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L'editoriale del giovedì

Franchi, anche i tifosi non vogliono andarsene. Mercato? Solo giocatori pronti

Franchi, anche i tifosi non vogliono andarsene. Mercato? Solo giocatori pronti - immagine 1
Il consueto editoriale di Enzo Bucchioni in esclusiva per Violanews. Il punto sul problema Franchi e la trasferta contro il Sassuolo
Enzo Bucchioni Editorialista 

"Fuori Firenze non ci vogliamo andare, adesso fermate i lavori”, lo gridano molto forte anche i tifosi della Fiorentina. E’ arrivata ieri sera una presa di posizione netta, chiara, che ora il sindaco Nardella non può più sottovalutare o disconoscere.

E le domande che il Centro di Coordinamento si pone in un documento diffuso su Facebook sono le stesse che si pone la Fiorentina, che si pongono tutte le persone con un minimo di senso pratico.


  • Dove giocherà la Fiorentina?
  • Per quanto tempo il Franchi sarà inaccessibile?
  • Come sarà il nuovo Franchi?
  • Ecco i tre interrogativi principali. Ma i tifosi si chiedono anche altro, se dovranno essere loro, ad esempio, a sopportare i costi dell’affitto che a lavori ultimati dovrebbero passare da uno a undici milioni di canone, secondo una stima ufficiale. La paura, ovvio, è che i biglietti e gli abbonamenti, di conseguenza, possano aumentare pesantemente alzare i costi di gestione per la società. Non è che alla fine i restauri, si chiedono i tifosi, li dovremmo pagare noi? L’ho sempre tenuto, nel mio piccolo.

    Un pasticcio ormai più che evidente. Una vicenda gestita con colpevole leggerezza, senza un’analisi seria di tutti gli aspetti di un intervento così invasivo in termini economici e sportivi, capace di incidere anche sulla vita e sulle abitudini di quarantamila fiorentini.

    Il sindaco non può più nascondersi, a queste domande deve rispondere e rispondere in fretta. Oggi la cosa più importante non è l’inizio dei lavori che interessa solo a lui, ma trovare soluzioni che diano certezze a una società di grande livello, anche economico, come la Fiorentina e al Popolo Viola che rischia pesanti contraccolpi, perfino l’impossibilità di vedere giocare la squadra del cuore per due anni. Tante città hanno restaurato, soprattutto per i mondiali del 90, o costruiti stadi ex novo, ma nessuna squadra ha dovuto subire un esilio di due stagioni come si sta prospettando per la Fiorentina. Iniziare un lavoro di questa portata senza aver previsto una soluzione per tutti i problemi che crea è la cosa più grave da addebitare a Nardella e al suo team. Lo dico da tre anni e lo ripeto adesso, a maggior ragione a pochissimi mesi dalla fine del suo mandato. Ma se volessi allargare il discorso, tante altre cose non tornano e non solo la tranvia.

    Comunque, rimanendo allo stadio, ora che a parlare non è più solo il Bucchioni che comunque Nardella ha cercato più volte di fare stare zitto, ma ci sono trentamila cittadini-tifosi che chiedono risposte, voglio vedere se il sindaco dirà qualcosa ai tifosi senza l’inutile ottimismo, ma prospettando soluzioni concrete, tipo come fare per tenere la Fiorentina a Firenze.

    E non parliamo più del Padovani. Non c’è nulla di concreto, non c’è uno straccio di progetto, se non uno stanziamento di dieci milioni che basta a coprire forse la metà della spesa necessaria. Ma anche se i lavori, per assurdo, partissero domani, per tutta la prossima stagione comunque neppure il Padovani sarebbe disponibile. Ammesso e non concesso che possa poi ottenere l’agibilità dalla Lega.

    E allora?

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    A Nardella non resta che chiedere con forza al ministro Abodi e quindi al governo, ma forza vera se ancora ne ha, il superamento del vincolo di fine lavori 2026 e quindi del Pnrr per consentire interventi per zone, con cantieri parziali, e la possibilità comunque di giocare al Franchi. Non ci sono altre soluzioni. Ora che tutti cominciano a capire cosa sta succedendo, a cosa stanno andando incontro, alla protesta dei tifosi organizzati ne seguiranno anche altre. Le Toghe Viola, ad esempio, hanno pronto un documento. Ma è solo l’inizio.

    E mai come oggi “chi si compra?” e “dove si gioca?”, sono tormentoni collegati.

    Facciamoci una semplice domanda: come può un imprenditore fare programmi di rafforzamento e investimenti quando sa già che nei prossimi due anni (se va bene) avrà pesanti perdite economiche (10-15 milioni l’anno) e ancora più pesanti ripercussioni sportive con due anni passati a giocare in trasferta? Magari Rocco investirà lo stesso, non lo so, ma le controindicazioni sono altissime.

    Il mercato

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    E allora vengo al mercato. Confermo che saranno cercati profili “pronti subito” e che nessun colpo è all’orizzonte. Solo ipotesi e sondaggi. L’idea di vendere Brekalo e di sostituirlo con Traorè, come si temeva, ha avuto uno stop. Il ragazzo ex Empoli ha contratto la malaria, guarirà in poche settimane, ma il rischio di avere un atleta debilitato, fuori forma e da recuperare, non piace alla Fiorentina. L’identikit resta lo stesso, ma Ngonge del Verona non è il primo della lista. I nomi sono tutti messi in giro e suggeriti da intermediari, la Fiorentina sta semplicemente valutando. L’esterno si farà, è evidente che sia una necessità, ma per fortuna Sottil ne avrà soltanto per due-tre settimane e Nico Gonzalez ha già ripreso a correre. Un vertice con l’allenatore ci sarà dopo la trasferta di Sassuolo, la fine del girone di andata, anche se le consultazioni ci sono tutti i giorni.

    La gara con il Sassuolo

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    Sassuolo, una gara difficile. Gli emiliani sono stranamente in zona retrocessione, e questo può causare una reazione da un gruppo che comunque ha qualità e gioco, con gente determinante come Berardi. Il Sassuolo ferito va temuto, solo il fatto che dovranno fare loro la partita tatticamente può essere un vantaggio. Formazione? Mi aspetto un’ampia conferma di Terracciano, Kayode, Milenkovic, Ranieri e Biraghi in difesa. Bonaventura, Arthur e Duncan in mezzo, Ikonè e Brekalo sugli esterni. Mi resta il dubbio-centroavanti, nelle rotazioni potrebbe toccare a Nzola, ma prima di sabato sera di mezzo ci sono ancora troppi allenamenti. Una cosa sola è certa, l’allenatore sta martellando tutti e anche se stesso: chiudere l’andata al quarto posto è l’obiettivo.

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