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De Gea, ecco il capitano perfetto. Pongracic adesso è un caso: a Lecce gioca?

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L'editoriale del noto giornalista Enzo Bucchioni: dalla scelta del capitano alla situazione legata a Pongracic
Enzo Bucchioni Editorialista 

De Gea nuovo capitano della Fiorentina? In questi giorni di “stanca”, con il campionato fermo e i non nazionali in vacanza, senza un tema vero si discute su tutto e di più. E così il prode Matteo Sestini di Radio Bruno, uno dei Guetta Boy’s, ha acceso il dibattito sulla fascia e dintorni visto che lo storico capitano Biraghi non sembra più titolare inamovibile. Mi ha chiesto a bruciapelo: tu a chi la daresti? Non ho dubbi: David De Gea. Ho visto, fra l’altro, che la mia idea-proposta ha avuto subito un seguito di consensi positivi, stranamente anche da parte di colleghi, ma resta una discussione in gran parte accademica, ovviamente in certe cose lo spogliatoio è sovrano.

Però un ragionamento va fatto. De Gea è l’unico campione della rosa della Fiorentina, è un giocatore dal palmares straordinario e dalla grandissima esperienza, un pezzo della storia recente del calcio, nel suo ruolo un numero uno assoluto, riconosciuto e riconoscibile ovunque, la fascia l’ha già portata nel Manchester United e non in una squadra qualsiasi. Per me, calcisticamente parlando, avere capitano De Gea sarebbe un valore per mille ragioni e non solo in Europa. A cominciare dal carisma personale. E nessuno tiri fuori la storia che il portiere è lontano dall’arbitro, Zoff l’ha fatto per anni anche in nazionale. Detto questo, però poi non so quali siano gli equilibri di spogliatoio e non conosco neppure il pensiero del giocatore. Lo vuol fare o non lo vuol fare?


In generale, comunque, sono contrario al capitano per anzianità, il numero di presenze non garantisce la leadership. E non mi piace la rumba vista in questo inizio di stagione fra Kouamè e Ranieri, oltre a Biraghi. Se quest’ultimo dovesse continuare a essere una alternativa e non un titolare fisso, una scelta definitiva e alternativa si impone, con tutto il rispetto di Biraghi e del suo ruolo nello spogliatoio. Non si può neppure dare la fascia oggi a uno, domani a un altro, aspettando che giochi Biraghi. Credo che se De Gea dicesse di sì non ci sarebbe scelta migliore. Ma questo non è un problema, soltanto un divertissement dialettico.

Ma il difensore centrale?

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L’unico problema vero che vedo in questa Fiorentina rilanciata dalla vittoria sul Milan, ovviamente in attesa di una crescita generale del gioco e della condizione fisica di diversi giocatori, diciamo di un miglioramento generale, è l’assenza di un difensore centrale di grande personalità che sappia far ripartire l’azione e scambi la posizione con il regista di turno. So bene il valore di Ranieri, è evidente la sua crescita, ma quello che avrebbe dovuto dare Pongracic non c’è. Manca molto. L’infortunio di sicuro lo condiziona, ma l’impressione è che stia faticando a inserirsi nel nuovo mondo e nel nuovo calcio di Palladino. Speriamo solo che tutto proceda, che non siano necessari tempi biblici perché l’investimento fatto è importante e avrebbe dovuto garantire di far crescere il reparto difensivo come sono cresciuti gli altri.

Qualcuno parla di un’altra delle storiche “sole” di mercato di Corvino, (è famoso per questo) ma aspetterei. E’ vero che Pongracic ha faticato ovunque sia stato a dimostrare le sue indubbie qualità, anche a Lecce è andato bene il secondo anno, complice un infortunio nel primo. Quando lo ha riscattato Corvino valeva poco più di un milione e mezzo, in pratica il Wolfsburg l’ha svenduto, ma anche ora Transfermarkt lo valuta solo sette milioni, molto lontano dai quindici più bonus pagati dalla Fiorentina. Ad oggi ha tutta l’aria di essere l’unico, vero errore di mercato, ma spero di sbagliare. E se Palladino decidesse di rilanciarlo proprio domenica a Lecce?  Se sta bene potrebbe essere un’idea, a volte certe situazioni nel calcio pagano. Vedremo.

Comunque godiamoci il giovane Comuzzo (2005) che la personalità l’ha sempre dimostrata, fin dall’inatteso debutto con Italiano di un anno fa. Intanto da oggi Palladino comincerà a preparare la trasferta di domenica pomeriggio nel Salento. Rispetto alla gara con il Milan mi aspetto ovviamente dei passi in avanti dal punto di vista del gioco, ma anche della crescita individuale. A cominciare da Gudmundsson che dopo l’assoluzione ora finalmente potrà mettere in campo tutti i pensieri e tutte le energie per tornare a essere il giocatore straripante visto con il Genoa. Quello che serve alla Viola è la continuità di risultato per cominciare a risalire la classifica, ma fino ad oggi una vittoria esterna non è ancora arrivata e il Lecce è alla portata.

Pochi cambiamenti

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In questo momento a livello di formazione non cambierei molto. La continuità deve essere anche continuità nelle scelte per far crescere gli automatismi. Ovviamente se Gosens, ad esempio, non tornerà stanco dalla nazionale e se Kean è guarito dal mal di schiena. E’ vero che continuando con queste scelte restano fuori giocatori importanti come Beltran, Mandragora, Kouamè, Ikonè, Richardson, Sottil, Biraghi, Parisi, Kayode e Terracciano, ma dovrà essere bravo l’allenatore a tenere tutti sulla corda con i cinque cambi e la Conference che riprenderà in Svizzera con il San Gallo giovedì 24.

Gli scontenti non mancheranno, mi sembra umano, e come già scritto più volte, se non cambiano le cose e giocatori come Beltran non cresceranno, a gennaio serve un bell’aggiustamento. Serve soprattutto un vice Kean e spero sia già stato individuato, magari utilizzando proprio i tanti giocatori prestabili o vendibili ora in rosa. Rimanendo a Beltran non credo gli servirebbe tornare in Argentina, meglio la serie A magari in una squadra dove possa avere il posto da titolare. Ma se vuole sorprendere e smentire tutti lo aspettiamo volentieri, ha ancora due mesi di tempo.

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