E domani si gioca
—Intanto però vale la pena parlare anche d'altro, e concentrarsi sul campo. Perché domani si gioca e quello di domani a Parma sarà un test tutt'altro che semplice. Per diversi motivi. Il primo: quella di Pecchia è una formazione rodata, ha cambiato poco rispetto all'anno scorso, gioca bene a calcio e ha l'entusiasmo tipico di chi torna in serie A. Il secondo: i viola si presentano all'appuntamento con una squadra un po' inventata e già in emergenza visto che Biraghi sarà costretto a giocare centrale per la squalifica di Ranieri, che a centrocampo è stato ripescato all'ultimo Amrabat e che Sottil è in dubbio.
I motivi d'interesse comunque non mancano, e nemmeno quelli per provare a lasciarsi andare ad un po' di ottimismo. Nelle amichevoli estive per esempio si è visto quello che non era troppo difficile da immaginare: Moise Kean ha numeri e qualità infinitamente maggiori rispetto a tutti gli altri centravanti che sono venuti dopo Vlahovic e ha nelle gambe tutti i numeri per far divertire i tifosi. Dipenderà (quasi) solo da lui e dalla sua testa ma Palladino ha spinto fortissimo per averlo, è sicuro di vincere questa scommessa, e questo vale più di ogni altra considerazione. Lo stesso Colpani, anche se mi è parso abbastanza indietro di condizione, offre soluzioni e qualità diverse rispetto agli elementi della rosa. Là davanti insomma, a maggior ragione con l'arrivo di Gudmundsson, la Fiorentina è sicuramente intrigante.
Serve pazienza e ... qualche aggiunta
—E poi Richardson. Lo conosco molto poco e quindi non mi permetto di esprimere giudizi ma chi lo conosce assicura che sia un acquisto “vero” e non posso che sperare e fidarmi. Una cosa, si può dire. In Italia i giocatori col suo fisico sono spessissimo dominanti e aver aggiunto un po' di struttura al centrocampo è stata una scelta giusta. Quasi doverosa. Servirà un po' di pazienza, probabilmente, ma la curiosità nei suoi confronti è tanta. A proposito. “Pazienza” è e dev'essere la parola d'ordine. L'ha chiesta la società per quanto riguarda il mercato e, quindi, è obbligatorio dare a mister Palladino tutto il tempo necessario. Anzi. Forse, viste le condizioni in cui ha dovuto lavorare, merita pure un bonus. Qualcosa comunque si è già visto. Alcuni aspetti sono positivi (la capacità di attaccare velocemente l'area avversaria e di creare occasioni ) altri (il baricentro molto basso che espone la difesa a tanti rischi) meno. Su questo però, sono convinto che l'allenatore abbia già iniziato ad intervenire visto che la sua filosofia si basa su pressione alta e grande aggressività.
A Parma, si capirà qualcosa in più. Di sicuro, ad oggi, la Fiorentina non è più forte dell'anno scorso e soprattutto non pare aver ridotto il gap con chi le sta davanti. Restano due settimane, per riuscirci. Quattordici giorni nei quali dar corpo alle premesse di giugno e mettere l'allenatore (lui si, vi assicuro, iper ambizioso) nelle migliori condizioni possibili. Intanto, il campo, e non posso non prendermi una riga per applaudire i tifosi viola che domani invaderanno il Tardini. L'ennesima dimostrazione d'amore che qualcuno, tra gli Usa e il Viola Park, farebbe bene a tenere presente.
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