7,5 alla corsa di Dodò per abbracciare Palladino. Al di là dell'espulsione e del rilancio del croato, è il tecnico il vero vincitore dell'Olimpico. Soprattutto per come ha dimostrato di avere ancora il gruppo dalla sua parte: lo testimoniano i 50 metri di campo fatti dal terzino brasiliano dopo l'assist per il 2-0, ma anche le tante esultanze a mo' di gol quando i suoi difensori uscivano da situazioni di pericolo.
7,5 ai continui cambi di modulo della Fiorentina. Spesso accusato di sbagliare i cambi, stavolta Palladino l'ha anche letta perfettamente, partendo con il centrocampo più folto come un po' tutto l'ambiente gli chiedeva, passando alla difesa a 3 (o a 5?) nel momento di maggior sofferenza e chiudendo con un ancor più abbottonato 4-4-1-1. Una bella risposta ai critici.
8 al palo di sinistra della porta sotto la curva laziale. E, per una volta, una mano alla Fiorentina l'ha data anche la Dea Bendata, che sembrava voltare le spalle ai viola anche all'Olimpico dopo il clamoroso palo di Gudmundsson nel primo tempo. Invece, lo stesso legno nella ripresa ha salvato due volte De Gea: prima su Dia, poi al tramonto del match su Pedro. Sarebbe stato quasi da baciarlo, come fece Pagliuca a Usa 94.
© RIPRODUZIONE RISERVATA