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Fiorentina brava a crederci. Alla fine Palladino ha salvato la stagione

Palladino Fiorentina
Non è un'impresa ma nemmeno un "fallimento". Dobbiamo essere onesti: il sesto posto con 65 punti è un (piccolo) passo avanti
Simone Bargellini Vice direttore 

C'è voluto un aiuto del Lecce (o se preferite della Lazio), ma alla fine la Fiorentina ha ottenuto quello che voleva. Ha lottato per farlo, credendoci fino in fondo, come ha saputo fare anche nei momenti peggiori della stagione. Questo è un merito che va riconosciuto alla squadra e al suo allenatore Raffaele Palladino. Il sesto posto e i 65 punti non sono un'impresa straordinaria, magari si poteva fare qualcosa in più ma le 5 squadre davanti mi sembrano, come valori, superiori - così pure qualcuna (il Milan) che è arrivata dietro. Insomma si può discutere di tutto, in primis del gioco che ha lasciato senz'altro a desiderare, ma da qui a fare la corsa a parlare di "fallimento" ce ne correva, anche se la Lazio avesse vinto.

Non voglio passare per palladiniano, perchè sono stato il primo a criticare il tecnico viola durante la stagione. E fin dal giorno del suo annuncio ho avuto il sospetto che la Fiorentina facesse un passo indietro rispetto al suo predecessore in panchina. Se fossi io il presidente o il direttore sportivo - ruoli che purtroppo ho ricoperto solo a Football Manager - avrei scelto un allenatore diverso, un vincente magari come quelli che sceglie il Napoli o, in seconda battuta, un mister dalla mentalità offensiva. Della serie, se non possiamo vincere, almeno divertiamoci.


Palladino è altro ed è legittimo criticarlo. Però poi servirebbe l'obiettività di giudizio, perchè la Fiorentina sesta non si vedeva da anni (11) e non è colpa di Palladino se stavolta non vale l'Europa League. Così come non è colpa sua se da troppo tempo i viola non lottano per piazzamenti più nobili. La scelta della Fiorentina di confermarlo può essere condivisa o meno, ma ad un certo punto bisogna andare oltre e guardare al futuro senza farsi intossicare troppo dal passato. Non per il bene di Palladino, ma per il bene della stessa Fiorentina.