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Le strane pagelle

La difesa a 6, il torpore di Comuzzo e un buon finale

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Il commento del ViolAutore dopo la sconfitta di Napoli. Come sempre tutto quanto fa spettacolo dentro e fuori dal terreno di gioco.
Il ViolAutore

3 alla difesa a 6Sei diviso due, perché non è accettabile giocare per un intero tempo con più di metà squadra sovente dietro alla linea della palla. Neppure nel fortino della seconda forza del campionato, soprattutto se sei recidivo (vedi la gara di San Siro con l'Inter). Se sei la Fiorentina e in estate hai parlato di ambizione, serve qualcosa in più. I numeri invece ora ti inchiodano all'ottavo posto, scavalcati dalla Roma e quasi ripresi dal Milan, due club che in questa stagione le hanno viste di ogni.

4 alla combo di dichiarazioni Palladino-Pablo Marì. Dopo la partita sul campo ormai c'è da giocare quella davanti a microfoni e taccuini. E al Maradona la Fiorentina l'ha persa anche più nettamente. Ma come si fa a parlare di autostima in crescita o di grande prestazione offerta da una squadra che non ha problemi? I numeri, sempre loro, dicono che al netto dell'errore sul gol di Lukaku, De Gea ha evitato un'imbarcata. Anche se siamo sempre per il dialogo, a volte meglio il silenzio. Davvero.


5 al torpore di Comuzzo. In una prova difensiva difficile al cospetto per altro di grandi attaccanti, spicca l'involuzione del giocatore per cui proprio il Napoli quaranta giorni fa era disposto a fare follie sul mercato. La stagione del neo-nazionale azzurro resta eccezionale, così come la convinzione di chi scrive che lo attenda una carriera luminosa. Ma occhio, perché la storia del calcio è piena anche di predestinati di cui poi si sono perse le tracce.

6,5 all'assist di Kean. Non è la specialità della casa per uno abituato a sfondare la porte avversarie, però il tacco con cui ha liberato Gud per il gol che ha riaperto la partita è roba da palati fini. La Grande Paura di Verona, poi, è alle spalle: lo certifica il modo in cui si è avventato su una palla tesa di Fagioli nel primo tempo. E questo è anche più importante della perla da cui è nata la rete che aveva riaperto il match.

7 all'atteggiamento nel finale. La nota lieta del Maradona sono sicuramente gli ultimi minuti, al di là dell'erroraccio di Simeone che poteva fare tris nel recupero. I viola hanno avuto il merito di non mollare e, poiché il calcio è strano, potevano potenzialmente anche pareggiare. L'auspicio è che serva da monito per la "finale" di giovedì contro il Panathinaikos e per il resto di una stagione che non può - e non deve - finire a metà marzo.