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Non credo che abbia cambiato idea, anzi. Sono mesi che i suoi manager parlano di “ambizione” , di “voglia di vincere qualcosa”, e la dimostrazione è venuta proprio dal mercato: Commisso non aveva mai autorizzato una spesa così alta. A conti fatti c’è uno sbilancio di oltre sessanta milioni. Tutto perché l’anno prossimo la Fiorentina compirà cent’anni e il sogno di Rocco era (e resta) quello di festeggiare con un trofeo o con una grande stagione. Lasciamo perdere come sta invece andando, le premesse non sono quelle di una proprietà che sta pensando a vendere.
Eppure i fondi di investimento sono attenti, sicuramente stanno valutando i bilanci, il patrimonio immobiliare e il possibile valore di mercato della Fiorentina. Analisi economiche che i fondi fanno abitualmente per diversi soggetti, ovvio, ma sicuramente sottende un interesse di qualche investitore perché gli americani sono convinti che il calcio in Italia, proprio perché veicola il brand Italia, possa essere un business interessante. Anche avvocati d’affari stanno facendo domande in giro per capire cosa potrà succedere. La risposta è sempre la stessa: niente.
Intanto però si fanno valutazioni che portano a un valore di circa 500-550 milioni ben sapendo che Commisso ha pagato la Fiorentina 175 milioni, ha investito più di 130 milioni per il Viola Park, sponsorizza da sei anni le maglie, ha fatto iniezioni di capitale, e come logica impone, la base minima di una eventuale trattativa dovrà essere il recupero totale dell’investimento. Ognuno fa il suo mestiere, ma come ribadito più volte, Rocco non vende. E non licenzia i suoi manager e il suo allenatore come qualche pirla continua a dire.
Pioli sta deludendo, ma oggi non è logico pensare a un suo esonero. Anzi, dovrà essere proprio Pioli a capire quali soluzioni trovare per uscire fuori da questa inaspettata e incredibile situazione. Tutti abbiamo investito su questo ritorno, su un allenatore esperto, che ha vinto uno scudetto tre anni, due anni fa ha fatto una semifinale di Champions, ha gestito campioni. E’ evidente che tutti si aspettavano molto di più, soprattutto per chi come me lo ha visto lavorare al Milan proponendo calcio moderno, squadre di personalità e identità, nonostante le continue cessioni dei migliori per ragioni di bilancio.
Mi sembra troppo banale quello che sta accadendo, per certi versi inspiegabile, quindi se Pioli è l’allenatore che conosciamo, anche se è un Normal One, il colpo di genio lo deve trovare lui. Il suo genio di solito è il lavoro, ma quando il lavoro non ripaga completamente, serve anche del coraggio. Coraggio delle scelte, degli uomini e dei moduli. E’ evidente che questa Fiorentina non si muova da squadra, i reparti siano spesso scollegati, c’è qualcosa che va oltre le prestazioni dei singoli.
Siamo sicuri di continuare con la difesa a tre senza giocatori capaci di aiutare la manovra? E’ il primo interrogativo che butto lì. Siamo sicuri che Gudmundsson sia una seconda punta? A Genova giocava in un modo completamente diverso. Siamo sicuri di poter fare a meno di questo Fagioli, anche minore? Non può fare il sottopunta con Nicolussi Caviglia regista? Siamo sicuri di continuare ad affiancare Kean con un’altra punta? Da solo è un’altra cosa. Siamo sicuri di non aver bisogno dell’energia di alcuni ragazzi, uno su tutti Fortini, se i titolari sono appannati?
Tutti interrogativi dai quali ci aspettiamo risposte vere, magari attraverso intuizioni, facendo qualcosa di rivoluzionario. Se serve. Nella prossima sfida contro il Milan, ad esempio, metterei Gudmundsson a schermare Modric. Gli chiederei di non farlo giocare per poi ripartire. Se blocchi Modric il Milan si inceppa. L’ho buttata lì, ovviamente. Ma anche in una situazione del genere comunque alle spalle servirebbe pure una squadra aggressiva e dinamica.
Insomma Pioli, ci siamo capiti. Sicuramente abbiamo sopravvalutato il mercato e il valore di alcuni giocatori, a maggior ragione l’allenatore deve dare un gioco per far crescere il rendimento. Aspettiamo, un po’ meno fiduciosi e un po’ più dubbiosi, ma aspettiamo.
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