“Il calcio è un gioco semplice per persone intelligenti…” amava dire un vecchio saggio. Purtroppo è un adagio che spesso viene applicato solo per metà. La Fiorentina si trova in mezzo a una situazione paradossale. Dopo una stagione sofferta, all’ultimo guadagna (quasi per combinazione) un posto nell’Europa dei “poveri” e finisce al sesto posto con 65 punti. Un bilancio non esaltante ma neanche da gettare. Il futuro sembrava scontato: allenatore confermato, alcuni giocatori da riscattare, altri da cambiare, insomma tutto nella norma.


L'opinione
Fiorentina, i tempi sono stretti: decidi svelta, altrimenti sarà un disastro
Si arriva alla conferenza stampa rituale, programmatica dove si disegna il futuro. C’era la società, c’era Daniele Pradè, non c’era Palladino già in ferie. Tutto regolare? No, poche ore dopo Raffaele Palladino confida ad orecchi indiscreti la sua intenzione di mollare… E scoppia il finimondo. Come capita spesso, c’è chi si schiera con Palladino, chi con Pradè ma i più restano ammutoliti e interdetti. Di certo il tarlo è nella società. Come può essere che ci si esponga così al ridicolo: tutto va bene, andiamo avanti. E invece l’allenatore ha già fatto la valigia…
Chi sapeva di Palladino? Solo lui? E com’è che una società non sa dell’umore del suo allenatore? Commisso, cui Palladino ha rivolto un affettuoso ringraziamento, non ne sapeva nulla? E ancora se Palladino ha deciso senza informare prima la società sarebbe da additare al pubblico ludibrio. Il comunicato partorito dalla Fiorentina, con cui si prendeva atto delle dimissioni di Palladino, più che freddino era glaciale, segno evidente di un rospo difficile da ingoiare. Di contro la Curva redige una specie “fatwa” in cui si chiede l’allontanamento anche di Pradè.
Rocco Commisso, che è persona intelligente, dovrebbe capire che il calcio è semplice (come recita quell’adagio) ma quantomeno bisogna sforzarsi di conoscerlo. Il progetto Commisso nacque intorno a Joe Barone che era la pietra angolare di tutto. Condividevamo poco del suo operato ad essere onesti ma lui certo aveva un disegno. Scomparso tragicamente Barone, la società ha continuato. Il mercato di Pradè è stato probabilmente il migliore delle sue gestioni: Kean e De Gea, i migliori due colpi, ma anche Cataldi, Gosens, Bove. Vero che l’intesa fra lui e Palladino non è mai sembrata idilliaca. E la società? Perché non si è intervenuti per dissodare certe incompatibilità? Dov’era Rocco? Rocco non poteva non sapere. Se non sapeva, perché non lo sapeva? L’unica sua decisione, peraltro alla vigilia della partita più delicata è stata di confermare Palladino…quasi a ribadire che comandava lui ma evidentemente anche questa decisione non ha ripulito il problema. Come si esce da questo tourbillon di controsensi? Rocco (o chi per lui) deve prendere penna e righello e ricominciare. I tempi sono stretti. Deve decidere a chi affidare il comando (visto che lui è negli Usa). Le priorità sono: l’allenatore e il mercato. Scelte che, al di là del merito tecnico, comunicheranno a tutti, curve comprese, quali siano le reali intenzioni della attuale proprietà Fiorentina. Altrimenti sarà un disastro.
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