Pioli non si aspettava le tante difficoltà di queste prime partite, era soddisfatto del lavoro in allenamento, della risposta del gruppo alle sue idee e ai suoi sistemi di allenamento. Anche i test atletici erano e sono ottimi. Quando prima del Napoli disse “vogliamo capire il livello della nostra asticella”, era davvero convinto di poter fare una bella prestazione.
Poi quello che è successo lo abbiamo visto tutti: la Fiorentina non gioca da squadra.
Cosa si fa in questi casi?
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Pioli lo sa benissimo, non c’è altra ricetta: lavorare, lavorare, lavorare. In campo e sulla testa.
Anzi, le priorità sono proprio la testa, le motivazioni, l’atteggiamento, il carattere, la disponibilità, la voglia, la grinta. Sono queste le cose più importanti e forse sono quelle che più sono mancate alla Fiorentina in queste prime tre partite di campionato. I moduli, la tattica e tutto il resto vengono dopo, la prima cosa è ricompattarsi, tirare fuori tutte le qualità caratteriali che questo gruppo sicuramente ha. Parlarsi. Chiarirsi.
Pioli ha fatto e sta facendo questo al Viola Park. Da queste difficoltà si esce sempre così, credendo ancor di più in quello che si fa, lavorando ancora di più per eliminare i difetti, concentrarsi al massimo.
Siamo a inizio stagione, non è ancora il tempo degli allarmi rossi, dei drammi sportivi, degli interventi drastici, il lavoro non è ancora completato, le difficoltà ci sono, ma c’è anche il tempo per superarle con fermezza e serenità.
C’è la consapevolezza assoluta che questa squadra ha tutto per essere competitiva a livello medio-alto, c’è la voglia di dimostrare, l’obiettivo è vincere un trofeo e tutto questo non è cambiato nella testa di giocatori.
Si riparte da qui. E poi, ovviamente, si sta lavorando su eventuali correttivi dal punto di vista strettamente calcistico. Ho visto una Fiorentina talmente brutta, con tanti difetti, che ha fatto tanti errori al punto di avere voglia di derubricare la gara con il Napoli: non può essere questa la Fiorentina.
Tatticamente gli interventi ci devono essere, ma la prima cosa da fare è ritrovare compattezza, le distanze, la capacità di giocare assieme. Da squadra. Tutti si sono focalizzati su alcune prestazioni individuali, su alcune prestazioni deludenti, ed è vero, c’è chi ha deluso. Ma se un difensore (Pongracic) lo lasci solo nell’uno contro uno a campo aperto è facile che vada in difficoltà. Se non c’è pressing corale, se non si chiudono le linee di passaggio, se c’è poco movimento senza palla, diventa duro giocare per tutti.
Sul ritrovare un assetto di squadra s’è lavorato molto e si sta lavorando molto. I moduli possono essere tanti, ma spostare un giocatore dieci metri più avanti, più indietro o di lato non è un problema, importante è muoversi con i compagni. In particolare si lavora per assimilare i concetti del calcio di Pioli che richiede aggressione alta e difesa sulla palla. Molti non erano abituati, soprattutto i difensori. Anche per questo ci vuole un po’ di più.
Poi si arriva alla scelta degli uomini più adatti o più in forma. Meglio, Pioli deve scegliere quali sono i giocatori che per caratteristiche si sposano meglio l’uno vicino all’altro. Comunque, lo ripeto, primo obiettivo è giocare da squadra, altrimenti solo il cambiare gli interpreti non risolve i problemi.
Rebus mediana
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Nicolussi Caviglia sicuramente è più regista di Fagioli. Ma la qualità di Fagioli serve. Ovviamente non il Fagioli visto finora. Serve anche la gamba e l’energia di Fazzini.
Pioli sta valutando quanto e chi cambiare perché modificare troppo il programma a lavoro non completato, potrebbe essere un segnale negativo per il gruppo. Mi rifiuto di pensare che un allenatore bravo ed esperto come Pioli non abbia le idee chiare, quelle idee vanno fatte funzionare meglio. E pure la difesa a tre o a quattro è un falso problema. Se funzionano i meccanismi, gli esterni devono aiutare meglio, i centrocampisti possono chiudere le linee davanti alla difesa. Resta la costruzione dal basso e la mancanza di un leader difensivo (peccato non aver preso Lindelof), ma questo lo sapevamo. Pablo Mari sta meglio fisicamente? Se sì, potrebbe essere una soluzione con Pongracic a destra, ma va protetto, non può essere lasciato in spazi larghi. Soprattutto contro gli attaccanti molto rapidi del Como.
Nessuna rivoluzione, quindi. Aggiustamenti sì.
Torna Gud con Kean, quindi sulle due punte ci siamo. L’altro sottopunta sarà Fazzini? Probabile come Nicolussi in regia.
I temi sono questi, Pioli sta ragionando.
Io so solo una cosa: al Como non va lasciato spazio, non va fatto mettere in moto, non deve divertirsi a giocare, tecnicamente è molto forte. Serviranno duelli fisici e intensità. Servirà una nuova Fiorentina.