Ma ripensando proprio a Trapattoni, anche il Trap cominciò ad alti livelli da giovanissimo e senza nessuna esperienza. E nessuno faccia il furbo o provi a marciarci su: Trapattoni è stato uno degli allenatori più vincenti in Italia, ma ha vinto pure in Germania, in Austria e in Portogallo. Un grande. Se per il pragmatismo della Fiorentina si paragona Palladino al Trap, credo sia un grande elogio. Poi, naturalmente, tutte le cose evolvono e anche il calcio è cambiato. Se la Fiorentina può affondare le sue radici in quel calcio lì, poi si vede anche l’organizzazione di gioco che una volta non era richiesta. Il calcio di Palladino si basa sul collettivo, devono difendere tutti, la manovra l’accompagnano tutti, non si gioca soltanto sulle individualità, ma le individualità (Kean) vanno comunque esaltate.
È bravo Palladino, me lo avevano raccontato a Coverciano, il più bravo degli ultimi anni, ve lo avevo riferito qui da subito, quando ebbi la conferma dell’accordo con la Fiorentina proprio prima della sfida con il Monza al Franchi in primavera. Era stato l’inizio stentato di questa stagione, il vedere una squadra che non sapeva giocare, a farci pensare e temere che Palladino non fosse ancora pronto per il salto da Monza a Firenze. Diciamolo: lui si è superato. Ha capito in fretta gli errori, con umiltà si è corretto e con altrettanta rapidità ha trovato la squadra giusta con pragmatismo, ma anche con quella duttilità che è propria di una scuola di grandi allenatori e di grandi squadre, come detto. È un dettaglio, ma Palladino mi è piaciuto molto quando al 66’, ancora sull’uno a zero, ha inserito Quarta per passare alla difesa a tre e rinforzare la fase difensiva con il 3-4-2-1. Alcuni minuti prima aveva tolto Cataldi per Sottil, si è accorto in fretta di avere sbilanciato un po’ la squadra, alla prima sofferenza ha cercato di blindare l’uno a zero. Pragmatismo, come detto. Concretezza. Lo aveva già fatto in altre occasioni.
E se i meriti di Palladino sono evidenti, la Fiorentina è piena di giocatori molto forti e molto motivati: è questa la chimica di spogliatoio. De Gea è leggenda. Il “pensionato quarantenne” come ha scritto qualcuno, in realtà di anni ne ha trentaquattro, a Como ha fatto una triplice parata che non si vedeva da anni, come ha detto Fabregas. Ma anche la sicurezza e la tranquillità della difesa vengono da lui, dal suo carisma e dalla consapevolezza che con uno in porta come De Gea prendere gol è difficile. E’ il miglior portiere del campionato, lo dico senza tema di smentita. A fine stagione potrebbe anche riprendersi il titolo di migliore d’Europa.
Ma non solo De Gea. Davanti c’è il centroavanti della Nazionale che ottimizza tutto: nove gol in dodici partite. E poi un terzino del Brasile (Dodò), l’altro (Gosens) della Germania. Comuzzo, appena convocato a 19 anni, Bove perno dell’Under 21. E Adli? Vogliamo parlare di Adli? Solo i giornalisti dell’Osmannoro non conoscevano questo giocatore e ironizzavano, senza sapere che in Francia lo aspettavano come il nuovo Zidane…
Il momento è magico. Ci sono dei momenti nei quali ti riesce tutto, ma questa squadra ha basi solide, una panchina lunga e può ancora migliorare come gioco d’assieme e come singoli, a cominciare da Colpani, tanto per dirne uno. Tutto ciò significa che i ventotto punti dopo un terzo del campionato consentono delle proiezioni fantastiche: provate a moltiplicare per tre. Se è vero che squadre come Inter, Atalanta e Napoli, ma anche la Juve, hanno un organico più forte, è anche vero che Milan e Roma stanno parecchio dietro e la Fiorentina è qualcosa di diverso, perfino difficile da catalogare. È questa sua unicità, non è giochista, non è italianista, sa fare un po’ tutto e ottimizza tutto, fa giocare male l’avversario e difende benissimo, ha diverse soluzioni, che rende la Fiorentina difficile da affrontare e da contrastare. Per tutti.
Quando parlo di miglioramenti possibili e di crescita ipotizzabile, ricordo che la Fiorentina aspetta ancora Gudmundsson e Pongracic, i due giocatori più pagati dell’ultimo mercato. Il croato è tornato per qualche minuto, è una soluzione in più per la difesa. L’islandese potrebbe forse essere convocato giovedì in Conference per fargli respirare il clima gara, con la dovuta cautela e il poco minutaggio. Comunque c’è, il suo recuperoè quasi completato. E domenica arriva l’Inter. Sfida scudetto? Su questo ci vogliono equilibrio e serenità. Come ho appena scritto, questa Fiorentina può mettere in difficoltà chiunque, il resto lo vedremo con una consapevolezza: se dovesse arrivare un posto in Champions sarebbe già un sorta di scudetto. Tutto a suo tempo, intanto questa Fiorentina va goduta e accompagnata.
Tornando a Gudmundsson, il suo recupero potrà consentire anche di lavorare su moduli e schemi diversi. Un giocatore con la sua qualità, il suo dinamismo e la capacità di vedere il gioco, può suggerire varianti di grande interesse e imprevedibilità. Gud può fare il sottopunta, ma anche essere uno dei due dietro a Kean con Beltran o Colpani. In caso di necessità per far rifiatare Kean e in attesa del mercato, può fare anche il centroavanti, non è un gigante, ma ha fisicità. Questa squadra è stata costruita bene, ha giocatori duttili, giocatori in cerca di rivincita, giocatori mediamente molto forti e qualche campione, mescolate il tutto e viene fuori il sogno.
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