Le dolenti note
—E così veniamo alle dolenti note. Lo dicevamo quando arrivavano solo vittorie, e lo ripetiamo adesso. Va benissimo appoggiarsi su due campioni, del resto stanno lì per quello, ma davvero si può pensare di vivere sempre e comunque poggiati sulle loro spalle? Del resto, i (recenti) risultati stanno lì a dimostrarlo: è bastata qualche gara senza miracoli di De Gea, qualche partita senza squilli di Kean, e i viola hanno frenato. Un caso? Può darsi, per carità, ma credo sia più giusto pensare che questa squadra è tanto, probabilmente troppo, legata al rendimento di questi due. Il gioco infatti è sempre quello (blocco basso difensivo, palla diretta sul centravanti, lotta uno contro tutti, costruzione sulla seconda palla o sulla sua sponda) e ovviamente può piacere o non piacere ma su un aspetto non si può discutere: giocando così, Gudmundsson non serve assolutamente a nulla. Perché è abituato a girare per il campo senza un ruolo preciso, perché ama venire a prendersi il pallone per poi attaccare le difese senza farsi vedere e perché, se non riesce a dialogare, sa spostare in avanti la squadra con azioni personali. Tutta roba che in questa Fiorentina, e a Torino si è visto benissimo, non riesce e non può fare. Colpa sua che non si adatta e che non si mette lì, statico alle spalle di Kean, pronto a raccoglierne le sponde? Forse si, ma allora perché spendere tutti quei soldi per prendere un giocatore al quale, poi, chiedere di cambiare natura?
Dirà qualcuno che sono i singoli a doversi adattare, e non viceversa. In un mondo ideale si, certo. Nella realtà, non funziona così. Se hai un calciatore sopra la media, devi pensare ad una squadra e ad un gioco che lo esalti per quello che è. Certo, lui deve metterci di più, e su questo non ci piove. Maggiore intensità, più determinazione. Deve, tanto per farla breve, essere più coinvolto e, forse, farsi volere un po' più bene dai compagni. Lui, allenatore e compagni insomma devono venirsi incontro perché il sogno Champions, oltre che da De Gea e Kean, non può che passare da lui. Il resto, va da sé, deve mettercelo la società. Si è già detto ed è parso evidente anche con la Juve che senza Bove la Fiorentina ha perso il suo equilibrio e visto che Palladino non pare voler cambiare e aggiungere un centrocampista tocca al club intervenire il prima possibile. L'obiettivo, e stanno lavorando per questo, è prendere il giocatore che serve praticamente subito, all'apertura del mercato. Intanto però, arriva il Napoli. E sperando che portiere e centravanti si ripetano per l'ennesima volta è giusto augurarsi (anche) che la squadra, nel suo complesso, faccia qualcosa in più. Nel frattempo, buon a tutti! Ai tanti lettori di Violanews e, ovviamente, a tutta la Fiorentina!
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