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L'imbucata

Finalmente Gudmundsson! Ora Parma, la cessione di Nico e il mercato da completare

Matteo Magrini l'imbucata
Il punto della situazione alla vigilia dell'esordio nel campionato con un plauso ai tifosi viola
Matteo Magrini

E quindi, si gioca. Da un lato verrebbe da dire “per fortuna”, dall'altro “purtroppo”, e il riferimento è ritardo col quale si è mossa la Fiorentina. Sia chiaro. Non che da altre parti stiano meglio. Anzi. E' oggettivamente un balletto triste quello andato in scena in questa stranissima estate. Dal Napoli che sta per far venire un esaurimento nervoso a Conte, passando per la Juventus che mette fuori rosa mezza squadra, spende 20 milioni per Di Gregorio e liquida (nel vero senso della parola, e quindi pagandolo per rescindere il contratto) Szczęsny, vende Soule a 25 milioni e pensa di spenderne (almeno) 30 per Nico Gonzalez insegue Todibo, dirotta su Kalulu ma forse senza riuscire a convincerlo per arrivare al Milan che fa il giro del mondo alla ricerca di un centravanti (ognuno con caratteristiche opposte all'altro) per finire a Morata e dopo aver scelto un allenatore (Lopetegui) salvo poi dargli l'addio su spinta della curva eccetera, eccetera, eccetera...

La Fiorentina insomma è in linea con l'andazzo generale anche se ieri, finalmente, ha definito l'operazione Gudmundsson. Un acquisto sofferto e che rischiava di diventare l'ennesimo sogno sfumato e che, invece, si è trasformato in realtà. Un colpo importante, anche se apre le porte alla cessione di Nico Gonzalez. Anche in questo caso i viola sostituiscono, non aggiungono, ma è anche vero che nel frattempo era arrivato anche Colpani. Fuori uno (molto probabilmente) e dentro due. Tutto sommato, ci si può stare.


E domani si gioca

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Intanto però vale la pena parlare anche d'altro, e concentrarsi sul campo. Perché domani si gioca e quello di domani a Parma sarà un test tutt'altro che semplice. Per diversi motivi. Il primo: quella di Pecchia è una formazione rodata, ha cambiato poco rispetto all'anno scorso, gioca bene a calcio e ha l'entusiasmo tipico di chi torna in serie A. Il secondo: i viola si presentano all'appuntamento con una squadra un po' inventata e già in emergenza visto che Biraghi sarà costretto a giocare centrale per la squalifica di Ranieri, che a centrocampo è stato ripescato all'ultimo Amrabat e che Sottil è in dubbio.

I motivi d'interesse comunque non mancano, e nemmeno quelli per provare a lasciarsi andare ad un po' di ottimismo. Nelle amichevoli estive per esempio si è visto quello che non era troppo difficile da immaginare: Moise Kean ha numeri e qualità infinitamente maggiori rispetto a tutti gli altri centravanti che sono venuti dopo Vlahovic e ha nelle gambe tutti i numeri per far divertire i tifosi. Dipenderà (quasi) solo da lui e dalla sua testa ma Palladino ha spinto fortissimo per averlo, è sicuro di vincere questa scommessa, e questo vale più di ogni altra considerazione. Lo stesso Colpani, anche se mi è parso abbastanza indietro di condizione, offre soluzioni e qualità diverse rispetto agli elementi della rosa. Là davanti insomma, a maggior ragione con l'arrivo di Gudmundsson, la Fiorentina è sicuramente intrigante.

Serve pazienza e ...  qualche aggiunta

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E poi Richardson. Lo conosco molto poco e quindi non mi permetto di esprimere giudizi ma chi lo conosce assicura che sia un acquisto “vero” e non posso che sperare e fidarmi. Una cosa, si può dire. In Italia i giocatori col suo fisico sono spessissimo dominanti e aver aggiunto un po' di struttura al centrocampo è stata una scelta giusta. Quasi doverosa. Servirà un po' di pazienza, probabilmente, ma la curiosità nei suoi confronti è tanta. A proposito. “Pazienza” è e dev'essere la parola d'ordine. L'ha chiesta la società per quanto riguarda il mercato e, quindi, è obbligatorio dare a mister Palladino tutto il tempo necessario. Anzi. Forse, viste le condizioni in cui ha dovuto lavorare, merita pure un bonus. Qualcosa comunque si è già visto. Alcuni aspetti sono positivi (la capacità di attaccare velocemente l'area avversaria e di creare occasioni ) altri (il baricentro molto basso che espone la difesa a tanti rischi) meno. Su questo però, sono convinto che l'allenatore abbia già iniziato ad intervenire visto che la sua filosofia si basa su pressione alta e grande aggressività.

A Parma, si capirà qualcosa in più. Di sicuro, ad oggi, la Fiorentina non è più forte dell'anno scorso e soprattutto non pare aver ridotto il gap con chi le sta davanti. Restano due settimane, per riuscirci. Quattordici giorni nei quali dar corpo alle premesse di giugno e mettere l'allenatore (lui si, vi assicuro, iper ambizioso) nelle migliori condizioni possibili. Intanto, il campo, e non posso non prendermi una riga per applaudire i tifosi viola che domani invaderanno il Tardini. L'ennesima dimostrazione d'amore che qualcuno, tra gli Usa e il Viola Park, farebbe bene a tenere presente.

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