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Da CL zero illusioni, ma qualche spunto di stile. Gestione post Sassuolo da dimenticare

Da CL zero illusioni, ma qualche spunto di stile. Gestione post Sassuolo da dimenticare - immagine 1
Una cosa è certa: se il pensiero (atteggiamento) prevalente dentro la Fiorentina è quello espresso pubblicamente non c'è mezza speranza di salvarsi
Matteo Magrini

Chiariamoci subito: domani si riparte da zero. Inteso come vittorie (in campionato) e come valori. Così, giusto per stoppare sul nascere quelli che “vincere in Conference aiuta a vincere in serie A”. Non è vero, e ci sono abbastanza precedenti in questa stagione per capire il perché. Troppo diverse, le due competizioni. Troppo (enormemente) differenze il livello degli avversari. Per non parlare della Fiorentina stessa, delle sue contraddizioni, e di quanto ormai sia evidente che quando gioca in campionato il peso della classifica e della paura si sia fatto insostenibile. Meglio non farsi illusioni insomma anche perché, con grande franchezza, anche giovedì per un'oretta si è vista una squadra a lungo deprimente. Lenta, senza la benchè minima idea che non fosse l'attesa e il lancione per Kean, incapace di dominare o anche solo di tentarci nonostante avesse davanti una squadra ad essere iper gentili “modesta”.

Detto questo, sarebbe altrettanto sbagliato far finta che la gara con la Dinamo Kiev non ci sia stata e che non abbia comunque offerto degli spunti. Quelli si, se presi come tali, interessanti a prescindere da qualsiasi altra considerazione. Un gol per esempio, per un centravanti, è sempre (parecchio) importante. Per Kean insomma averlo ritrovato può avere un peso e il suo atteggiamento tra l'altro, elemento ancor più importante, è stato profondamente diverso dal solito: più altruista, anche meno guascone se vogliamo, e chissà che quella fascia al braccio nel finale non sia il segnale che una maturazione, anche da questo punto di vista, sia finalmente iniziata. Non leggerà mai questo pezzo, ovviamente, ma mi piacerebbe dargli un piccolo consiglio: faccia uno sforzo e se la colazione al Viola Park è fissata alle 9 o alle 9.30, eviti anche ritardi minimi di 5 o 10 minuti. O ancora: se ne avrà l'occasione, appena possibile, rinunci a un tiro o a un dribbling complicato e cerchi un compagno. Anche a costo di segnare una rete in meno. Sono (piccole) cose, da cui possono nascere grandi leadership.

Altro segnale: Richardson e Viti. Il primo, lo dico da un po', ha dentro qualcosa del giocatore vero. Certo, fino ad ora lo ha (colpevolmente) tenuto ben nascosto e non è responsabilità di nessun altro se non sua il fatto di non aver quasi mai trovato spazio. Adesso però, passato il durissimo e comprensibilissimo momento di crisi per la perdita del padre, Vanoli gli sta dando minuti e lui con la Dinamo ha fatto (intra)vedere quello che può dare: strappi palla al piede, cambi di ritmo, qualità nel palleggio, inserimenti. Qualità che in un campionato spesso monoritmo e monotematico come la serie A possono e potrebbero far la differenza. Per Viti invece, vale quanto sosteniamo da inizio stagione. Se si cerca un pizzico di qualità ad inizio azione, l'ex Empoli è semplicemente meglio di Ranieri. Punto. E poi diciamocelo chiaro: il Ranieri visto e sentito in conferenza alla vigilia della gara di Coppa è un ragazzo, prima che un calciatore, in profonda difficoltà. Forse insomma, è opportuno dargli un periodo di “scarico”.

E poi il modulo. Perché sarà un caso (e non credo) ma appena passati al 4-2-3-1, seppur rabberciato e improvvisato (Fortini alto a destra, Kouame in condizioni ovviamente precarie) i viola si sono scossi e hanno alzato di 20 metri il baricentro. Del resto, basta conoscere un minimo il pallone per sapere che la difesa a 3 non è quasi mai tale ma a 5 e, in quel modo, la linea è inevitabilmente portata ad abbassarsi. O sei Malesani insomma (magari vedere proposte come la sua....), e nel 3-4-3 i quarti sono giocatori tipo Oliveira, o sarà sempre dura vedere una squadra schierata a tre dietro riuscire a correre molto in avanti. Lo fanno le formazioni di Gasperini, in Italia, e sono casi più unici che rari. Pur dovendo adattarlo un po' insomma, io già domani ripartirei da quel 4-2-3-1. Giusto per vedere l'effetto che fa, e per anticipare un cambio che per gennaio (col mercato) viene già dato per fatto.

Chiudo, e non mi dilungo, su tutto quello che è successo dopo il ko col Sassuolo. Mi riferisco all'immediato post partita, alla conferenza di mercoledì (surreale, quasi comica se non fosse stata una totale mancanza di rispetto nei confronti di tifosi trattati come bimbi scemi a cui raccontare favole) e all'intervista (sig...) di Rocco Commisso a La Nazione. Una serie di parole, frasi, scelte di comunicazione talmente folli da non sapere se sia peggio pensare che siano frutto di incompetenza (eppure, almeno su quel piano, c'è gente in società che dovrebbe sapere di cosa si parla...) o di totale improvvisazione degna di un club (forse) di Lega Pro... Una cosa è certa: se il pensiero (atteggiamento) prevalente dentro la Fiorentina è quello espresso pubblicamente non c'è mezza speranza di salvarsi.