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L’opinione

Visto? Ora è davvero la miglior Fiorentina dell’era Commisso. Palladino ha trovato la strada

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Manca il gioco spettacolare? Il calcio è bello quando ha un’idea, un’organizzazione e una personalità, qualunque strada si prenda. E deve portare punti
Enzo Bucchioni Editorialista 

Questa è la miglior Fiorentina dell’era Commisso, lo stiamo dicendo dal giorno dopo la chiusura del calciomercato. C'è un grande portiere di livello internazionale che mancava da troppi anni, finalmente è arrivato un centravanti degno del ruolo, è una squadra complessivamente con un livello tecnico superiore, soprattutto a centrocampo. L’allenatore ha tante soluzioni e alternative per la duttilità di molti giocatori. Una gran bella rosa, insomma. Si poteva fare qualcosa in più in difesa, il problema Pongracic è da risolvere, ma c'è quasi tutto per un'altra stagione da protagonisti e l'apertura di un nuovo ciclo. Ora l'hanno visto tutti, ora è tutto molto più chiaro. Ma voglio andare oltre la festa e la gioia dello 0-6 di Lecce, il risultato tennistico mi interessa poco, mi piace lo spirito di questa squadra, l'approccio a una partita che poteva non essere facile. Porto a casa anche le prestazioni di alcuni singoli che si sono sbloccati come Colpani, il più atteso. Ne avevamo parlato prima della gara su Radio Bruno, c’era da aspettarselo. Colpani ci ha ascoltato, mettiamola così. Penso al sottovalutato Cataldi, regista intelligente e silenzioso. Proprio Cataldi è l'ennesima smentita ai seminatori di polemiche che per mesi hanno etichettato molti giocatori come scarti di altre squadre. La Lazio ha chiuso un ciclo, ha cambiato molti del gruppo storico, è toccato anche a Cataldi che fino a un anno fa era uno dei registi di Sarri che hanno conquistato il secondo posto e la Champions, non uno qualsiasi. Non un campione, ma un giocatore di grande affidabilità. Il discorso vale per Kean, Bove, Adli, Gosens e perfino per De Gea. Andatevi a rileggere i Soliti Noti cosa hanno scritto e detto l'estate scorsa. Ora stanno cercando di riposizionarsi in tutta fretta, un classico. Basterebbe conoscere un po' meglio il calcio e i giocatori prima di sparare c*****e solo per attirare l’attenzione, avere qualche contatto o alzare polveroni. Ma da Lecce porto a casa pure il recupero di Beltran, una gioia. Mi avevano preoccupato certe dichiarazioni estive di Palladino tipo “è il vice Kean”, un ruolo che non può essere il suo. Finalmente l’ha capito e messo nel ruolo giusto. E’ una seconda punta di raccordo, grande tecnica e visione della porta. Fatelo crescere, fatelo sentire utile e arriverà. Fra l’altro lo vedo più tirato fisicamente, un segnale della voglia di farsi trovare pronto.

Con la Lazio la svolta della nuova Viola

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Insomma tante cose oltre lo 0-6, come la continuità finalmente trovata e la convinzione che cresce anche dentro lo spogliatoio. Non mi meraviglio di quello che sta accadendo, la meraviglia e l’incredulità erano per le partite viste ad agosto e settembre, gli imbarazzanti preliminari di Conference, l’inizio con le piccole che sembravano grandi. Cosa non aveva funzionato fino ad oggi? L’allenatore Palladino, è evidente. Ma lo dico con comprensione e perfino simpatia perché un giovane di talento, senza esperienza, che arriva in una piazza come Firenze non poteva essere già pronto e avere qualche difficoltà può essere nella norma e nel percorso di crescita. Avevamo sperato fosse già pronto, evidentemente aveva bisogno del rodaggio. Per fortuna si è dimostrato umile, ha capito gli errori e si è corretto nel momento giusto, quando stava per affacciarsi su un burrone. Era il 22 settembre, una domenica a mezzogiorno, quando è cambiata la storia di una stagione cominciata troppo in salita. Nell'intervallo della gara con la Lazio, Palladino ha messo da parte idee e due mesi di lavoro, ha cambiato rotta e salvato la stagione. Una squadra senza senso e senza equilibrio il senso l'ha trovato con alcune semplici interventi, il segnale che le critiche mosse anche da noi andavano nella direzione giusta. Non si poteva giocare con la difesa a tre quando non ci sono i giocatori adatti. Non si poteva continuare con Biraghi difensore, non è il suo mestiere. Il centrocampo a due non proteggeva la difesa e andava sempre in inferiorità numerica. Dodò alto era compresso, senza spazi dove lanciarsi. Ma soprattutto c’era da dare più spazio all’energia e alla voglia dei nuovi, oltretutto più bravi di molti, per mettere da parte quasi tutti quelli logorati da un ciclo triennale da sessanta partite l’anno o che danni aspettiamo e non arrivano mai. Ecco che così, con i correttivi, è nata la Fiorentina che funziona, con la difesa a quattro, i giocatori al posto giusto, l’utilizzo di otto dei nuovi che potranno diventare la squadra del futuro.


Gud out, ma le alternative ci sono

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Nessuna illusione però da Lecce. C’è ancora tanto da fare sulla strada della compattezza e della velocità nelle linee di passaggio e del movimento senza palla, ma ora si vede una squadra che sa quello che deve fare, attenta in copertura, pronta a recuperare palla e ripartire. La Fiorentina sta diventando una di quelle squadre che fa giocare male gli avversari. Non è poco. Mi aspetto una crescita dentro un calcio non spettacolare, ma sapete come la penso: il calcio è bello quando ha un’idea, un’organizzazione e una personalità, qualunque strada si prenda. E deve portare punti, ovviamente. E rispetto all’anno scorso ne mancano ancora quattro. L’unica cosa storta di Lecce è l’infortunio di Gudmundsson, mentre penso che Kean giocherà già domenica con la Roma. Per quanto ne avrà lo sfortunato islandese? Lo sapremo mercoledì, la muscolatura ha bisogno di riposo per una diagnosi più sicura. Si è fermato in tempo? Lo speriamo e lo vedremo. Intanto però torno alla rosa lunga, a una squadra costruita sostanzialmente bene. E’ chiaro che meglio avere Gudmundsson che non averlo, non mi fate essere banale. Ma cose del genere succedono e la Fiorentina è preparata, ha la soluzione pronta chiamata Beltran e s’è già visto, ma in quella posizione possono agire anche altri a seconda dell’avversario, da Adli (nel Milan ha fatto il sottopunta) a Bove, ma proprio volendo anche Sottil con meno protezione in fase difensiva. A proposito di soluzioni, giovedì in Svizzera ci aspettiamo tutti delle belle rotazioni. Sapete come la penso, non farei dieci cambi, il rischio di non trovare un assetto equilibrato è alto. Andrei con un giusto turn over e agirei sul minutaggio con gli altri cinque cambi. Scontato Terracciano in porta, confermerei Adli, Colpani, Ranieri e Dodò. Più o meno questa: Terracciano, Dodò, Quarta, Ranieri, Biraghi in difesa. In mezzo Adli, Richardson e Bove. Davanti Colpani, Beltran e Kouamé. Nella ripresa se le cose vanno bene, fuori Dodò per Kayode, Colpani per Ikoné, Beltran per Sottil, spazio a Parisi e Moreno.

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