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L'editoriale del martedì

Attento Rocco: il palazzo del calcio non ama la Fiorentina

Enzo Bucchioni
Enzo Bucchioni dice la sua sulla partita persa contro il Milan e sulle altre notizie di casa viola

Enzo Bucchioni

Di bello a San Siro s’è visto soltanto la Fiorentina che ha giocato la miglior partita della stagione, una delle più interessanti nei due anni di Italiano. Ma ne parleremo più avanti, questa volta voglio cominciare dal brutto.

Brutta aria

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Ho visto tante brutte cose a San Siro e siccome ne avevo già viste diverse, grandi e piccole, in quasi tutte le quindici gare giocate nella prima parte del campionato, è l’ora di cominciare a fare qualche ragionamento. Le brutte cose naturalmente sono le prestazioni arbitrali. Con una premessa, e chi mi segue da anni lo sa: non mi attacco mai agli arbitri per giustificare sconfitte o robe del genere. Anzi, il vittimismo e il complottismo non mi appartengono. Però, e c’è un però, gli occhi li tengo bene aperti e nel calcio sono stato abituato ad annusare l’aria che tira. Bene. C’è una brutta aria attorno alla Fiorentina e questo ormai mi sento di dirlo.

Riparto da domenica. Sozza e il varista Fabbri sono stati un disastro assoluto nella gestione della partita . E siccome il primo è l’enfant prodige della categoria e diventerà internazionale a gennaio, l’altro internazionale lo è già, non è possibile che entrambi abbiano diretto l’uno e controllato l’altro in modo superficiale, sbagliando più o meno tutto, decisioni grandi e decisioni piccole. Il rigore su Ikonè è fallo tutta la vita, Tomori colpisce più o meno contemporaneamente caviglia e pallone, porta via il francese con l’impeto di una ruspa. L’autogol di Milenkovic nasce da un fallo di Rebic su Duncan e si sviluppa con una netta ostruzione sul portiere in uscita al quale Rebic toglie la disponibilità visiva e pratica del pallone. L’avrebbero annullato tutti. Ma non basta. Le partite vanno analizzate e seguite attentamente, già tante valutazioni sui falli non mi avevano convinto prima di questi episodi, perfino certe rimesse laterali contese. Ma la mente corre a due contropiedi del Milan nel primo tempo, per fortuna della viola non concretizzati ed entrambi con falli su Amrabat ad inizio azione, naturalmente non fischiati. Altri episodi contrari che non sto a descrivere, ma provate a fare mente locale e li ricorderete di sicuro, sono accaduti a Udine, a Bologna, contro l’Inter, ma anche contro la Samp nonostante la vittoria finale e comunque non ricordo una partita che mi abbia indotto a dire: che bell’arbitraggio…

Attenzione: non sto parlando di complotti. Non ho mai pensato che nel calcio ci sia un grande vecchio capace di pilotare e decidere tutto. Ci sono però poteri e contropoteri. Cordate di società e cordate di persone. Sistemi da non toccare. E siccome gli arbitri sono dei grandi annusatori hanno capito perfettamente che la Fiorentina è nel libro nero del potere calcistico. Rocco Commisso e Joe Barone sono personaggi scomodi, denunciano da sempre situazioni border line (ultima la battaglia sui contributi da pagare che si vogliono rateizzare), chiedono riforme, si schierano praticamente contro tutto e tutti. In particolare contro chi nel calcio tira le fila e l’ha ridotto in questo modo. Lo sanno tutti che se Rocco domani vendesse la Fiorentina in Federcalcio e in Lega ci sarebbe festeggiamenti come al Carnevale di Rio, figuriamoci se non lo sanno gli arbitri…Nessun complotto, ma visti arbitri fuori forma sì, nessuna attenzione o rispetto particolare che in genere gli arbitri, consciamente o inconsciamente, riservano a quelli che contano.

Gli episodi di Milano

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E allora arrivo agli episodi di Milano. Ma perché Fabbri non ha mandato Sozza a rivedere gli episodi al Var e Sozza si è fidato del varista senza comunque andare a rivedere due momenti così decisivi in situazioni complicate? Appunto perché c’era la Fiorentina, se ci fosse stata qualche altra società più potente l’analisi sarebbe stata più approfondita. Non ci sono prove, ovvio. Sono sensazioni, ma le sensazioni sono forti. E poi quel benedetto-maledetto protocollo nel quale c’è scritto che il Var interviene per “chiaro ed evidente errore” è una barzelletta da non raccontare più. É   un modo per dare agli arbitri la discrezionalità e non fischiare rigori come quello su Ikonè quando in altri casi simili il rigore lo hanno dato. Ma quale protocollo? Usate il Var quando la situazione è complessa con l’obiettivo di sbagliare di meno…Ma, evidentemente, la discrezionalità fa comodo. Senza gli evidenti errori (questi sì) che hanno penalizzato la Fiorentina, i viola ora avrebbero come minimo quattro-cinque punti in più, praticamente come nella scorsa stagione e non saremmo qui a sentire chi fa le pulci all’allenatore e al mercato.

Battaglia contro i mulini a vento

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Tornando a Rocco e Barone, come detto, le loro battaglie sono sacrosante, ma gli strateghi hanno sempre consigliato di fare le guerre quando ci sono possibilità di vincerle e comunque farle da soli o con la sola alleanza di Lotito che poi finisce per farsi gli affari suoi, è assolutamente rischioso e probabilmente controproducente. Servono strategie meno eclatanti, bisogna usare la diplomazia, cercare di mettere assieme le parti sane del nostro calcio, creare un anti-potere per provare a cambiare le cose. In questo modo la Fiorentina si sta consegnando al nemico e l’aria che sento nel mondo del calcio non mi piace. L’attacco frontale e la querela alla Gazzetta è un altro terreno minato. Mediaticamente è difficile trovare qualcuno che difenda Commisso perchè cane non morde cane e lo sappiamo. I giornali fiorentini non contano nulla e il Palazzo del calcio secondo voi fra Cairo che ha giornali e televisioni potenti e Joe Barone da che parte stanno?

Squadra in crescita

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Per fortuna la squadra è tornata a giocare, a dimostrare di saper fare gol e grandi partite. Italiano è riuscito nella sua impresa di cambiare la Fiorentina dopo le difficoltà iniziali. Abbiamo già analizzato molte volte l’umiltà dell’allenatore che ha capito gli errori, s’è rimesso in gioco, ha pagato l’inesperienza europea, ma ha saputo coagulare ancora un volta i giocatori attorno alle sue idee. Fiorentina diversa rispetto al 4-3-3 classico dell’anno scorso, ma Fiorentina fluida, non ancorata a moduli, capace di cambiare posizioni e pelle durante la stessa partita. Molti si sono chiesti perché abbia giocato Saponara e non Kouamè, ad esempio. Sicuramente perchè Kouamè è stanco, ma anche perché spessissimo Saponara ha fatto il centrocampista quando Barak andava a fare il trequartista. A volte ne è venuto fuori anche il 4-4-2 per dire quanto i moduli siano relativi, ma contino il movimento senza palla, la capacità di spostarsi in armonia con i compagni, l’organizzazione di gioco e il grande lavoro fatto durante la settimana.

Questa Fiorentina è anche più squadra di quella dell’anno scorso, forse più brillante in certe fasi, ma che lasciava troppo spazio per le ripartenze. Mi sembra un gruppo più maturo, sicuramente è cresciuta la cultura quando sai giocare in modi diversi e il tuo calcio è fluidità. Il Milan preso a uomo, con le linee di passaggio chiuse, nel primo tempo non ha saputo fare il suo calcio, gol a freddo a parte, è riuscito solo raramente a mettere in moto Leao e Theo Hernandez, quelli che fanno la differenza. Poi, ovvio, bisogna sbagliare di meno e c’è ancora tanto lavoro da fare, ma andare a San Siro con questa personalità, dando lezioni di calcio, fa pensare che questa squadra possa ancora crescere e sappia regalare un altro campionato nelle ventitré  gare che restano da gennaio in poi. Grande merito, ovvio, dell’allenatore che è cresciuto moltissimo e ha fatto crescere la squadra nonostante assenze fondamentali come quelle di Nico e Sottil, di Dodò (ko anche domenica) e Bonaventura, e un centravanti sempre discusso e discutibile.

L'attaccante

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Ne riparleremo, ma accenno una cosa antipatica ai più: Cabral non può essere il centravanti della Fiorentina. Lo aspettiamo da un anno, ormai. Non fa gol, ma soprattutto non fa movimenti da centravanti, non si muove in sintonia con la squadra che davanti non ha un terminale. Ci mette l’anima, per carità. A volte fa perfino tenerezza per come si impegna, ma i risultati sono modestissimi. Anche nel suo interesse gli troverei una squadra per rilanciarsi andando poi a cercare un attaccante di rendimento. Jovic tecnicamente e tatticamente si vede invece che è un giocatore. Va recuperato e lo sappiamo da mesi, ma il tentativo forse vale la pena. Con Cabral mi sembra che i margini non ci siano.

Tempesta su Nico Gonzalez

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Non ho parlato apposta di Nico Gonzalez perché il discorso l’ho già affrontato qui con voi tempo fa, con largo anticipo e molto spesso su Radio Bruno. Ora sono arrivati tutti. In sostanza: se fa un gran mondiale e c’è un’offerta va venduto. Ma dimostrerò perché e soprattutto cercherò di capire cosa farà la Fiorentina nella prossima puntata.

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