L'attualità
—E così veniamo alla strettissima attualità, e ad un mese di gennaio che per i viola potrebbe diventare un vero e proprio bivio. L'augurio, va da sé, è che Italiano ed i suoi riescano nella non semplicissima impresa di presentarsi all'alba del nuovo anno nella stessa posizione di adesso e, ovviamente, col pass per gli ottavi di Conference e per i quarti di Coppa Italia nel taschino. Mica semplice, sia chiaro. Soprattutto per quanto riguarda il campionato infatti, resto convinto che sulla carta ci siano sette squadre (Inter, Juventus, Milan, Napoli, Roma, Lazio e Atalanta) più forti. Eppure dopo 12 giornate la Fiorentina è lì, al quinto posto, in piena zona Europa League. Non solo. Se la stagione finisse oggi infatti, con l'Italia seconda nel ranking per nazioni, quella posizione varrebbe addirittura la Champions.
Ecco perché mai come negli ultimi anni il mercato di gennaio sarà (o potrebbe essere) determinante. Investire, o sperare? Son queste le alternative, e non ne esistono altre. Di certo c'è che Italiano avrebbe un gran bisogno di (almeno) un paio di rinforzi: un difensore centrale, ed esterno offensivo di grande qualità e che, soprattutto, sappia cosa significhi il verbo “segnare”. Esigenze che il mister aveva già fatto presente in estate, salvo sentirsi rispondere che la rosa era “a posto così”. Il campo, ha detto altro. Perché è vero, la Fiorentina è lassù, ma certi limiti son parsi evidenti. Sia a livello numerico, con il pacchetto di centrali ridotto ai minimi termini dopo l'infortunio di Mina, sia sul piano della qualità. Son queste, le due lacune da colmare (con giocatori di livello, sia chiaro, e muovendosi quindi con largo anticipo) se si vuol davvero dar corpo ai sogni.
Difetti e programmazione
—Certo, ci sarebbero anche altri “piccoli” difetti da correggere. In difesa, per esempio, c'è il nodo terzini destri. In quel caso però, molto dipenderà dalle condizioni di Dodò, e dall'evoluzione che Pierozzi mostrerà (o meno) nelle prossime settimane. In quel caso insomma si può aspettare, per poi eventualmente intervenire a mercato in corso. E poi il centrocampo, dove il deficit di fisicità continua a farsi sentire. Capitolo centravanti. Non credo sinceramente che Nzola possa essere ceduto, così come sono convinto che presto Beltran inizierà a regalare gol e soddisfazioni.
Presente, ma non solo. Una grande società programma il domani, e da questo punto di vista credo sia giusto fare una riflessione sul “dopo Bonaventura”. Continua a circolare il nome di Baldanzi (talento cristallino che vedrei benissimo a Firenze) ma prima di investirci cifre pesanti (servono almeno 20/25 milioni) cercherei di capire qualcosa in più su Infantino. Come? Mandandolo in prestito, mantenendo nel frattempo vivi i contatti con l'Empoli.
Campo, e mercato. Le partite viaggiano parallele e la speranza è che non succeda quanto già visto tante volte in passato. “Squadra e società viaggiano a due velocità diverse”, denunciò un giorno (in piena era Della Valle) Prandelli. Ecco. Auguriamoci che non sia così e che, anzi, il club sappia supportare un gruppo che, pur tra alti e bassi, sta ancora una volta andando oltre le proprie possibilità.
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