Nessuno si aspettava una partenza così, le difficoltà sono davvero troppe, ma nessun dramma dopo appena tre giornate, nervi saldi e analisi serene, credo che Pioli sappia bene come dare un senso alla Fiorentina che sta nascendo. Questa è l’estrema sintesi del mio pensiero, ora entriamo nei dettagli di quello che non funziona e di quello che c’è da fare.

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Da Fazzini a Nicolussi, alla difesa a quattro. Le soluzioni per rilanciare la Viola
Due premesse, la prima per le vedove di Palladino: con un Napoli meno forte di questo ha perso tre a zero. La seconda per la formazione di sabato: Pioli non ha sbagliato. Era equilibrato e logico mettere uno esperto come Dzeko a legare il gioco, era giusto non bocciare Fagioli dopo due giornate, poi hanno giocato male o malissimo, ma è un altro tema. Detto questo, è evidente che nelle prime tre giornate la Viola abbia mostrato tanti e tali difetti (quasi sempre gli stessi) che venendo da Marte chiederei: ma chi è l’allenatore della Fiorentina?
Siccome invece so che l’allenatore è bravo, esperto e vincente, credo che Pioli sappia benissimo cosa succede, stia lavorando su concetti nuovi, e vada aspettato. Ricordo che Gasperini partì in maniera disastrosa nella sua straordinaria avventura all’Atalanta, tre punti in cinque partite, tutti ne chiedevano l’esonero. Poi sappiamo come è andata a finire. Gli esempi sarebbero tanti, Sacchi compreso, mi fermo qui. Ci siamo capiti.
L’allenatore viola ha preso una squadra che faceva un altro calcio, lavorava su concetti diversi, a maggior ragione ha bisogno di tempo. Detto questo fa un po’ pensare vedere certi ripetuti errori individuali, in difesa e non solo. Ma non capisco neppure perché manchino l’intensità, l’aggressività, il pressing, oggi senza non si può giocare, figuriamoci contro il Napoli.
Cosa non va
—I difetti sono tanti, dalla difesa che sta troppo larga, i giocatori sono distanti e non protetti dal centrocampo. In mezzo al campo c’è troppo spazio, non si chiudono le linee di passaggio, non funzionano i movimenti, o meglio ognuno sembra giocare non in sintonia con l’altro. E anche Kean lo vedo dettare dei movimenti, ma non è in sincrono. Una squadra moderna che funziona è fatta di rotelline, come un orologio. Torno a questo concetto a me caro. Se ogni rotellina gira con i tempi diversi dalle altre, succede quel che vediamo.
In più ci sono dei giocatori in netto ritardo come Fagioli e Comuzzo, ma anche altri. Chi conosce Fagioli non può non essere sorpreso. La personalità, la rapidità e la visione di gioco erano la sua forza. Sembra smarrito. Comuzzo fatica e faticherà ancora, come avrebbe faticato Vierchowod in questo tipo di gioco. La difesa è zoppa, dalla destra non si può costruire. Stare alti lo mette in crisi. Ma anche Gudmundsson nelle prime due giornate mi è sembrato quello inconcludente dell’anno scorso. Il modulo non sembra congeniale a diversi giocatori.
Come ovviare
—I difetti li abbiamo visti, ora la domanda è: cosa fare? Ribadisco la fiducia in Pioli, anche se questa squadra non è perfetta, mancano un leader in difesa e uno in mezzo (aspettando Nicolussi), le soluzioni ci sono. E’ lui che deve capire se, soprattutto, è il caso di insistere su quello fatto fino ad oggi perché vede la squadra crescere, è pronta per decollare, oppure, invece, se ci sono crisi di rigetto, servono cambiamenti immediati. Lo si capisce, ovviamente, dagli allenamenti, parlando con i giocatori, analizzando i dati sui movimenti in campo, le mappe termiche, guardando le partitelle.
Il caso del regista però è aperto. Fagioli è un talento, si fa fatica a metterlo da parte, ma adesso c’è Nicolussi che sembra in un momento migliore della sua carriera. Fagioli non potrebbe giocare nei due dietro a Kean se Pioli insiste con il 3-4-2-1? L'altro per me deve essere Fazzini. Ha energia, positività, giocate e gamba senza palla e con la palla. Se si passa al 3-5-2 potrebbe anche fare la mezz’ala. In questo momento, alla ricerca di solidità ed equilibrio, un mediana fatta da Dodò-Nicolussi-Mandragora-Gosens con Fagioli e Fazzini dietro a Kean, può garantire fase attiva e passiva. Un’idea.
Tutto però passa dalla maggior compattezza e dall’intensità che ad oggi mancano, senza queste sarà dura imporre il gioco con qualsiasi modulo o interpreti. In difesa, ad esempio, non insisterei con Comuzzo. Si può recuperare in tanti modi, così è un danno anche per lui. Piace Kouadio, sembra pronto? Va fatto giocare, magari sbaglierà qualche movimento, ma ha gamba per spingere, piede, fisicità e senso della posizione. Se poi l’idea è quella di cambiare modulo, la difesa a quattro e un 4-3-1-2 possono essere una soluzione. Lo so che i numeri vanno sulla lavagna e il calcio fluido impone cambi di posizione, ma se certi giocatori non lo sanno fare? Nella Fiorentina ne vedo. Nella difesa a quattro Dodò ha giocato una vita, forse il problema tuttafascia è Gosens, se non regge tutti i novanta minuti, restano Parisi e Fortini del quale tutti parlano benissimo. Pongracic e Ranieri (o Viti, perfino Comuzzo) a due potrebbero essere più a loro agio. Perfino Pablo Mari.
Comunque, lo ripeto, lasciamo lavorare Pioli, arrivato con un progetto triennale non si può discutere dopo tre partite. Lasciatelo fare a chi ragiona con la pancia. Certo, e Pioli lo sa benissimo, il tempo nel calcio è un concetto ancora più relativo, e non sarà mai infinito. I progressi devono essere rapidi, si devono notare, il lavoro si deve vedere, mi aspetto miglioramenti già da domenica contro il Como che non è il Napoli. Non l’ho ancora scritto: sono stati il miglior allenatore e la miglior squadra del campionato a mettere ancora più in evidenza i limiti e i difetti di questa Fiorentina. Ma forse è meglio così, lo choc in certi casi può aiutare.
A proposito di aiuti. Un consiglio non richiesto ai dirigenti viola che hanno la brutta, storica abitudine di parlare dopo le vittorie e di tacere dopo le sconfitte. Un allenatore e una squadra alle prime difficoltà in genere si proteggono e si difendono anche con le parole, soprattutto dopo partite come quella di sabato. Fiducia nel progetto, nella squadra, nei nuovi acquisti, nell’allenatore, si prende quel che di buono si è visto, si parla di un grande avversario…
Insomma, si perde e si vince assieme.
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