest’anno il grande suggeritore è stato Lucci. Prendere o lasciare.
Complessivamente però è venuta fuori una buona Fiorentina. Ai nastri di partenza l’anno scorso era più forte, poi è peggiorata strada facendo. Quest’anno, invece, strada facendo può diventare più forte.
Ovviamente mi aspetto tanto da Pioli, ma anche da Nicolussi Caviglia, tanto per dirne uno. Ma anche dal già citato Fazzini, Sohm e lo stesso Piccoli che il calcio aspetta da anni ad alto livello.
In difesa mi aspettavo un intervento perché se Pongracic sta facendo bene il ruolo di leader, Pablo Marì l’abbiamo visto tutti in difficoltà nel difendere aggressivo la palla come vuole Pioli. E anche Comuzzo che però è giovane e ci si può lavorare, è un difensore puro e fa fatica a partecipare al gioco. Magari sulla destra in certe partite si potrà provare ad abbassare Dodò visto che ora c’è Lamptey, per fare una catena. O c’è Kouadio che cresce. Vedremo. Un Lindelof o un profilo simile sinceramente l’avrei preso.
Ma la squadra è buona, l’ho scritto. Ha soluzioni e risorse. A Cagliari e a Torino c’è piaciuta poco, ma ad agosto serve pazienza e forse anche per un pezzo di settembre. Le pecore si contano a maggio diceva un vecchio saggio. Fa pure rima.
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