Sempre Berardi
—E' questione di qualità e personalità. Per trovare il guizzo, ma più che altro avere il coraggio di cercarlo, servono tecnica individuale e carattere. Doti che, evidentemente, non abbondano in quei quattro. Non a caso, anche la scorsa estate, il mister ha insistito parecchio perché dal mercato arrivasse un rinforzo proprio in quella zona del campo. E invece no. Come l'anno prima, e quello prima ancora. Si rischia di diventare stucchevoli e fastidiosi, lo so, ma il pensiero torna sempre a “quello lì”. A quel Domenico Berardi che, da solo, avrebbe proiettato la Fiorentina su ben altra dimensione. Può capitare, ci mancherebbe, ma nel suo caso la società ha fatto un (gravissimo) errore di valutazione. E sarà anche vero che i 30 milioni chiesti dal Sassuolo son tanti (anche Lazio e Juventus si sono fermate davanti) ma basta fare due conti per accorgersi di come la Fiorentina, quei soldi, li abbia spesi comunque.
Ah, quei soldi spesi...
—Tornano in mente i (circa) 15 milioni investiti per Ikonè, i 12 spesi per Kouame, i 2 regalati alla Sampdoria per prendere Sabiri salvo poi liberarsene prima ancora che iniziasse la sua avventura in viola, o il milione e mezzo versato al Wolfsburg per Brekalo. Quattro giocatori, per (più o meno) 31,5 milioni. Il risultato, è sotto gli occhi di tutti. Eppure, la Fiorentina, aveva l'esempio in casa. Si chiama Nico Gonzalez, è stato pagato 27 milioni e, da solo, vale più di tutti gli altri messi insieme.
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