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Finalmente Kayode, Beltran va aspettato. E il Franchi? Un’occasione persa

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La Fiorentina è come un meccanismo di un orologio: se qualche rotellina gira peggio, ne risente tutto il movimento e oggi questa squadra sta faticando
Enzo Bucchioni Editorialista 

Torna la Conference e l’obiettivo è uno solo: vincere il girone. Il motivo è abbastanza scontato e soprattutto noto, saltare una partita di spareggio che appesantirebbe il calendario a ridosso della Supercoppa Italiana ed evitare di esporsi a inutili rischi. Quindi? Battere il Genk stasera diventa obbligatorio per i punti e per il morale. Italiano lo sa bene, paradossalmente è proprio in partite come questa che la Fiorentina può ritrovarsi, può recuperare autostima e, si spera, anche il gol perduto in campionato. Attenzione però, per me il Genk è l’avversario più forte del girone e la gara di stasera nasconde delle insidie come già appurato nell’andata. Ma forse è meglio così, gli stimoli devono essere sempre forti e certe sfide devono diventare anche un’occasione per chi gioca meno, servono energia e voglia per tornare a essere dominanti, comandare il gioco, segnare e vincere. La notizia più importante che arriva dalla vigilia è il recupero di Kayode che consente il ritorno alla normalità sugli esterni di difesa dopo un mese di emergenza assoluta e di difficoltà nel funzionamento della catena di destra che è stata uno dei problemi per il gioco di Italiano. L’infortunio alla caviglia è stato molto brutto, giustamente la privacy impedisce di conoscere fino in fondo l’entità degli infortuni, ma il ragazzino viola ha rischiato veramente tanto. Ora sente meno dolore, speriamo che atleticamente sia rimasto tonico. L’assenza di Dodò lo ha fatto diventare indispensabile. Italiano ha annunciato l’indisponibilità di Bonaventura e Comuzzo (noie muscolari) e di Mandragora influenzato. Dovrebbero giocare Christensen, Kayode, Milenkovic, Ranieri e Parisi in difesa; Barak, Lopez e Duncan in mezzo; Ikonè, Beltran, Brekalo o Kouamè in attacco. Mi piacerebbe vedere anche Mina e se tornasse ai livelli di qualche tempo fa sarebbe un bel vedere. Non voglio tornare invece sulle polemiche per la sconfitta di Milano, quello che sta succedendo è abbastanza chiaro da tempo e diventa spesso divertente quello che si legge e si ascolta. Un delirio vero. I tifosi possono dire tutto quello che sentono e che pensano, ovvio, sono loro che reggono il calcio e ci mettono cuore e passione, il delirio arriva da certi opinionisti (?) fiorentini che in due anni e mezzo non hanno ancora capito niente del calcio di Italiano e di quello che ha portato questo allenatore con il suo lavoro, e continuano a suggerire le soluzioni più bizzarre. Per fortuna poi vengono regolarmente spernacchiati… Ma insistono. Del resto la faccia è persa da un pezzo, problemi loro. Poi quando senti gente come Stramaccioni a Radio Bruno, o molti altri fuori Firenze, sono solo elogi per quello che vedono e (loro sì) capiscono. Pazienza.

I problemi della Viola

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Ovviamente qualche problema la Fiorentina ce l’ha e nessuno lo nasconde, ma la ricetta non sono le due punte (a volte in campo ce ne sono quattro e loro non se ne accorgono), il cambio di modulo o la difesa più bassa. Come spesso ci siamo detti, la Fiorentina è come un meccanismo di un orologio, se qualche rotellina gira peggio ne risente tutto il movimento e oggi questa squadra sta faticando sulle catene destra e sinistra (come detto), sugli esterni (a parte Nico), gioca meno velocemente e l’imprevedibilità ne risente penalizzando tutti. Il problema centravanti è acuito proprio da questo. Ma come detto dall’estate scorsa (ora arrivano anche i sapientoni) Beltran non va discusso ma aspettato. E su Nzola non ho perso tutte le speranze. Poi arriverà gennaio e confermo quanto anticipato un mese fa: gli obiettivi restano un esterno sinistro e un difensore mancino. La società è comunque attenta a occasioni o scambi per alzare il livello tecnico e risolvere problemi, ovvio. I nomi sono tanti, li abbiamo già fatti, le proposte si sprecano, quando si comincerà a stringere su qualcuno sarete i primi a saperlo. Ma diffidate da quelli che non conoscono il calcio ma esprimono comunque giudizi su alcuni giocatori o ne consigliano altri: non sanno di cosa parlano.


Stadio, tavolo a tre entro Natale

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Veniamo al restauro del Franchi. E’ divertente leggere e sentire i leccatori di professione e la corte di Nardella che, naturalmente, fanno finta di non capire. La Fiorentina non s’è riconvertita a un progetto meraviglioso che meraviglioso non è o a un’idea geniale che geniale non è mai stata, molto più banalmente ha deciso di intervenire quando è diventato evidente a tutti che i soldi per finire l’opera non c’erano e che nonostante questo il sindaco sarebbe comunque andato avanti senza certezze. Con il rischio enorme di lasciare tutto metà. La Fiorentina è pronta a supportare economicamente il progetto soltanto per evitare a se stessa e ai tifosi anni di disagi di tutti i tipi, calcistici ed economici. Per evitare di dover giocare per anni in trasferta senza neppure sapere dove, non ritenendo praticabile l’ipotesi Padovani. L’ingresso in un’idea sbagliata è quello di scegliere il male minore. In sostanza Rocco è pronto a supportare Nardella solo per l’interesse della Fiorentina e dei suoi tifosi. Come e in che modo lo vedremo. Il primo obiettivo è fare i lavori per gradi, senza lasciare il Franchi, facendo cadere il vincolo del 2026. Serve anche, ovviamente, l’intervento del Governo, ma il ministro Abodi c’è, vuole aiutare Firenze, ha dato la sua disponibilità per trovare una soluzione e il tavolo a tre si farà entro Natale. Si mette un pezza, resta il fallimento politico. Se quattro anni fa fosse stata accompagnata l’idea di Rocco, oggi la Fiorentina avrebbe uno stadio davvero meraviglioso come il Viola Park e il Franchi si sarebbe potuto restaurare senza snaturarlo con una trentina di milioni del Pnrr per poi darlo in uso al quartiere per mille opportunità, dai concerti ai centri commerciali, dall’ovvio utilizzo sportivo per le tante squadre della zona. Un’occasione persa.

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